“Dimentichiamo quel modello walrasiano, in cui l’informazione è completa. Nel modello che caratterizza la nostra economia, invece, l’informazione è spesso incompleta, talvolta addirittura asimmetrica, e non sempre i soggetti godono del medesimo grado di conoscenza”. È quanto ha dichiarato il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Antonio Martusciello, intervenuto oggi al convegno su disinformazione commerciale e scelte dei consumatori.
“Dinanzi a queste situazioni, l’ordinamento ha da sempre cercato di reagire: dalla disciplina contrattualistica con la teoria degli obblighi di informazione, a quella consumeristica con la tutela in materia di pratiche commerciali scorrette”, ha ricordato il Commissario. “L’obiettivo del legislatore – ha aggiunto – è stato quello di creare le condizioni strutturali affinché le informazioni possano circolare tra gli operatori in maniera efficiente, consentendo che le scelte dei singoli siano libere e razionali, basate sulla conoscenza di dati obiettivi e comparabili”.
“Ma la logica della condivisione tra pari determina molteplici cambiamenti e il consumatore è sempre più alla ricerca di esperienze di consumo altrui. Dinanzi a questo scenario – ha spiegato – diventa sempre più facile introdurre elementi distorsivi che, sfruttando le emozioni, possono provocare un corto circuito su un’analisi razionale”. Per Martusciello, è necessario porre regole più precise. In primo luogo, individuare un freno all’utilizzo di robot che diffondono impunemente disinformazione. In secondo luogo, è importante una detection tempestiva di questi fenomeni. Del resto “se è la fiducia ormai a costituire la principale valuta del mercato, attenzione” – ha ammonito Martusciello – “essa si guadagna in gocce, ma si perde a litri”.