L’Italia resta agli ultimi posti in Europa, esattamente al quartultimo posto in 25esima posizione su 28, per grado di digitalizzazione del Paese (abbiamo perso una posizione in un anno), con gravi ritardi per quanto riguarda le competenze digitali e diffusione della connettività ultraveloce, sopra ai 100 Mbps, che ci vede al 17esimo posto con un incremento di appena 4 punti percentuali (dal 9% al 13%) nella classifica over 100 Mbps. E’ quanto emerge dall’indice DESI (Indice di digitalizzazione dell’economia e della società), lo strumento usato dalla Commissione Europea per monitorare il progresso digitale degli Stati membri dal 2014. L’unico ambito del digitale in cui il nostro paese continua ad eccellere è la propensione alla realizzazione di nuove reti 5G: in questa speciale clasifica siamo al terzo posto.
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Il 26% degli italiani non usa Internet
“Solo il 74% degli italiani usa abitualmente Internet. Sebbene il paese si collochi in una posizione relativamente alta nell’offerta di servizi pubblici digitali (egovernment), il loro utilizzo rimane scarso. Analogamente, le imprese italiane presentano ritardi nell’utilizzo di tecnologie come il cloud e i big data, così come per quanto riguarda l’adozione del commercio elettronico”, si legge nel report.
Connettività
Per quanto riguarda la copertura VHCN, connessioni sopra i 100 Mbps, l’Italia ha accelerato il ritmo di diffusione della fibra ma resta ancora indietro (con solo il 30%) rispetto alla media UE del 44% (che tuttavia comprende anche il passaggio delle reti via cavo al DOCSIS 3.1).
Quanto al futuro, con riferimento agli indicatori DESI particolarmente rilevanti per la ripresa economica dopo la crisi Covid-19, i risultati conseguiti dal paese sono limitati per quanto riguarda le competenze digitali e la digitalizzazione delle imprese, così come resta modesto l’uso dei servizi pubblici digitali.
Italia sempre in grave ritardo per utilizzo dei servizi digitali della PA.
Bellezza (Infratel) ‘Situazione migliorerà l’anno prossimo’
“L’indice DESI 2020 appena pubblicato dalla Commissione UE pone il nostro Paese al 17° posto in UE per servizi di connettività con un incremento di appena 4 punti percentuali nella connettività over 100 Mbps (dal 9% al 13%). L’entità dell’intervento pubblico messo in campo in questi anni ed affidato alla concessionaria Open Fiber avrebbe dovuto condurre a risultati ben diversi. Dall’inizio dell’anno abbiamo avviato un dialogo continuo con la concessionaria per superare le criticità nella realizzazione del piano BUL e contiamo di conseguire risultati più soddisfacenti nel prossimo DESI”, dichiara l’amministratore delegato di Infratel Italia Marco Bellezza.
“Appaiono in via di risoluzione le questioni evidenziate dalla concessionaria circa il rilascio dei permessi e le semplificazioni nella realizzazione delle opere che Infratel Italia ha accolto favorevolmente per accelerare la realizzazione dell’infrastruttura a banda ultralarga. Ora la concessionaria ci espone criticità nel reperimento di personale per le aziende di rete che realizzano le opere. Nella fase di ripartenza riteniamo che tutti debbano fare la propria parte senza risparmiarsi e invitiamo la concessionaria a porre in essere tutte le misure necessarie per realizzare gli obiettivi a piano per il 2020. Da lunedì prossimo sarà attivo il nuovo sito BUL che in maniera semplice darà contezza dello stato del progetto BUL in modo da consentire ai cittadini l’esercizio di un controllo diffuso sull’attività di Infratel Italia e del concessionario Open Fiber”, conclude l’amministratore delegato.
Today we publish the results of the 2020 Digital Economy and Society Index.#DESIeu tracks the progress made in EU Countries on:
— DigitalSingleMarket (@DSMeu) June 11, 2020
1. #Connectivity
2. #digitalskills
3. #Internet usage
4. integration of #DigitalTechnologies
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Avenia ‘E’ un disastro annunciato‘
Il rapporto, appena pubblicato, indica che peggio di noi fanno solo Romania, Grecia e Bulgaria, ma anche che noi siamo i più indietro in assoluto per quanto riguarda il capitale umano, dove ci piazziamo all’ultimo posto registrando livelli di competenze digitali di base e avanzate fra i più bassi in Ue.
“E’ un disastro annunciato – commenta Cesare Avenia presidente di Confindustria Digitale – i nostri allarmi sono rimasti inascoltati, nonostante esattamente un anno fa avessimo presentato un Piano straordinario per accelerare la trasformazione digitale del Paese attraverso misure strutturali atte a colmare il ritardo tecnologico e di competenze”.
“L’Italia vive una contraddizione insostenibile – conclude Avenia – fra l’essere nei primi dieci paesi industrializzati al mondo e fra gli ultimi nel ricorso all’innovazione. Una contraddizione che si trascina da anni e che si è tradotta in un vero e proprio blocco delle capacità non solo di crescita, ma anche di progettare un paese nuovo, più semplice, performante ed efficiente, in grado di attrarre investimenti e aprire nuove opportunità ai giovani”.