La partnership pubblico-privato è una modalità progettuale da adottare specialmente in ottica innovazione tecnologica.
Penso che i tempi siano maturi per abbandonare il paradigma “privato come mero fornitore del pubblico” e pensare a vere partnership pubblico privato come nuovi modelli di business che abbiano per obiettivo accelerare lo sviluppo di un sistema sanitario più smart e tecnologicamente avanzato. È una sfida per il pubblico ma anche per le imprese di mercato.
Da un punto di vista economico e finanziario, il PPP consente una pianificazione degli investimenti nel tempo a fronte di un costo determinato a priori, ottimizzando la gestione delle risorse disponibili. Ma la PPP non è solo una buona soluzione per gli aspetti economici-finanziari, per evitare il così detto “panic buying”, per una pianificazione programmata e strutturata delle progettualità. E’ anche un sistema per ottimizzare la spesa ICT in quanto trasferisce al partner tecnologico i rischi tecnici di indisponibilità dei servizi IT, di performance scadenti, di obsolescenza delle infrastrutture. Tutte cose che accadono con una tecnologia che evolve velocemente.
l PPP non risponde solo al principio di “value for money” ma anche di “value for society”
Il PPP quindi non risponde solo al principio di “value for money” ma anche di “value for society” perché fare progetti innovativi che vedono l’adozione di tecnologie all’avanguardia, l’uso di strumenti innovativi e di infrastrutture IT potenti e resilienti, aiuta le Aziende sanitarie in termini di riduzione delle liste d’attesa e di maggior qualità di cura per i pazienti
Il PPP è dunque una sfida da cogliere, per integrare non solo le risorse private con quelle pubbliche ma anche le competenze tecnologiche del mercato con quelle cliniche delle Aziende sanitarie e conseguire livelli di maggior efficienza, efficacia e qualità. Le competenze del partner privato sono fondamentali per assicurare la disponibilità delle tecnologie secondo i più alti standard e per essere sempre al passo con i tempi.
Ahimè, la complessità del modello PPP e la mancanza di adeguate competenze sono, a mio parere, i principali ostacoli all’adozione di questa soluzione contrattuale.
Ci vuole coraggio da parte del management, commitment e degli stakeholder per costituire un clima di fiducia e rimuovere le incertezze che ancora frenano l’utilizzo del PPP e che, per questo, “fa un po’ paura”. Se mi pongo il problema di dover giustificare il ricorso al PPP rispetto all’utilizzo delle gare Consip o di altre centrali di committenza, forse non ho chiara la finalità dell’uso del PPP che è quello di “fare progetti”, realizzare soluzioni di eccellenze, innovazioni tecnologiche e sperimentazioni di nuovi sistemi/soluzioni ICT. Insomma il PPP non è un’alternativa all’acquisto IT che risponde alle esigenze tecnologiche più generali e ordinarie.
Le aziende sanitarie con il PPP possono beneficiare della cosiddetta sartorialità, individuando soluzioni altamente personalizzate, accedere al know how specialistico del partner tecnologico privato con il quale raggiungere determinati risultati di innovazione clinica e di servizio, semplificarsi la vita da un punto di vista gestionale avendo a che fare in genere con uno o pochi interlocutori, co-progettare le soluzioni tecnico-funzionali e condividere la loro attuazione progettuale con flessibilità mantenendone il governo.
Il contributo di Assinter Italia
Assinter Italia può dare a questa nuova cultura di collaborazione pubblico-privato un contributo importante. Perché è polo di aggregazione del know how tecnologico delle in House che fanno da snodo fra PA e mercato privato con l’intento di svolgere un coordinamento tecnico strutturate. Vogliamo far lavorare le società in-house regionali, centrali e locali in sinergia e cooperazione permanente e in partnership con il mercato privato ICT.
Assinter, portatrice della domanda territoriale di innovazione in logica aggregativa, da tempo crede che “Fare rete» sia un fattore abilitante:
• Per vincere le sfide della trasformazione digitale dove occorre un forte coordinamento strategico ed operativo, una solida regia a garanzia di piena complementarietà tra le diverse azioni nazionali e regionali, evitando frammentazione, ritardi e ridondanze.
• Per far remare la PA locale, regionale e centrale verso il comune obiettivo della trasformazione digitale. Le in house sono indispensabili per raggiungere la meta, valorizzando anche le opportunità tecnologiche derivanti dalle collaborazioni pubblico-privato.
Video, clicca qui per vedere l’intervento di Maria Cammarota (Assinter Italia) a Sanitalk