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Intel vince storica causa antitrust, Corte di Giustizia Ue annulla multa da 1,06 miliardi di euro dopo 15 anni

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La Corte di Giustizia Ue ha respinto il ricorso della Commissione Ue nei confronti della sentenza del 2014 del tribunale che aveva annullato la multa da 1,06 miliardi di euro, inflitta nel 2009 dalla Commissione Ue, a Intel per abuso di posizione dominante nel mercato dei microprocessori.

La Corte di Giustizia Ue ha respinto il ricorso della Commissione Ue nei confronti della sentenza del 2014 del tribunale che aveva annullato la multa da 1,06 miliardi di euro, inflitta nel 2009 dalla Commissione Ue, a Intel per abuso di posizione dominante nel mercato dei microprocessori.

Intel ha vinto un’importante battaglia legale,con la corte suprema dell’Unione Europea che le ha dato ragione stabilendo che i regolatori antitrust dell’UE non potevano ripristinare una multa di 1,06 miliardi di euro contro la società, segnando la fine di una causa durata 15 anni.

La Corte di giustizia europea (CGUE) ha confermato la sentenza di un tribunale inferiore, respingendo un ricorso della Commissione europea, che aveva multato Intel nel 2009 per presunta condotta anticoncorrenziale nel mercato dei chip per computer.

“La Corte di giustizia respinge il ricorso della Commissione, confermando così la sentenza del Tribunale”, ha affermato la CGUE nella sua sentenza.

Il caso risale alle accuse secondo cui il produttore di chip statunitense Intel aveva offerto sconti ai principali produttori di computer, ovvero Dell, Hewlett-Packard, NEC e Lenovo, a condizione che acquistassero principalmente le unità di elaborazione centrale (CPU) x86 di Intel. Gli enti regolatori hanno sostenuto che questi sconti avevano lo scopo di bloccare la concorrenza della rivale Advanced Micro Devices (AMD), una violazione delle norme antitrust dell’UE.

La vicenda

Nel maggio 2009 la Commissione ha inflitto un’ammenda di 1,06 miliardi di euro al produttore di microprocessori Usa Intel. Essa contestava a Intel di aver abusato della sua posizione dominante sul mercato dei microprocessori x86 concedendo, in particolare, sconti di fedeltà ai suoi clienti nonché a un distributore di computer fissi.

Nel 2014 il Tribunale ha respinto integralmente il ricorso di Intel contro tale decisione della Commissione. Investita di un’impugnazione proposta da Intel, la Corte di giustizia ha annullato tale sentenza e ha rinviato la causa dinanzi al Tribunale.

Nel 2022, il Tribunale dell’Unione europea ha annullato la multa originale, stabilendo che l’analisi della Commissione era errata e non era riuscita a dimostrare che le pratiche di rimborso di Intel avevano danneggiato la concorrenza. A seguito di questa decisione, l’UE ha ridotto la multa di Intel a 376,36 milioni di euro e ha presentato ricorso, cercando di ripristinare la sanzione originale.

La Corte respinge l’impugnazione della Commissione, confermando così la sentenza del Tribunale.

Le ragioni del ricorso della Commissione

A sostegno della sua impugnazione, la Commissione faceva valere che il controllo esercitato dal Tribunale sulle valutazioni della Commissione relative al test del concorrente altrettanto efficiente («as efficient competitor test») era viziato da irregolarità procedurali, da errori di diritto e da snaturamento degli elementi di prova.

La Corte respinge tutti i motivi della Commissione

Nella sua sentenza, la Corte respinge tutti i motivi dedotti dalla Commissione. Per quanto riguarda il test del concorrente altrettanto efficiente, la Corte conferma che spetta al Tribunale esaminare qualsiasi argomento diretto a mettere in discussione le valutazioni della Commissione e idoneo a invalidare le conclusioni cui essa è giunta al termine di tale test. Tali argomenti possono vertere tanto sulla compatibilità delle valutazioni della Commissione con i principi che disciplinano il test del concorrente altrettanto efficiente quanto sul valore probatorio degli elementi di ordine fattuale sui quali essa si è basata. Inoltre, la Corte conferma che non spetta al Tribunale verificare se il dispositivo della decisione della Commissione possa essere giustificato sulla base di un ragionamento privo degli errori da esso constatati, quando tale ragionamento non è formulato in modo coerente in tale decisione.

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