I lavoratori di tutto il mondo guardano con apprensione crescente all’ingresso delle macchine in produzione o in ufficio. In realtà è qualcosa che sta già accadendo da anni, ma ultimamente le tecnologie informatiche e digitali stanno facendo passi da giganti e tra software, algoritmi e robot sarà sempre più difficile per noi umani mantenere un posto di lavoro.
Per il momento, però, la situazione appare molto meno drammatica rispetto alle previsioni più fosche degli ultimi tempi. Secondo uno studio di Bloomberg Intelligence, delle 13 multinazionali più grandi dell’industria dell’automobile, con almeno 100 mila dipendenti, ben 11 dal 2013 ad oggi, al netto degli investimenti in tecnologie di nuova generazione, hanno aumentato il numero di assunzioni.
Si tratta, complessivamente, di 3,1 milioni di nuovi occupati, l’11% in più rispetto al 2013.
“Negli ultimi cinque anni l’industria automobilistica dei mercati emergenti è cresciuta notevolmente, è il caso della Cina, e certamente le imprese hanno avuto bisogno di aumentare il proprio organico, assumendo un gran numero di lavoratori”, ha spiegato in una nota Steve Man, analista presso Bloomberg Intelligence in Hong Kong.
In effetti, tutto ciò o quasi era possibile lasciare alle macchine è passato nel regno dell’automazione molti anni fa, mentre al momento le aziende sanno bene che i settori dove maggiormente bisogna spendere risorse sono quelli del software, della ricerca, sviluppo e innovazione, della gestione dei dati.
Motivo per cui, al crescere dell’industria e dei mercati, le società vanno a caccia di figure professionali particolarmente competenti in questi nuovi settori ad alto tasso di crescita.
Ci sono realtà in Cina, come nel caso di giganti del calibro di SAIC Motor, Dongfeng Motor Group e BYD (tra i cui investitori c’è anche Warren Buffett), che hanno aumentato il proprio personale anche del 24% dal 2013 ad oggi.
Dall’altra parte del mondo, la Volkswagen ha aumentato il numero di impiegati del 12%.
A livello mondiale, delle 13 aziende automotive più grandi, solo General Motors e Nissan hanno registrato una sensibile riduzione del personale, ma non a causa dei maggiori investimenti in industria 4.0, piuttosto per le scarse vendite che hanno segnato soprattutto il 2017.
L’anno passato il numero di auto prodotte a livello globale ha raggiunto i 97 milioni, l’11% in più rispetto al 2013, con il mercato cinese che da solo ha raggiunto il 30% del totale, seguito da quello USA (12%), giapponese (10%) e tedesco (6%).
Nello stesso periodo di tempo sono state vendute 85 milioni di autovetture, con un incremento sempre dell’11%.