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Il 21,6% di tutte le cittadinanze in Europa, 989.900. La Francia le ha ridotte
I dati sono del 2022, i più recenti forniti da Eurostat. Ma sono altrettanto interessanti. Due anni fa tutti gli Stati europei hanno concesso la cittadinanza a 989.940 persone, in forte crescita rispetto alle 826.800 del 2021 e alle sole 730.700 del 2020, anno nel quale le concessioni della cittadinanza sono state certamente influenzate dalla pandemia. Anche prima del Covid, comunque, non si erano mai raggiunte queste cifre, il dato più alto era stato quello del 2016, quando a essere diventati cittadini di uno stato europeo erano stati in 843,894
Quasi 1 milioni di europei in più in un anno
Ed ecco la notizia: la maggior parte delle cittadinanze sono state concesse proprio dall’Italia, come si vede dal nostro grafico. Roma “copre” il 21,6% del totale europeo pari a 213.716 stranieri diventati nuovi italiani nel 2022. Nella classifica segue la Spagna con 181.581 persone diventate spagnole, pari al 18,3% del totale continentale, mentre la Germania è solo terza con 166.640 nuovi tedeschi, pari al 16,8% del totale. Quarta è la Francia con 114.483 nuove cittadinanze concesse ovvero l’11,6% del totale e poi viene la Svezia con 92.225 nuovi svedesi, il 9,3% del totale.
Questi numeri non sono un caso, Italia e Spagna sono tra i Paesi con immigrazione più recente, è solo dalla fine degli anni ’90 e dagli anni 2000 che il fenomeno migratorio è diventato importante ed è ora che, dopo 10 o 20 anni trascorsi come residenti stranieri, in molti chiedono di diventare cittadini a pieno titolo, avendo raggiunto i requisiti richiesti o magari per matrimonio. Non solo, è in crescita anche il dato di coloro che sono nati da genitori immigrati e che, nel nostro caso, possono diventare italiani dopo i 18 anni. In altre realtà, come la Francia, la Germania, la Svezia, l’immigrazione era cominciata prima e sono tanti quelli che già da decenni hanno ottenuto il passaporto del Paese in cui si sono trasferiti o in cui sono nati.
Il 4,25% degli stranieri è diventato italiano nel 2022
Proprio la Svezia, però, rimane prima in termini percentuali, ovvero di acquisizioni di cittadinanza in relazione al numero degli stranieri presenti, ben il 10,6% di loro è diventato svedese nel 2022, un record, ma anche negli anni precedenti il Paese scandinavo era stato più “generoso” degli altri europei. L’Italia è quarta con il 4,25%, appena sotto i Paesi Bassi e la Norvegia e nell’ultimo decennio ha comunque sempre superato la media Ue. Molto meno propensi a concedere la cittadinanza sono gli Stati dell’Est e anche la Germania, dove nel 2022 l’ha ottenuta solo l’1,53% degli stranieri e dove anche in passato le autorità sono sempre state meno propense di quelle italiane a nuove concessioni.
L’aumento dei nuovi italiani tra il 2021 e il 2022
Il dato principale rimane, però quello della crescita dei nuovi cittadini nel 2022, in Europa in un anno le concessioni di nuove cittadinanze sono aumentate di ben il 18,9%.
In Italia, in particolare, sono state concesse circa 92.200 cittadinanze in più rispetto al 2021, un dato che “trascina” quello continentale dato che gli altri Stati hanno sì concesso più cittadinanze rispetto all’anno prima, ma mai quanto l’Italia. Sempre considerando la differenza tra le cittadinanze concesse nel 2021 e nel 2022 al secondo posto c’è la Spagna che ha permesso a 37.600 persone in più di diventare spagnoli. Poi c’è la Germania, più 36.600 e il Belgio, 9.300 in più. Seguono i Paesi che hanno stretto i cordoni e che nel 2022 hanno approvato molte meno nuove cittadinanze rispetto all’anno prima, come la Francia, dove sono scese di 15.900 unità. Segno meno anche per i Paesi Bassi, meno 9.300, e il Portogallo, meno 3.700.
Nel caso del nostro Paese il 2022 ha segnato un record di nuovi italiani, nel 2016, l’anno con più nuovi italiani nello scorso decennio, non si era andati oltre i 201.591.
Da dove vengono i nuovi europei
Tra quelli che hanno ottenuto la cittadinanza in uno dei Paesi europei nel 2022, l’87% erano precedentemente cittadini di Stati non europei, in particolare erano marocchini (112.697), siriani (90.351), albanesi (50.271), turchi (29.721) e ucraini (29.285). La crescita rispetto al 2021 è venuta proprio dall’incremento dei nuovi europei con un passaporto precedente di un Paese non comunitario. I soli marocchini sono cresciuti di 26.500, mentre gli albanesi di 17.900. In aumento di poco meno di 10mila unità, invece, i rumeni e gli ucraini.
Tra i nuovi italiani, nello specifico, la comunità più numerosa è stata quella di chi aveva un passaporto dell’Albania, 38.129, in salita di ben 15.600 tra 2021 e 2022. Possiamo dire che più di tre quarti degli albanesi che sono diventati europei lo hanno fatto diventando italiani, a ulteriore testimonianza dei legami tra i due Paesi. Quasi raddoppiati, poi, i marocchini, passati da 16.588 a 30.593 e in netto aumento sono stati anche i rumeni, saliti da 9.435 a 16.302. Forse a sorpresa dopo vengono i brasiliani, quelli con una nuova cittadinanza italiana nel 2022 sono stati 11.239, più del doppio che nel 2021 e poco più degli argentini, che hanno fatto anch’essi un balzo, passando da 3.669 a 10.041.
Più di 55mila nuovi italiani ha meno di 15 anni
Quanti anni hanno i nuovi italiani? Mediamente sono molto più giovani della media della popolazione. Nel 2022 55.440, ovvero il 25,9% di tutti coloro che hanno acquisito la cittadinanza nell’anno, aveva meno di 15 anni. Tra i residenti in Italia ad avere questa età è solo il 12,4%, meno della metà. Si tratta probabilmente soprattutto di minori che diventano italiani perché lo sono diventati i genitori. Non a caso la fascia in cui c’è la maggiore concentrazione di acquisizioni è quella di questi ultimi, tra i 30 e i 50 anni, in cui se ne sono contate 77.749. Molte, 23.199, anche nel ristretto segmento dei 15-19enni, è qui che si trovano quelle di coloro che, se nati in Italia da stranieri, possono chiedere la cittadinanza in quanto maggiorenni e affrontare la vita con gli stessi diritti e doveri dei coetanei figli di italiani.
I dati si riferiscono al 2022
Fonte: Eurostat