Nel settore delle telecomunicazioni il 2020 è stato un anno record per i volumi di traffico dati: +50% sia per il fisso che per il mobile. Eppure i ricavi degli operatori (ma ormai questa è una costante negli ultimi 10 anni) hanno fatto registrare un calo di 1,5 miliardi, attestandosi nel complesso a 28,5 miliardi, il valore più basso degli ultimi 10 anni. Questo il paradosso che emerge dal Rapporto sulla filiera delle telecomunicazioni in Italia, presentato da Asstel insieme alle organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Unlcom-Uil.
Ipercompetitività e guerra dei prezzi. Ma crescono gli investimenti
La ragione, rileva lo studio, è da attribuire a un “contesto iper-competitivo” che “ha comportato un ulteriore calo dei prezzi”. Uno scenario, tuttavia, del quale non risentono gli investimenti, che con 7,4 miliardi (oltre 100 milioni di oneri per frequenze) hanno raggiunto l’incidenza record del 26% sul fatturato totale degli operatori.
Chiesto un tavolo di confronto al Governo
Dal settore, intanto, emerge la richiesta al governo di aprire un tavolo di confronto, ipotesi che trova favorevole il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando: “Sì, per quanto riguarda le competenze del mio ministero – ha detto intervenendo alla presentazione del Rapporto -, innanzitutto per ragionare su come si può fare partire il Fondo” bilaterale di settore, “ma anche sul tema che riguarda la formazione”.
Upskilling e reskilling, serve un miliardo fino al 2025
Tema cruciale, questo, per il futuro di un settore che fino al 2025 avrà bisogno per rinnovarsi di oltre un miliardo di euro, destinato a programmi di formazione, nuove assunzioni e a dar seguito al cambio generazionale. In Italia il numero di dipendenti diminuirà di circa 10mila addetti nei prossimi anni, ma la percentuale di over40 non calerà, rimanendo anche nel 2025 attorno all’85%. Questo, sottolinea il rapporto, comporterà importanti investimenti in formazione: nel 2020 le attività di upskilling e reskilling hanno coinvolto, rispettivamente, 80mila e 27mila dipendenti del settore, un numero che crescerà con la previsione, dal 2021 al 2025, di formare più di 100mila lavoratori all’anno, con una spesa complessiva di circa 110 milioni di euro.
“La Filiera – ha spiegato il presidente di Asstel, Massimo Sarmi – è in profonda trasformazione e sta affrontando due grandi sfide: affiancare le istituzioni nella missione di digitalizzare il Paese attraverso lo sviluppo di un’infrastruttura ultrabroadband fissa e mobile ad altissima velocità nel minor tempo possibile; ampliare le proprie competenze interne e il modello di business, per ricoprire un ruolo importante nello sviluppo e nella diffusione di nuove piattaforme di servizio”. Per il direttore di Asstel, Laura Di Raimondo, è necessaria “una formazione continua e permanente, sia nel merito delle ‘hard skill’, che diventano obsolete nel tempo, che delle ‘soft skill’, pure importanti per un’evoluzione delle professioni”. Su uno dei temi centrali in discussione, quello del calo dei prezzi, è intervenuto il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, che ha sottolineato come “se c’è un calo molto forte, gli operatori devono guardarsi negli occhi, perché i prezzi non li fanno i politici o i regolatori”. Colao ha poi ricordato come il governo si sia mosso con il decreto semplificazioni e sia pronto ad ascoltare altri input dal settore.
Sintesi dei dati
Nel 2020 ricavi degli Operatori TLC pari a € 28,5 miliardi (-1,5 miliardi rispetto al 2019). In 10 anni calo dei ricavi e dei prezzi in Italia superiori a quelli degli altri grandi Paesi europei.
● Investimenti pari a € 7,4 miliardi, con incidenza record del 26% sui ricavi totali degli Operatori TLC. Rispetto alle altre Utility il settore Telco si conferma quello con i maggiori investimenti, seppur con ricavi e prezzi in calo.
● Saldo di cassa degli Operatori TLC(differenza tra EBITDA e CAPEX) pari a 2,5 miliardi di euro, valore più basso di sempre (nel 2010 era 10,5 miliardi di euro), segno che la marginalità del settore è assorbita dai flussi di cassa necessari a sostenere gli investimenti.
● Al contrario dei ricavi, continuano a crescere i consumi (+50% sia per il traffico dati fisso sia per il traffico dati mobile) e le sottoscrizioni alle reti fisse con prestazioni oltre 100 Mbps che, a dicembre 2020, hanno raggiunto il numero di 9,5 milioni, pari al 52,6% del totale accessi broadband (+35% rispetto ai 7,1 milioni del 2019).
● Sviluppo delle reti fisse ad altissima velocità e del 5G (elementi chiave per la digitalizzazione del Paese) e trasformazione del modello di business e delle competenze per giocare un ruolo centrale nei mercati digitali sono le sfide all’orizzonte per la ripresa del settore.
● Per sostenere le necessità di trasformazione professionale le imprese TLC stanno investendo in attività di upskilling e reskilling: nel 2020 gli Operatori hanno erogato 4/5 giornate medie di formazione per addetto. Dal 2021 al 2025 si prevede in media la formazione di oltre 100mila dipendenti all’anno della Filiera, con una spesa complessiva di circa 110 milioni di euro e l’erogazione di 4 giornate medie di formazione per persona.