Più di 80 milioni di foto condivise e 3,5miliardi di like ogni giorno. Quattrocento milioni di utenti attivi al mese e un totale di 40 miliardi di foto condivise in totale dalla nascita del servizio, nel 2010.
Sono i numeri di Instagram, il social network per la condivisione di foto più famoso al mondo, comparso per la prima volta sull’app store a ottobre del 2010 e acquisito da Facebook nel 2012 per una cifra considerata allora sbalorditiva: 1 miliardo di dollari.
In molti, all’epoca, storsero il naso, preannunciando lo scoppio imminente di una nuova bolla: basti pensare che appena 3 anni fa Instagram contava 13 dipendenti ed era visto sostanzialmente come uno strumento tagliato su misura per gli hipster e le loro pose pretenziose.
Ora però, le cose sono molto diverse. Non solo Instagram è più grande di Twitter, ma è anche più grande di Facebook alla sua stessa età.
Da semplice app a vero fenomeno: con buona pace degli addetti stampa, non c’è personaggio famoso che si rispetti – da Barack Obama a Kim Kardashian (scusate l’accostamento) – che non sia presente su Instagram a postare le sue foto.
Scatti appena svegli, senza trucco, del cibo nel piatto, delle vacanze romantiche, dello shopping in centro, mentre si fanno la ceretta o sollevano pesi: col filtro o senza, la foto su Instagram è obbligatoria per ogni vip che si rispetti, una vera epidemia.
Tanto che anche la Nasa pubblica in anteprima sul social network le sue bellissime foto dello spazio.
E allora, tanto di cappello a Mark Zuckerberg che si è portato a casa Instagram battendo una concorrenza agguerrita. Il tempo pare gli abbia dato ragione, anzi: c’è chi ipotizza che se Facebook non l’avesse pagato 1 miliardo, ora Instagram varrebbe qualcosa come 35 miliardi.
E’ anche plausibile, di contro, che senza Facebook – che nel frattempo ha sborsato anche 19 miliardi per Whatsapp e 2 miliardi per Oculus – Instagram non sarebbe andato così lontano.
Ma si sa: del senno di poi son piene le fosse…e se il fondatore di Instagram, Kevin Systrom, probabilmente si sta mangiando le mani perché avrebbe potuto incassare molto di più, Zuckerberg senz’altro può ben brindare alla sua lungimiranza.