50 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati in 5 anni per la digitalizzazione dell‘industria e delle pubbliche amministrazioni europee e per stimolare gli investimenti attraverso reti e partenariati strategici.
E’ quanto ha messo sul piatto la Commissione europea che ha presentato oggi un pacchetto di misure (#DigitiseEU) per aiutare l’industria europea, le PMI, i ricercatori e le autorità pubbliche a trarre il massimo vantaggio dalle nuove tecnologie
“L’Europa – ha affermato il Commissario responsabile per l’Economia e le società digitali Günther H. Oettinger – possiede una base industriale molto competitiva ed è leader in settori importanti a livello mondiale. Ma potrà conservare un ruolo guida solo se la sua industria verrà digitalizzata in modo rapido ed efficace. Le nostre proposte mirano a questo. È necessario uno sforzo comune a livello europeo per attirare gli investimenti di cui abbiamo bisogno per la crescita dell’economia digitale”
Our #DigitiseEU plan should mobilise €50 billion of public & private investments https://t.co/yh1RagspzB pic.twitter.com/K9Bscgbhmi
— Günther H. Oettinger (@GOettingerEU) 19 aprile 2016
Ecco nel dettaglio il piano d’investimenti:
- 37 miliardi andranno a rilanciare l’innovazione digitale. Di questa cifra, 22 miliardi in 5 anni riguarderanno investimenti in partenariati pubblico-privato (PPP) digitali. La somma include 4 miliardi di fondi pubblici Ue dal piano di ricerca e innovazione Horizon 2020. Un miliardo arriverà dagli Stati membri nell’ambito del programma Electronic Components and Systems for European Leadership (ECSEL). Altri 17 miliardi dovrebbero arrivare dal settore privato e ulteriori 15 miliardi dai bilanci nazionali destinati alla ricerca. In questo senso la Commissione incoraggia gli Stati membri a dedicare almeno 3 miliardi di euro per ciascuno dei cinque anni dai budget per l’ICT, la ricerca e l’innovazione per la ricerca nei settori chiave identificati dalle aziende coinvolte nei PPP digitali.
- 5,5 miliardi in 5 anni saranno destinati agli Innovation Hub. Il grosso di questa cifra – 5 miliardi – proverrà dai fondi nazionali e regionali mentre 500 milioni proverranno da Horizon 2020.
- 6,3 miliardi la cifra stanziata per i componenti elettronici.
- 6,7 miliardi per la European Cloud Initiative. Di questa cifra, 2 miliardi proverranno da Horizon 2020 e altri 4,7 miliardi in 5 anni dal settore privato.
Tre, in particolare, saranno i pilastri del Piano, il cui principale obiettivo sarà di consentire all’industria di “sfruttare appieno le opportunità digitali in tutti i settori e indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa per essere competitiva a livello mondiale”:
- lo sviluppo di norme tecniche comuni nei settori prioritari (dal 5G all’ internet delle cose, dal cloud computing alla scienza basata sui dati);
- la digitalizzazione dei servizi pubblici;
- la transizione verso il digitale di un’industria ancora per troppi versi ancorata ai sistemi produttivi e ai sistemi analogici. Un’arretratezza insostenibile nell’era dell’Internet of Things e del data analytics, che investe tanto i settori tradizionali – dall’edilizia all’agroalimentare, dal tessile alla siderurgia – quanto le PMI.
Per comprendere la posta in gioco, la Ue indica i risultati di un recente studio secondo il quale “la digitalizzazione dei prodotti e dei servizi incrementerà le entrate annuali delle imprese di oltre 110 miliardi di euro in Europa nei prossimi cinque anni”.
A questo scopo, sarà anche creato – lo ha annunciato sempre oggi la Commissione – un cloud europeo che, come primo obiettivo, fornirà a 1,7 milioni di ricercatori e 70 milioni di professionisti della scienza e della tecnologia europei un ambiente virtuale per l’archiviazione, la gestione, l’analisi e il riutilizzo di grandi volumi di dati della ricerca.
Gli sforzi per fare dell’Europa un Continente moderno e competitivo passeranno da varie vie. Ecco l’elenco fornito dalla Commissione:
- coordinare le iniziative nazionali e regionali in materia di digitalizzazione dell’industria mantenendo un dialogo continuo a livello europeo con tutte le parti coinvolte. Un quadro di governance sarà istituito dagli Stati membri e dall’industria;
- concentrare gli investimenti nei partenariati pubblico-privato dell’UE e incoraggiare fortemente ricorso alle opportunità offerte dal piano di investimenti dell’UEe dai Fondi strutturali e di investimento europei.
- investire 500 milioni di EUR in una rete paneuropea di poli di innovazione digitale (centri di eccellenza nelle tecnologie)in cui le imprese potranno ricevere consigli e sperimentare le innovazioni digitali;
- definire progetti pilota su larga scala per potenziare l’internet delle cose, i processi produttivi avanzati e le tecnologie in ambiti quali città intelligenti, domotica, automobili connesse o sanità mobile;
- adottare una normativa adeguata alle esigenze futureche faciliti il libero flusso dei dati e chiarisca i diritti di proprietà dei dati generati da sensori e dispositivi intelligenti. La Commissione intende inoltre riesaminare le norme sulla sicurezza e l’affidabilità dei sistemi autonomi;
- presentare un’agenda europea per le competenze che contribuisca a dotare i cittadini delle competenze necessarie per i posti di lavoro nell’era digitale.
Altrettanta attenzione sarà posta alla modernizzazione delle pubbliche amministrazioni, grazie a un piano d’azione per l’eGovernment che include 20 misure da varare entro la fine del 2017.
Eccole nel dettaglio:
- istituire uno sportello digitale unico che permetta agli utenti di ottenere tutte le informazioni, l’assistenza e i servizi di risoluzione dei problemi necessari a operare in modo efficiente a livello transfrontaliero;
- connettere tra di loro tutti i registri delle imprese e i registri fallimentari e collegarli al portale della giustizia elettronica, che diverrà uno sportello unico;
- definire un progetto pilota con le amministrazioni per applicare il principio di “una tantum” per le imprese a livello transfrontaliero; ciò significa che le imprese dovranno fornire la documentazione alle autorità pubbliche in un solo paese dell’Unione, anche se opereranno in altri Stati membri dell’UE;
- aiutare gli Stati membri a sviluppare servizi di sanità elettronica transfrontalieri come le prescrizioni e le cartelle cliniche elettroniche;
- accelerare la transizione verso gli appalti elettronici, le firme elettroniche e l’attuazione del principio “una tantum” negli appalti pubblici.
Per quanto concerne gli aspetti della standardizzazione, la Commissione intende concentrarsi su cinque settori prioritari, nel momento in cui si chiede all’industria e agli organismi di normazione di stabilire le norme: 5G, cloud computing, internet delle cose, tecnologie dei dati e cibersicurezza. Verranno quindi cofinanziate prove e sperimentazioni di tecnologie per accelerare l’elaborazione delle norme tecniche, anche attraverso partenariati pubblico-privato, per garantire la definizione tempestiva di norme tecniche allo scopo di stimolare l’innovazione e la crescita delle imprese.
Un approccio rapido e mirato che consentirà, sottolinea la Commissione, “di accelerare lo sviluppo e l’adozione di tecnologie quali le reti elettriche intelligenti, i servizi di sanità mobile, i veicoli connessi e altri settori. L’UE prevede di sostenere la partecipazione di esperti europei nelle decisioni di normazione internazionali affinché le idee europee contribuiscano a soluzioni globali”.