Bancaria editrice
Data di pubblicazione: 2017
ISBN: 978-88-449-1140-9
Pagine: 217
Prezzo: € 35,00
Riformare la Uem e abbandonare l’austerità non basta a evitare il rischio di depressione e ritornare a crescere. La crisi che da tempo stiamo vivendo è in realtà soprattutto una crisi da transizione. Il sistema produttivo – italiano ed europeo – è in forte ritardo nella modernizzazione e innovazione tecnologica. Volevamo un’Europa leader nell’innovazione e più competitiva ma, con la crisi, si sono tagliati i fondi alla ricerca e alle università.
Anche le politiche macroeconomiche, monetarie e fiscali, hanno dimostrato di avere dei limiti. Occorre, quindi, un cambiamento di paradigma. Questo libro mostra come, per sostenere la competitività e la crescita, nell’era della conoscenza, l’economia di mercato abbia bisogno di sistemi collaborativi, l’innovazione debba essere anche culturale, organizzativa, istituzionale e finanziaria, e vi siano importanti meccanismi microeconomici e aziendali che spiegano lo sviluppo. Le politiche regionali e urbane possono contribuire a promuovere una “nuova politica industriale” basata su nuovi investimenti e sull’innovazione.
Oltre a migliorare la qualità della vita dei cittadini, le smart city strategy accelerano l’emergenza dei settori tecnologicamente più avanzati con effetti moltiplicativi su redditi e occupazione. In questo scenario, le banche e i mercati – in Italia e in Europa – hanno un importante ruolo nel sostenere l’innovazione e la trasformazione dell’economia. Il libro mostra quali cambiamenti sono necessari sul piano dei servizi creditizi e finanziari, degli approcci e dei modelli di condotta ma anche delle forme di intermediazione più adeguate sia per rispondere alle esigenze delle imprese che innovano sia per assistere e rilanciare le imprese in difficoltà.
La transizione economica può essere accelerata solo se viene colmato il “doppio gap” di innovazione che accomuna le imprese e le banche. Ciò richiede una co-evoluzione che può essere facilitata dalla partecipazione delle banche ai sistemi collaborativi delle governance territoriali, anche per ridurre le knowledge asymmetry che, nell’era della conoscenza, ostacolano il finanziamento degli investimenti innovativi e rallentano lo sviluppo.
Maurizio Baravelli è professore ordinario di Economia e gestione della banca nell’università di Roma ‘La Sapienza’. E’ tra i promotori e coordinatori del gruppo di discussione “Crescita, Investimenti e Territorio.”