Pubblicato il Rapporto “Informatica per le Smart Cities“, il primo studio promosso dal Consorzio Inter-universitario Nazionale per l’Informatica (CINI) e curato dal team guidato dal professore Giuseppe Anastasi del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano. L’indagine è stata effettuata sui progetti di ricerca in atto nelle Unità di Ricerca CINI in Italia.
Un settore, le smart city, finanziato principalmente da enti pubblici locali, Governo e Unione europea, che tutti assieme raggiungono il 92%, con il restante 8% coperto da aziende ed enti privati. “Complessivamente sono stati analizzati 132 progetti – ha spiegato in una nota Anastasi – l’auspicio è che questo report serva a pubblicizzare le soluzioni tecnologiche già esistenti e a favorire la nascita di nuove idee progettuali”.
Rendere le città più smart, ovvero più sostenibili, più inclusive, più vivibili, più a misura di cittadino, “è un processo assai complesso che coinvolge diversi attori e presenta numerose sfide in campo tecnologico, sociale, organizzativo e politico – ha precisato il docente pisano – tuttavia, il ruolo dell’informatica e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) è sicuramente imprescindibile“.
Dallo studio emerge come alcuni segmenti smart city attirano gli investitori più di altri: l’efficienza energetica, gli edifici intelligenti (smart buildings) e la mobilità sostenibile (smart mobility) sono quelli in cui si registrano il maggior numero di programmi attivi (40% del totale).
Molti anche i progetti in corso d’opera, su come utilizzare gli strumenti informatici a supporto della sanità e per l’assistenza a disabili e anziani (12%), per la sicurezza dei cittadini (10%), per la sostenibilità ambientale (9%), per favorire lo sviluppo del turismo (9%) e per agevolare l’open government, pratiche di governo più trasparenti e partecipate (9%).
All’interno del panorama smart city, i ricercatori pisani si distinguono in modo specifico nei settori dell’efficienza energetica, della mobilità sostenibile e delle tecnologie per la sanità e l’assistenza, oltre che per gli studi sulla realizzazione della futura Internet delle Cose.
Il CINI è costituito da 36 Università pubbliche ed è oggi uno dei principali poli per la ricerca nazionale nell’ambito dell’Information & Communication Technology.