Sindacati delle telecomunicazioni pronti alla mobilitazione, se in tempi stretti non arriverà una convocazione da parte del Governo per un confronto sulle prospettive del settore. Da tempo le Tlc sono in grande sofferenza, strette nella tenaglia della iper competizione e della guerra dei prezzi che erode ricavi e margini degli operatori e non solo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la convocazione al Mise di DAZN da parte del ministro Giancarlo Giorgetti e della sottosegretaria Anna Ascani. Il calcio più importante della rete unica, della digitalizzazione del paese e delle sorti del settore? Uno sfregio al paese per i sindacati. Ne abbiamo parlato con Salvo Ugliarolo, segretario generale della Uilcom Uil.
Key4biz. I sindacati si sono inalberati per la convocazione di DAZN al Mise. Com’è al momento il clima nel settore delle telecomunicazioni?
Salvo Ugliarolo. E’ dai tempi del ministro Calenda che non c’è più un tavolo di confronto con il Governo sul settore delle telecomunicazioni. Quindi, è dai tempi del Governo Renzi e di quello Gentiloni che noi non abbiamo più un tavolo che serve a compensare le tematiche che ovviamente ci sono anche nei nostri settori di competenza, come nel paese. I tavoli di crisi sono tutti fermi. Noi abbiamo avuto al Mise Di Maio, Patuanelli, Catalfo al ministero del Lavoro e ora Giorgetti senza nessun incontro.
Key4biz. Ma con la sottosegretaria Anna Ascani vi siete incontrati.
Salvo Ugliarolo. Ci siamo incontrati con la sottosegretaria Ascani a maggio, dopo uno stato di agitazione e un presidio sotto il ministero e ci hanno chiamato. L’abbiamo incontrata, ci hanno detto che stavano facendo il monitoraggio della mappatura per il cablaggio della rete e che ci avrebbero dato un riscontro nel giro di qualche settimana, entro giugno. Ma forse non abbiamo capito bene ed era giugno 2022.
Key4biz. E poi?
Salvo Ugliarolo. Nel frattempo, la goccia che ha fatto traboccare il vaso sono le fibrillazioni che arrivano da dentro Telecom, dove ruota tutto un mondo, tra diretti e indiretti si tratta di 100mila posti di lavoro. Posti di lavoro che si mettono a rischio perché siamo in un paese che non decide.
Key4biz. Cosa non decide il Paese?
Salvo Ugliarolo. Il paese ha lasciato mano libera alle associazioni dei consumatori, all’Antitrust, alla liberalizzazione sfrenata, vedi Iliad quarto operatore, alla guerra dei prezzi. Alla fine, il settore delle Tlc sta bruciando da anni centinaia di miliardi di euro. E non è che il Governo si può ricordare di questo settore soltanto quando deve attingere all’asta per il 5G, mentre quando si chiede al Governo di provare a aprire una riflessione almeno che ci si sieda intorno a un tavolo per capire se ci sono le condizioni di poter arrivare a delle proposte che possano dare respiro alle telco nel loro insieme e al settore delle Tlc, che ha fatto la sua parte anche durante la fase della pandemia. E questo non avviene.
Key4biz. Governo non pervenuto sulle Tlc?
Salvo Ugliarolo. Il ministro Giorgetti, così come il suo collega Colao. Ci sono due rami per così dire importanti se non fondamentali a supporto al contesto delle telecomunicazioni e paradossalmente sia il Mise sia il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale non hanno fatto assolutamente nulla. Se questo è lo spirito con cui questi due dicasteri vogliono affrontare i problemi, e cioè non affrontarli, noi siamo pronti ad aprire una mobilitazione forte a difesa del settore, a difesa delle aziende e dei lavoratori. Il che vuol dire che se ne assumeranno la responsabilità sia Giorgetti e soprattutto Colao, il quale deve capire che non fa più il manager, ma fa il ministro di questo Stato. E quindi cominci a spiegare al sindacato qual è l’idea e il progetto che ha.
Key4biz. Si riferisce ai fondi del Pnrr?
Salvo Ugliarolo. Se diversamente qualcuno pensa di utilizzare i fondi del Pnrr a proprio piacimento e senza una visione di intenti che dia stabilità a questo settore, noi non ci stiamo.
Key4biz. Parlando di Tim, cosa pensano i sindacati dell’operato dell’attuale management? I ricavi sono in flessione dal 2018 e da allora hanno perso 4 miliardi all’anno.
Salvo Ugliarolo. L’azienda sicuramente ha perso dei ricavi ma non soltanto per scelte imputabili al management quando c’è una concorrenza sui prezzi tale che le marginalità sono state bruciate. Non si può imputare soltanto a chi guida lo sbaglio, quando poi sui fondi per le aree grigie, le aree bianche e quelle nere ad alta intensità praticamente non c’è una linea chiara da parte del Governo, che vuole continuare a frammentare anziché tentare di usare un unico serbatoio sull’infrastruttura di rete. Noi non siamo tifosi a prescindere. La rete unica c’è ancora sul tavolo o non c’è? Noi siamo fermi a quello che fu fatto nell’agosto del 2020, con l’allora ministro del Mef Roberto Gualtieri oggi sindaco di Roma, dove si era trovata una soluzione nella operazione di partnership tra Tim, Open Fiber nel progetto di utilizzare al meglio le risorse. Nessuno ha mai detto che questo progetto è stato cancellato o se è ancora in piedi. Non si sa niente. Non c’è un confronto. Non c’è un dialogo. Nessuno riscontro da parte del Governo. Se non cambieranno le cose apriremo una conflittualità forte e dura.
Key4biz. Quali i problemi principali della filiera?
Salvo Ugliarolo. Non si può fare politica industriale pensando soltanto all’offerta più bassa. Bisogna puntare alla qualità. Non è che su questi argomenti, mi riferisco alla politica di Iliad ad esempio, il Governo può stare sempre silente. Io penso che siano argomenti di politica industriale di un settore, come quello delle Tlc, che è importante. Ci sono poi diversi altri temi che riguardano il settore: non soltanto la rete unica, ma anche gli investimenti in nuove reti, il mondo dei contact center, le gare al massimo ribasso come ho accennato prima, la PA e le gare per i call center, le gare Consip, i rapporti con le Authority, le gare per le aree grigie e così via.