L’Italia come mercato emergente dei data center
In Europa, il mercato dei data center è in piena espansione, con l’Italia che rappresenta il 13% delle infrastrutture continentali e una crescita annua dell’8%, superiore ai principali hub come Germania e Olanda.
Nel 2023, gli investimenti in co-location nel Paese hanno raggiunto i 654 milioni di euro (+10% rispetto all’anno precedente), mentre il valore del cloud è salito a 4,8 miliardi di euro.
Tuttavia, questa crescita esige un adeguamento infrastrutturale, anche alla luce della rapida crescita delle applicazioni di intelligenza artificiale (AI), in particolare di quella generativa (gen AI).
Dato confermato dall’Osservatorio Data Center della School of Management del Politecnico di Milano, secondo cui nel nostro Pase nel 2023: 23 organizzazioni (di cui 8 società nuove entranti sul mercato italiano) hanno annunciato l’apertura di 83 nuove infrastrutture nel periodo 2023-2025, la cui messa in produzione potrà portare sul territorio, potenzialmente, fino a 15 miliardi di euro di investimento complessivo.
L’assorbimento energetico dei data center italiani ha raggiunto i 430 MW, pari al 3% del consumo nazionale, e richiede regolamentazioni specifiche per armonizzare domanda e offerta.
I piccoli reattori modulari (SMR) emergono come una soluzione promettente per garantire energia continua a basse emissioni, ma ci vorrà molto tempo prima della loro entrata in funzione, forse una decina di anni. Il problema si pone oggi e per questo si chiede un maggiore impegno finanziario e una regolamentazione più favorevole per lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Serve un’AI meno energivora
I CEO, le aziende energetiche e i colossi dell’AI possono adottare strategie immediate per affrontare le sfide. Ottimizzare l’uso dell’energia esistente, sviluppare infrastrutture sostenibili e investire in tecnologie avanzate come la cattura del carbonio (e gli SMR) sono passi cruciali per garantire che la promessa dell’AI non entri in conflitto con gli obiettivi climatici.
Le rivoluzioni gemelle dell’AI generativa e della transizione energetica stanno trasformando radicalmente il panorama tecnologico e industriale, sollevando sfide interconnesse.
Da un lato, le Big Tech come Google, Amazon e Microsoft stanno investendo massicciamente in data center per supportare l’intelligenza artificiale avanzata; dall’altro, la crescente domanda energetica minaccia di compromettere gli obiettivi di sostenibilità.
Secondo il rapporto “Power Moves“, solo negli Stati Uniti la domanda di elettricità dei data center AI crescerà tra il 15% e il 20% all’anno, raggiungendo i 130 GWh entro il 2030.
Tuttavia, l’energia “ferma”, cioè disponibile in ogni momento, indipendentemente dalle condizioni, potrebbe scarseggiare già dal 2026, evidenziando l’urgenza di sviluppare nuove fonti di generazione e distribuzione.
I data center hanno bisogno di una strategia di decarbonizzazione sostenibile per ridurre con successo le proprie emissioni, aumentare la propria efficienza energetica, gestire la stabilità della rete, mantenere la resilienza e far fronte alla volatilità dei prezzi dell’elettricità.
Cosa fare per avere data center sostenibili?
Ci sono azioni che gli stakeholder possono intraprendere fin da subito, hanno suggerito gli esperti di Bcg. In primis, ottimizzare: i CEO possono attenuare una possibile crisi energetica assicurandosi che le loro aziende utilizzino con giudizio l’elettricità attualmente disponibile. Al contempo le aziende energetiche possono aiutare a identificare la capacità di generazione di energia e di rete disponibile per regione, oltre a esplorare il modo in cui l’AI e altre tecnologie possono migliorare l’efficienza della rete, anche offrendo reti intelligenti decentralizzate per gestire la crescente domanda di elettricità unitamente all’aumento delle energie rinnovabili.
Dal canto loro, i colossi dell’AI possono ottimizzare il consumo energetico utilizzando hardware meno intensivi per l’inferenza, ossia il processo di applicazione dei modelli di AI, collaborando con i fornitori di energia per regolare i consumi durante i periodi di maggiore domanda sulla rete, e scegliendo con attenzione dove localizzare i data center. Infine, gli utenti finali possono promuovere il risparmio energetico adottando misure concrete per monitorare e limitare le loro emissioni.
Un’altra azione consiste nel gettare le basi per un’energia scalabile e sostenibile: i CEO possono preparare il terreno per introdurre nuove fonti energetiche più rispettose del clima (in particolare subito con il solare fotovoltaico, l’idroelettrico dove c’è, l’eolico ad integrare, il geotermico dove possibile), sia entro il 2030 che oltre. In questo contesto le aziende energetiche possono velocizzare lo sviluppo di infrastrutture sostenibili stipulando accordi con i colossi dell’AI, accelerando l’allocazione di capitale per risolvere i colli di bottiglia (come la costruzione di linee di trasmissione) e collaborando con i responsabili delle politiche e i regolatori per progettare in modo strategico le strutture tariffarie e gli approcci di finanziamento.