In Europa le risorse finanziarie orientate alla crescita del settore tecnologico sono in forte aumento, ma anche nel nostro Paese i dati sembrano migliorare rispetto all’anno passato. L’Italia potrebbe raggiungere per il 2019 investimenti record nel settore dell’innovazione tecnologica, con 450 milioni di euro stimati e un incremento di risorse che dovrebbe essere pari al 23%.
Questo lo scenario fotografato dal Report “State of European Tech Report” 2019, documento realizzato da Atomico, in collaborazione con Orrick e Slush, e dedicato al settore della tecnologia in Europa. Il vecchio continente potrebbe superare i 34,3 miliardi di dollari di investimenti (+39% sul dato del 2018), contro i 62,5 miliardi attesi in Asia e i 117 miliardi stimati per i soli Stati Uniti.
Lo studio, presentato a Helsinki, frutto di un’indagine che ha coinvolto oltre 5000 professionisti dell’innovazione, tra cui un migliaio di startupper, certifica per l’anno 2019 che i Paesi con il maggio numero di imprese tech finanziate sono Gran Bretagna, Germania, Francia, Svezia, Olanda, Svizzera, Danimarca, Irlanda, Finlandia e Russia.
I settori economici che in Europa hanno più investito in tecnologia sono: fintech, con più di 9 miliardi di dollari; tecnologie software, con circa 7,5 miliardi; salute e benessere, con 3,6 miliardi; energia, con 3,08 miliardi; trasporti, con 2,3 miliardi.
Milano è l’hub italiano che ha ricevuto più risorse (270 milioni), piazzandosi al 12° posto con 240 imprese finanziate. Ovviamente, lasciando da parte il buon risultato, bisogna anche valutare quelli che sono ancora gli ostacoli all’innovazione, soprattutto a confronto con i nostri partner europei.
Tanto per cominciare, Germania, Francia e Svizzera, hanno raccolto volumi di investimenti rispettivamente 11, 9 e 3 volte superiori rispetto al nostro Paese.
A penalizzare l’Italia, inoltre, c’è sicuramente il numero di programmatori, circa 315 mila, un dato basso rispetto ai nostri vicini, (in Italia in aumento dell’1,8%, contro il +8,4% della Francia ad esempio), ma peggio si registra alla voce “programmatori pro capite”, che è il più basso in Europa.
Rilevante, infine, il gender gap europeo: il 92% dei finanziamenti è stato distribuito a team d’impresa maschili (il 92% circa, dato simile al 2018).