Il sistema dell’informazione soffre per crescita di volume di contenuti falsi, oggi mediamente più alto rispetto al passato: ha raggiunto il livello massimo in corrispondenza del nuovo ciclo politico. Più del 57% della produzione di contenuti fake riguarda argomenti di politica e cronaca, circa il 20% argomenti di carattere scientifico. Lo dice il Rapporto “News vs. fake nel sistema dell’informazione” (Scarica il PDF) che oggi l’Autorità garante delle comunicazioni presenta in occasione del confronto organizzato dalla stessa Agcom presso la sede della Federazione nazionale della stampa. Si tratta del quinto appuntamento del Ventennale dell’Agcom organizzato dal commissario Mario Morcellini.
Il convegno punta a evidenziare le principali criticità del giornalismo, fornendo idee e suggerendo nuovi percorsi per rinnovare una professione messa sempre più in crisi da fake news, mala informazione e precariato. Molti gli interventi in programma: tra gli altri, i commissari Agcom Francesco Posteraro e Antonio Nicita, il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Verna, il vicesegretario della Fnsi, Mattia Motta hanno animato un confronto tra giornalisti, editori, economisti ed esponenti dei cosiddetti Over the Top.
#Agcom presenta oggi il rapporto sulla produzione di disinformazione in Italia basata su database unico 2016-18:
la presenza di contenuti falsi sembra essersi assestata su un valore mediamente piu alto rispetto al passato e ha raggiunto il livello massimo nel periodo elettorale. pic.twitter.com/wXONj8gZCG— Antonio Nicita (@AntonioNicita) 23 novembre 2018
Il Rapporto costituisce un primo esito dell’indagine conoscitiva su piattaforme digitali e sistema dell’informazione. Lo studio si fonda sui risultati emersi dall’impiego di una metodologia innovativa, che si avvale di un’enorme mole di dati provenienti da dataset relativi a diverse componenti dei sistemi dell’informazione: testate, fonti di disinformazione, giornalisti e cittadini/fruitori di notizie. Il rapporto parte dall’analisi statica e dinamica dell’informazione e della disinformazione prodotta in Italia, per poi porre l’accento sulle modalità di trattazione e diffusione delle notizie reali e false, nonché sui meccanismi di propagazione dei contenuti informativi, specie quelli fake, sulle piattaforme online. Si tratta di tematiche che presentano un forte impatto emotivo, possono risultare divisive e spesso, come nel caso delle notizie su scienza e tecnologia, non vengono trattate adeguatamente dal sistema informativo tradizionale.
“Strumento primario di conoscenza e di valutazione critica, il bene pubblico dell’informazione, oggetto di una qualificata attenzione da parte dell’Autorità, rientra nel novero dei diritti di rilevanza costituzionale, strettamente correlato ad altri principi fondamentali riconosciuti dal nostro ordinamento”. Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Angelo Marcello Cardani.
“Dinanzi alle note criticità che hanno investito il sistema dei media”, ha continuato, “è essenziale un impegno collettivo per coniugare l’innovazione con i valori del pluralismo, della trasparenza, del confronto e della veridicità dei contenuti, a garanzia di una autentica informazione di qualità a presidio della democrazia”.
“Oggi purtroppo nessun bene è garantito, bisogna guadagnarsi credibilità e autorevolezza nel lavoro quotidiano, ispirandosi ai valori del passato, ma parlando con i linguaggi degli utenti comprese le cosiddette periferie sociali”, ha detto il commissario Morcellini. Secondo Morcellini “è fondamentale far capire all’opinione pubblica e ai giornalisti che l’informazione è uno dei beni difesi dall’Autorità”.
“Il cambiamento che il Paese ha avuto è stato troppo accelerato e insufficientemente raccontato, sia dai sociologi e dagli studiosi che dagli stessi giornalisti”, ha rilevato il commissario, sottolineando come “giornalismo significhi far compagnia alle persone nel processo del cambiamento
, mettere in campo testi, sostegni e soprattutto dati, che mancano particolarmente, che aiutino le persone a rendere meno amaro e compulsivo il processo del cambiamento. Questo lavoro – ha concluso – il giornalismo non sempre è in grado di farlo perchè ovviamente la preparazione è stata per una stagione diversa”.
Al convegno intervenuti anche Carlo Verna, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, e Fabrizio Carotti, direttore generale della Fieg. “Finché ci sarà un presidente come Mattarella, in Italia la libertà di stampa non è a rischio ma sta subendo un cannoneggiamento al quale reagiremo”, ha detto Verna.
“Oggi una parte del governo si appalesa con molta evidenza come un avversario della libertà di stampa. Ci sono stati tanti attacchi, ma insulti di quel tipo da un ministro della Repubblica non se n’erano mai ricevuti. A quelli seguono altre provocazioni a cui risponderemo. È pressappochismo o volontà di destrutturare un sistema che attraversa un momento difficile?”, ha aggiunto il presidente Cnog.
Questa, ha spiegato Verna è “una situazione in cui servirebbe grande serenità, ci troviamo di fronte invece a un attacco quotidiano basato sugli slogan”. Per il presidente dell’Ordine dei giornalisti, di fronte alle sfide dell’oggi, “dobbiamo mantenere l’autorevolezza nella ricerca e nel rispetto della verità, nello stare all’interno di regole. Abbiamo bisogno di nuove regole che adattino nuovi principi a vecchie esigenze” dall’applicare la par condicio anche al web, alla “questione dell’informazione generata da bot”.
“I giornali restano l’architrave dell’informazione, anche se si può fare di più e meglio. Il ruolo degli editori è offrire le condizioni esterne strutturali affinché queste queste voci continuino ad esserci”, ha invece detto Fabrizio Carotti. “Alle aziende serve essere libere in un contesto di mercato e la certezza del quadro normativo”, ha aggiunto. “Le regole per tutelare un prodotto devono essere garantite, perché l’informazione di qualità necessità di risorse adeguate”.