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Inquinamento, arriva il bel tempo e torna lo smog nelle città italiane. La via di uscita in 4 mosse

Con l’arrivo dell’inverno si ripropone il problema dell’inquinamento urbano. Nuovo studio McKinsey-C40 Cities sulle possibili soluzioni da impiegare per abbattere lo smog e avviare una vera decarbonizzazione dell’economia cittadina e non solo.

Dopo vento, pioggia e neve, per l’Italia si apre una fase di tempo stabile e belle giornate. Le temperature minime rimarranno piuttosto fresche, mentre le massime riusciranno a tenersi su valori miti. Una bella fine d’autunno, se non fosse per l’inquinamento.

L’anticiclone che si sta posizionando sul Mediterraneo occidentale, infatti, come spesso accade nel periodo autunnale e invernale, favorirà il ristagno dell’aria nei bassi strati, l’aumento dell’umidità e la concentrazione di agenti inquinanti, soprattutto nelle aree urbane ed industrializzate.

Ne consegue che nei prossimi giorni, in special modo nelle città del Centro Nord Italia, si avrà un progressivo e massiccio aumento delle polveri sottili (PM 10). Già ieri diverse città padane, tra cui Torino in testa (76 microgrammi per metro cubo), seguita da Padova (65 microgrammi per metro cubo), Pavia (61), Cremona (60) e Milano (56), hanno registrato valori di PM10 ben al di sopra dei limiti previsti dalla legge di 50 microgrammi per metro cubo.

Un nuovo studio realizzato dal McKinsey Center for Business and Environment e C40 Cities, dal titolo “Focused acceleration: A strategic approach to climate action in cities to 2030”, indica i possibili percorsi urbani di decarbonizzazione e crescita sostenibile per uscire dalla crisi ambientale legata alle emissioni inquinanti e iniziare un percorso virtuoso di sviluppo a basso e bassissimo impatto ambientale.

Sabato scorso a Bonn si chiusa la COP 23, la Conferenza della Nazioni Unite sul clima. Nessun risultato eclatante, ma la necessità di rivedere i parametri della COP 21 di Parigi nel 2015, considerati del tutto insufficienti oggi, visto il peggioramento dei livelli di inquinamento globale e visti gli effetti sempre più devastanti dei cambiamenti climatici legati al global warming.

Per mantenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi dai livelli pre-industriali, possibilmente entro 1,5 gradi, si deve fare di più, molto di più.

L’aggiornamento dei target nazionali di decarbonizzazione, riporta una nota Ansa da Bonn, dovrà permettere all’accordo di Parigi, quando entrerà in vigore nel 2020, di raggiungere almeno il suo obiettivo minimo (rimanere il più possibile sotto la soglia critica dei 2 gradi di aumento delle temperature medie mondiali).

Il Report McKinsey – C40 Cities mira proprio ad evidenziare le possibili strade da percorrere per le amministrazioni pubbliche locali, per i Governi, le imprese e gli organi sovranazionali. Vista la grande offerta di smart technologies oggi disponibile sul mercato, le città possono fin da subito individuare le azioni più vantaggiose per i progetti smart city e di decarbonizzazione dell’economia (low carbon economy).

Secondo i ricercatori, nel 2030 sarà possibile ridurre le emissioni inquinanti quasi totalmente nei centri urbani, proprio utilizzando le tecnologie pulite fornite dalle industrie della digital transformation. Entro il 2050 si potrebbe anche raggiungere un primo grande risultato, cioè l’abbandono totale del carbone da parte delle grandi città di tutto il mondo.

Per fare questo però servono maggiori investimenti, calcolati fino a 200 dollari a tonnellata di CO2.

Per il raggiungimento degli obiettivi minimi previsti dalla COP 21 e per dare il via ad un vero ed efficace processo di decarbonizzazione delle economie urbane (prima e poi nazionali), il Report indica quattro aree di intervento: decarbonizzazione dell’elettricità, efficienza energetica nell’edilizia, mobilità sostenibile, gestione intelligente dei rifiuti.

Ad esempio, nel capitolo dedicato alle azioni destinate al processo denominato “Decarbonizing the grid”, uno dei primi passi indicati è certamente investire in impianti di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’energia pulita a zero emissioni deve soppiantare ogni altra fonte di generazione da combustibili fossili.

Lo studio suggerisce un mix minimo di energia elettrica che per il 70% sia caratterizzato da fonti rinnovabili. In tal modo, entro il 2030, sarà possibile tagliare dal 35 al 45% delle emissioni inquinanti in città.

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