Poco meno di un anno fa il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) presentava il Documento di Economia e Finanza (o DEF 2017), con al centro i fabbisogni dei cittadini e delle imprese, ma anche i piani per le infrastrutture come strumento per soddisfare la domanda di mobilità sostenibile di passeggeri e merci e per connettere più rapidamente con un occhio alla sostenibilità città metropolitane e aree produttive del Paese.
Al suo interno era specificato che “il completamento degli interventi e dei programmi complessivi, richiede un fabbisogno di risorse economiche aggiuntive rispetto alla quota parte già finanziata pari a 35 miliardi di euro”.
Nei giorni scorsi, con la firma di due decreti, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha assegnato per i prossimi tre anni più di 200 milioni di euro a città metropolitane, province e comuni. Fondi per la progettazione necessari arealizzare opere pubbliche di qualità.
Interventi strategici dedicati a qualità della vita e competitività delle aree urbane, a valorizzazione del patrimonio infrastrutturale esistente e sviluppo urbano sostenibile, a infrastrutture utili e condivise, con lo sviluppo di modelli di trasporto a integrazione modale e intermodale.
Fondi piuttosto esigui, se confrontati con la cifra complessiva necessaria per rinnovare e ampliare il nostro patrimonio infrastrutturale, anche solo lato progettuale.
Qui, infatti, si parla di “progettazione di fattibilità tecnica ed economica relativa a opere pubbliche”.
“Queste risorse – ha spiegato Delrio in una nota ministeriale – consentiranno agli enti locali di realizzare buone progettazioni. Dalla messa in sicurezza di infrastrutture ed edifici pubblici, tra cui le scuole, alla revisione di progetti invecchiati, alla pianificazione strategica nelle città metropolitane, ai piani urbani della mobilità sostenibile, a progetti per la portualità. In questo modo si costituirà un buon parco progetti: progetti fattibili, pronti per essere finanziati, sopperendo alla carenza di progettazione efficace che impedisce o rallenta la realizzazione degli investimenti pubblici. Un’attività che potrà essere utile anche per consentire agli enti locali di partecipare a bandi e finanziamenti”.
Di seguito le risorse le risorse assegnate alle 14 città metropolitane e capoluogo di regione:
Bari, 4,2 milioni, di cui 2,6 per la città metropolitana e 1,6 milioni per il comune capoluogo;
Bologna, 4,1 milioni, di cui 2,4 per la città metropolitana e 1,7 per il comune capoluogo;
Cagliari, 3 milioni, di cui 1,6 per la città metropolitana e 1,4 per il comune capoluogo;
Catania, 4,2 milioni, di cui 2,4 per la città metropolitana e 1,7 per il comune capoluogo;
Firenze, 4 milioni, di cui 2,3 per la città metropolitana e 1,7 per il comune capoluogo;
Genova, 4,1 milioni, di cui 2 circa per la città metropolitana e 2 per il comune capoluogo;
Messina, 3,7 milioni, di cui 2 per la città metropolitana e 1,7 per il comune capoluogo;
Milano, 4,7 milioni, di cui 4,1 per la città metropolitana e 2,7 per il comune capoluogo;
Napoli, 6,2 milioni, di cui 4 per la città metropolitana e 2,2 per il comune capoluogo;
Palermo, 4,7 milioni, di cui 2,7 per la città metropolitana e 2 per il comune capoluogo;
Reggio Calabria, 3,6 milioni, di cui 1,9 per la città metropolitana e 1,6 per il comune capoluogo;
Roma, 10,9 milioni, di cui 5,5 per la città metropolitana e 5,4 per il comune capoluogo;
Torino, 6 milioni, di cui 3,8 per la città metropolitana e 2,1 per il comune capoluogo;
Venezia, 4,1 milioni, di cui 2,1 per la città metropolitana e 2 per il comune capoluogo.
Le risorse destinate alle Città Metropolitane, ai Comuni capoluogo di Città Metropolitana e agli altri Comuni, andranno utilizzate prioritariamente per la predisposizione dei Piani strategici metropolitani (Psm) e dei Piani urbani della mobilità sostenibile (Pums).