Presentato oggi pomeriggio a Roma il nuovo Network Nazionale Industria 4.0. La piattaforma, che servirà per promuovere e diffondere i vantaggi alle imprese “derivanti da investimenti in tecnologie in ambito Industria 4.0”, è stata illustrata direttamente dal Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.
L’iniziativa, si legge in una nota del Ministero dello Sviluppo economico (Mise), si costituisce di numerosi punti distribuiti sul territorio nazionale, “che perseguono in varie declinazioni il comune obiettivo di accompagnare e supportare le imprese nella trasformazione digitale 4.0”, attraverso le seguenti attività:
- diffusione della conoscenza sui vantaggi derivanti da investimenti in tecnologie in ambito Industria 4.0 e dal Piano nazionale Industria 4.0;
- affiancamento alle imprese nella comprensione della propria maturità digitale e nell’individuazione delle aree di intervento prioritarie;
- rafforzamento e diffusione delle competenze sulle tecnologie in ambito Industria 4.0;
- orientamento delle imprese verso le strutture di supporto alla trasformazione digitale e i centri di trasferimento tecnologico;
- stimolo e supporto alle imprese nella realizzazione di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale.
Il network nazionale, come anticipato, si compone di 77 Punti d’Impresa Digitale (PID), in capo alle Camere di Commercio, che offriranno la diffusione della conoscenza di base sulle tecnologie in ambito Industria 4.0; 85 innovation hub (30 in capo a Confartigianato; 28 a CNA; 21 a testa tra Confindustria e Confcommercio).
I PID e gli innovation hub offriranno sia formazione avanzata su tecnologie e soluzioni specifiche per i settori di competenza, sia il coordinamento delle strutture di trasformazione digitale e dei centri di trasferimento tecnologico.
Fondamentali per il Network 4.0 sono infine i competence center, che avranno per oggetto:
- la valutazione della maturità digitale delle imprese, attraverso l’individuazione delle aree di intervento prioritarie e lo sviluppo dei corsi di alta formazione;
- l’alta formazione, attraverso la promozione e la diffusione di competenze su linee produttive dimostrative e lo sviluppo di casi d’uso;
- i progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, attraverso la concentrazione dei progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale su tecnologie e soluzioni già presenti sul mercato, o prossime alla commercializzazione, e il sostegno alle potenziali imprese committenti nella fase di implementazione e di monitoraggio dei risultati.
Sempre al Mise, nei giorni scorsi, è stato presentato il recente Rapporto dell’’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) “La Nuova Rivoluzione industriale: implicazioni per i governi e per le imprese”, centrato sugli effetti, positivi e negativi, che tacnologie come stampa 3D, Interne of Things, robotica/automazione, realtà aumentata, economia dei dati, intelligenza artificiale, cloud, nuovi materiali, avranno sul mondo dell’economia e soprattutto su quello del lavoro.