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In Europa il debito pubblico si avvicina al 100%

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Il dato impressionante è che il debito pubblico in Europa dei Paesi con l’euro nel 2000 (solo 23 anni fa, non un’era geologica) era pari al 69,2% e quello dei Paesi dell’Unione 66,4%.

Un grafico, come si dice, definitivo. Mostra l’andamento del debito pubblico in Europa per tutti gli Stati che ne fanno parte. O, meglio, per ogni Paese che fa parte dell’eurozona, cioè utilizza l’euro come moneta nazionale) a confronto con il debito in Europa del totale dei Paesi che hanno l’euro e con tutti i Paesi europei, 27, sia che utilizzano ‘euro sia che non lo utilizzano ma che fanno parte comunque dell’unione europea.

Il debito pubblico in Europa in crescita

Detto questo, un primo dato emerge a occhio nudo guardando la mappa interattiva, e cioè che il debito pubblico dei Paesi che utilizzano l’euro è più alto di quello dei Paesi dell’unione europea. La somma dei primi in percentuale sul Pil prodotto (da tutti, ovviamente) è pari, nel 2022, al 91,6% mentre il debito pubblico dei secondi è dell’84%. Le spiegazioni potrebbero essere diverse, ad esempio il maggiore sforzo che i Paesi dell’eurozona nel finanziare il welfare, ma il dato impressionante è che il debito pubblico in Europa dei Paesi con l’euro nel 2000 (solo 23 anni fa, non un’era geologica) era pari al 69,2% e quello dei Paesi dell’Unione 66,4%. Significa che in appena 22 anni (i dati si fermano al 31 dicembre 2022) il debito pubblico per entrambe le “categorie” di Paesi è salito di ben 30 punti percentuali. Quello dei Paesi con l’euro, tra l’altro, si avvicina “pericolosamente” a quota 100%. Significa che per ogni euro prodotto dall’economia reale lo Stato ha un euro di debito.

L’andamento in Europa e in Italia

Quota 100% che l’Italia ha superato da un pezzo. Al 31 dicembre del 2000, infatti, era già al 109% passato, al 31 dicembre del 2022, al 144,4%. Siamo secondo in Europa per debito pubblico in percentuale sul Pil. Ci batte, come si vede, solo la Grecia, che è arrivato ad uno “stellare” 171,3%.

E dire che nel 2000 la “cicala” Belgio era al 109,6%: aveva un debito pubblico superiore al nostro, ma proprio nei primi anni 2000 il Belgio ha iniziato un percorso di finanza pubblica che lo ha portato a far calare la percentuale che, tra alti e bassi, lo ha portato al 105,1% del 2022 (mentre noi, per ricordare, siamo al 144,4%).

Il debito pubblico in Europa e il Covid

Ovvio, il Covid ha avuto un ruolo non secondario nella crescita del debito pubblico in Europa. Se si guarda il grafico si vede che nel 2019-2020 c’è stato, praticamente per tutti i Paesi europei, un salto. Il debito pubblico italiano, per esempio, è passato dal 134,1% del 2019 al 154,9% del 2020. Significa, sia detto tra parentesi, che tra il 2020 il debito pubblico italiano è sceso di una decina di punti percentuali tra il 2020 e il 2022. Improvvisa austerity? Taglio draconiano della spesa pubblica? Niente di tutto questo: è solo che i dati sono mostrati in percentuale sul Pil e, di conseguenza, salendo il Pil, scende il rapporto e, infatti, nel 2021 l’Italia ha avuto una crescita economica straordinaria, del 6,6%. In euro significa che l’economia italiana ha prodotto 1.909,1 miliardi di euro nel 2021 dai 1.841,5 del 2020.

Lo “scalino” del 2021 rispetto al 2020 e la successiva discesa del rapporto tra debito pubblico e Pil accomuna praticamente tutti i Paesi europei, Grecia compresa, che nel 2020 aveva sfondato quota 200 (206,3%) e che nel 2022 ha portato il debito pubblico al 171,3% sul Pil.

L’andamento in Francia

Ma forse è meglio vedere l’andamento del debito pubblico in Europa per i Paesi più simili all’Italia e il più simile è la Francia. Ebbene: anche Parigi ha aumentato enormemente il debito pubblico: nel 2000 era pari al 58,9% passato al 111,6% nel 2022. In appena 22 anni. D’altra parte la Francia è uno degli Stati più “spendaccioni” d’Europa. Lo sa bene il presidente Macron che ha dovuto fronteggiare violentissime proteste popolari causate dalla sua intenzione di rivedere il sistema pensionistico nazionale alzando l’età per andare a riposo di 2 anni. Una mossa dettata proprio dalla necessità di mettere un freno alla spesa pubblica spaventosamente alta.

La Germania e il debito pubblico in Europa

E la Germania?. Nel 2000 il suo era pari al 59,3% sul Pil. Dopo 22 anni è al 66,3%. Una crescita bassissima se confrontata con quella degli altri Stati europei e anche circa 30 punti percentuali inferiore alla media del debito pubblico in Europa dei Paesi che hanno l’euro, che è del 91,6%. Frutto, sì, in questo caso, delle politiche di austerity incarnate dalla ex cancelliera Merkel che, durante la crisi globale del 2008, causata dai mutui subprime americani dei quali le banche tedesche, Deutsche Bank soprattutto) erano piene, ha insistito sulla necessità di ridurre la spesa pubblica e risanare i bilanci pubblici piuttosto che spendere per superare la crisi economica. Una posizione che ha oggettivamente danneggiato la ripresa europea e, soprattutto, ha danneggiato l’Italia per la quale la Germania rappresenta uno dei più importanti partner economici.

Le misure di austerity adottate sotto la guida di Merkel comprendevano tagli alla spesa pubblica, riduzione dei salari nel settore pubblico, riforme pensionistiche, ristrutturazione dei sistemi sanitari e altre misure volte a ridurre il deficit di bilancio e il debito. Una politica che non è stata applicata solo in casa tedesca, ma esportata, per esempio, in Grecia.

L’andamento nei Paesi virtuosi

E i Paesi più virtuosi? Il più virtuoso di tutti è la Lituania che, nel 2022, mostrava una percentuale di debito pubblico sul Pil del 18,4%. Pochissimo ma, attenzione, quasi triplicato dal 2000 quando era del 5,1%. Ma, diciamo, se lo può permettere… Il secondo Paese più virtuoso del continente è la Bulgaria con il 22,9% di debito pubblico sul Pil. Terzo è Lussemburgo: 24,6%.

I dati si riferiscono al: 2000-2022

Fonte: Eurostat

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