Un Instagram dedicato ai bambini? Anche no. Dopo i dubbi evidenziati già alle prime indiscrezioni date da BuzzFedd lo scorso marzo sul nuovo progetto social per i minori under 13 di Mark Zuckerberg, i procuratori generali di 44 stati statunitensi chiedono a Mark Zuckerberg di abbandonare il progetto.
Lo si legge in una lettera inviata al capo di Facebook (proprietario di Instagram) e firmata dai 44 procuratori degli Stati Uniti che evidenziano forti preoccupazioni comportamentali e di privacy legati all’uso dei social media da parte dei più giovani.
“L’uso dei social media può essere dannoso per la salute e il benessere dei bambini, che non sono pronti per affrontare le sfide di avere un account sui social media”, si legge nella lettera. Inoltre, Facebook storicamente non è riuscita a proteggere il benessere dei bambini sulle sue piattaforme. I procuratori generali hanno interesse a proteggere i nostri cittadini più giovani e i piani di Facebook per creare una piattaforma in cui i bambini di età inferiore ai 13 anni sono incoraggiati a condividere contenuti online è contrario a tale interesse”.
Insorgono le associazioni dei genitori
Il progetto ha messo in allarme un centinaio di gruppi di difesa dell’infanzia e dei consumatori di Nord America, Europa, Africa e Australia, che hanno firmato un appello rivolto a Mark Zuckerberg perché fermi la realizzazione del nuovo Instagram per bimbi. Secondo l’appello firmato tra gli altri da Commercial-free Childhood and the Electronic Privacy Information Center, Instagram “sfrutta l’attenzione incessante della piattaforma sull’aspetto, l’auto-presentazione e il marchio presenta sfide per la privacy e il benessere degli adolescenti”, sottolineano le associazioni, che vedono nel progetto “Instagram per bambini” un terreno fertile per la proliferazione di “predatori, bulli e contenuti inappropriati”.
Instagram under 13: il progetto di Mark Zuckerberg
Secondo quanto riportato dal sito americano BuzzFeed lo scorso marzo, il progetto sarebbe supervisionato da Adam Mosseri, capo di Instagram, e guidato da Pavni Diwanji, assunto da Facebook a dicembre che in precedenza ha lavorato per Google al progetto YouTube Kids, nonostante a settembre 2019, la Federal Trade Commission americana abbia inflitto a Google una multa di 170 milioni di dollari per aver raccolto dati dei minori su YouTube, senza il consenso dei genitori, per mostrare loro annunci rilevanti.
Intervistato da Buzzefeed, Mosseri ha dichiarato che i bambini chiedono sempre più spesso ai loro genitori il permesso di iscriversi su social network che usano i loro amici, in modo da sentirsi integrati e restare al passo coi loro coetanei. Questo giustifica il motivo della decisione presa da Facebook.
Minori e social: un binomio delicato. Il caso TikTok
Se i bambini chiedono sempre più spesso ai genitori di poter avere un account su Instagram, assecondare quelle richieste potrebbe non essere la mossa più giusta da parte dell’azienda di Zuckerberg, che contribuirà così a catturare una fascia d’età che, invece, non dovrebbe essere incoraggiata all’uso dei social network.
A febbraio di quest’anno, a seguito di un intervento del Garante della protezione dei dati personali italiano dopo fatti di cronaca che hanno riguardato minori, TikTok ha deciso di richiedere agli utenti la loro età, con la promessa di mettere in campo anche sistemi di intelligenza artificiale per scovare eventuali false ammissioni, così da cancellare i profili degli iscritti con meno di 13 anni.
L’azienda di Zuckerberg invece sembra pronta a sfruttare dei potenziali buchi nel mercato per andare a posizionarsi meglio rispetto alla concorrenza.