Firmato lunedì scorso dalla Commissione europea e sei istituti finanziari europei un accordo per promuovere e facilitare l’accesso al credito delle microimprese attive negli Stati membri dell’Unione. Grazie al Fondo europeo per gli investimenti (Fei), sono stati mobilitati 237 milioni di euro a sostegno dei progetti di innovazione sociale, inclusione sociale, lotta alla povertà e miglioramento della qualità della vita e dell’occupazione.
“Mi congratulo con i sei istituti erogatori di microcrediti di Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Romania e Spagna che stanno firmando gli accordi di garanzia, agevolando in tal modo l’accesso al credito delle nuove microimprese”, ha dichiarato in una nota Marianne Thyssen, Commissario responsabile per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori dell’UE. “La microfinanza è uno strumento essenziale per promuovere l’imprenditoria e contrastare l’esclusione sociale e finanziaria”. “237 milioni di euro costituiscono un forte stimolo per i settori raggiunti dalla microfinanza e contribuiranno a sostenere i microimprenditori svantaggiati, molti dei quali erano in precedenza disoccupati”, ha ribadito il direttore del Fei, Pier Luigi Gilibert.
I primi accordi che renderanno possibili i contratti di credito alle microimprese sono stati firmati tra il FEI, Qredits Microfinanciering (Paesi Bassi), Association pour le Droit à l’Initiative Economique (Francia), Microfinance Ireland (Irlanda), PerMicro (Italia), Laboral Kutxa/ Caja Laboral Popular (Spagna) e Nextebank (Romania).
D’altronde, come da più parti sottolineato, le smart cities sono città che sanno sviluppare in maniera intelligente ed efficiente tutti i segmenti vitali, tra cui la dimensione sociale, economica, lavorativa/finanziaria, di governance. Non c’è città evoluta senza la capacità delle Istituzioni e delle comunità sul territorio (smart community) di saper includere ‘tutti’ nei processi produttivi e di crescita, di saper relazionarsi con le diverse realtà, di saper creare nuove opportunità di lavoro e crescita professionale, di promuovere tolleranza e creatività, di facilitare l’abbattimento di ogni limite e barriera (fisica, economica, sociale, culturale).
L’iniziativa rientra nel programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (Employment and Social Innovation – EaSI), orientato appunto all’innovazione sociale e soprattutto ai giovani. Quest’ultimo provvederà ad erogare circa 100 milioni di euro, come leva per mobilitare almeno 500 milioni tra il 2015 ed il 2020.