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Infratel entra in Asstel, cui prodest?

La notizia è passata in sordina, ma in realtà ha fatto molto rumore nella industry. Infratel Italia, la in-house del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), a ottobre entrerà in Asstel, l’Associazione di categoria aderente a Confindustria che rappresenta la filiera delle telecomunicazioni.

“E’ un passo importante – ha detto l’AD di Infratel Pietro Piccinetti e ci consentirà di contribuire attivamente al dibattito nazionale ed europeo su temi cruciali per la digitalizzazione del Paese”.

A chi giova questo ingresso?

Dietro le quinte se ne parla e la domanda principale è: ma a chi giova l’ingresso di una in-house all’interno di un’associazione di categoria che cura anche interessi sindacali?

Ricordiamo che Infratel è impegnata nella risoluzione del divario digitale infrastrutturale che affligge molte aree del nostro territorio e che opera con bandi, fondi pubblici ed assegnazioni molto delicate. All’interno di Asstel, si troverebbe gomito a gomito con con alcuni dei soggetti che di fatto vigila sul rispetto delle varie assegnazioni. Pensiamo solo al PNRR ed a quanto importanti siano le milestone da cui dipende il pagamento dei fondi Ue per i bandi ‘Italia 1 Giga’ e ‘5G Italia’.

Perché mai quindi un’in-house del Mimit, dovrebbe fare il suo ingresso in una associazione confindustriale di settore, che rappresenta gli interessi privati delle telco?

E’ opportuno?

Non ci sono limiti all’associazionismo, questo è vero. Ma in molti si stanno interrogando sull’opportunità di un’operazione del genere.

Un paragone

Per fare una similitudine un po’ azzardata, è un po’ come se Roma Capitale aderisse all’associazione nazionale dei costruttori edili (ANCE) e si trovasse poi a discutere, separatamente, soltanto con alcuni dei potenziali soggetti che poi parteciperanno a dei bandi emanati dal Campidoglio. Ci sono – è vero – molte ragioni di opportunità a trovarsi d’accordo sui vari temi. Ma la speranza è che nessuno resti escluso.

Se il Ministero del Lavoro aderisse ad un sindacato nazionale, magari alla Cisl, gli altri sindacati concorrenti potrebbero chiedersi, ma perché mai il Ministero non ha scelto noi invece della Cisl?

I fili che tengono uniti gli interessi pubblico e privati sono sottili, ma sono in molti a pensare che vanno tenuti ben separati, per evitare che si formi una matassa inestricabile.

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