È bastato che Enrico Mentana durante il Tg dicesse che “A Milano i tracciati dei gestori della telefonia cellulare dimostrano che molta gente, non soltanto chi va al lavoro, sta violando la consegna di restare a casa. E ciò che più impaurisce gli studiosi, ma anche gli amministratori”, per far indignare molti cittadini, che sul web scrivono: “Allora ci state monitorando?”.
Tranquillizziamo subito i lombardi. Non è in atto da parte delle autorità comunali e regionali nessuna sorveglianza digitale sanitaria di massa. E nessun’app è stata attivata. È un tracciamento dei flussi. I dati sono “aggregati”, ossia anonimi. La raccolta avviene garantendo il rispetto di tutte le disposizioni vigenti a tutela della sicurezza e della privacy individuale, come disposto dalla normativa europea GDPR.
Come avviene il monitoraggio a prova di privacy
Dal 20 febbraio, giorno in cui in serata è stato scoperto il primo caso Covid-19 positivo all’ospedale di Codogno, la Regione Lombardia sta monitorando, in modo anonimo e quindi senza spiare, gli spostamenti dei cittadini grazie alle compagnie telefoniche di rete mobile che hanno messo a disposizione i dati del traffico dei ripetitori e l’indice dei “segnali” che si muovono da una cella all’altra della telefonia mobile. Non si tratta di una sorveglianza sanitaria di massa che consente di tracciare il singolo cellulare, ma di una tecnologia che permette di ricavare quanti spostamenti avvengono tra una cella e l’altra nel raggio di 300- 500 metri. Quindi chi esce in giardino non risulta, così come chi compra il pane sotto casa (spostamento consentito dal decreto del governo).
Fabrizio Sala, il vicepresidente della Regione Lombardia: “Il 40% dei lombardi non resta a casa. Lo vediamo dalle celle degli smartphone”
“Abbiamo attivato una tecnologia in collaborazione con le compagnie telefoniche di rete mobile e vediamo che in questi giorni il 40% della popolazione esce di casa, anzi dall’altro ieri ad oggi siamo anche aumentati, oltre il 40%. È necessario stare a casa. Il 40% non è ancora un dato sufficiente per dirci che riusciamo a contenere nel miglior modo possibile il virus”. Lo ha detto il vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala nella diretta facebook per fare il punto sulla emergenza coronavirus.
Sala ha mostrato un grafico realizzato con i dati forniti dalle compagnie telefoniche di rete mobile: “Sono movimenti di persone che hanno cambiato cella e quindi spostamenti di 500 metri, di un chilometro o di più. Ringraziamo chi è obbligato ad andare al lavoro per garantire la tranquillità di chi resta a casa ma per tutti gli altri, chi si muove per motivi superflui, stia a casa!”, ha aggiunto.
“Nei prossimi giorni vi aggiorneremo su questo movimento della popolazione che abbiamo creato a livello tecnologico insieme alle compagnie telefoniche che ringrazio per la loro disponibilità”, ha concluso il vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala.
L’invito a restare a casa arriva anche dall’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera che ripete: “Vi vediamo” in modo aggregato ed anonimo “attraverso le celle telefoniche. Non uscite di casa, cosi la battaglia la vinciamo noi”.
Perché i dati sono anonimi
Gli operatori telefonici radio-mobili sono, infatti, in grado di mettere a disposizione delle autorità informazioni aggregate ricavate dai dati relativi alla mobilità di tutti i propri clienti, garantendo in ogni caso il rispetto di tutte le disposizioni vigenti a tutela della sicurezza e della privacy individuale.
Gli operatori di telecomunicazioni radio-mobili possono pertanto aiutare la Protezione Civile, l’Istituto Superiore di Sanità, le Regioni e le altre autorità impegnate in prima linea per combattere la pandemia. Le imprese di telecomunicazioni associate ad ASSTEL si sono rese disponibili “a collaborare con le autorità competenti che riterranno opportuno utilizzare quest’ulteriore risorsa”.
La stretta del Viminale: chi viola la quarantena rischia una denuncia per procurata epidemia
Il governo potrebbe presto prevedere nuovi divieti per frenare le persone che vanno in giro senza avere una delle seguenti motivazioni presenti del nuovo modulo di autocertificazione per gli spostamenti:
- comprovate esigenze lavorative
- situazioni di necessità
- motivi di salute
- rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
“Siamo pronti a nuove scelte coraggiose per fermare il virus”, aveva detto tre giorni la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.