Il 2020 sarà ricordato per la grande pandemia di Covid-19 certamente, ma anche per il record di caldo in Europa. Secondo il Report “European State of the Climate 2020” di Copernicus, il programma di osservazione della Terra lanciato dalla Commissione europea e dall’Esa, l’anno passato è stato il più caldo da quando esistono i record di temperatura.
Da quando disponiamo di dati sull’andamento delle temperature in Europa, non abbiamo mai avuto un autunno e un inverno così insolitamente miti in Europa, con un’anomalia positiva di +3,4°C oltre la media del periodo 1981-2020.
Estremi di caldo in Europa e Siberia, cresce l’inquinamento
In particolare, per comprendere la grandezza del fenomeno, si è registrata un’anomalia positiva estremamente significativa in Russia, nella Siberia settentrionale, dove si è avuta una temperatura di +6°C oltre la media per tutto l’anno. Un record questo molto diverso dagli altri, perché dimostra caratteristiche di durata, diffusione ed intensità che va oltre ogni altra misurazione effettuata negli anni precedenti.
Altro dato di grande rilevanza, in termini di surriscaldamento globale o global warming, è l’incremento dei livelli di gas serra raggiunti nel 2020 negli Stati dell’Unione: nonostante il lockdown e le misure restrittive alla mobilità personale, in media in Europa abbiamo avuto un aumento di emissioni di diossido di carbonio (CO2) del +0,6% su base annua, e di metano per uno +0,8%.
Concentrazioni di gas climalteranti che hanno raggiunto la più alta concentrazione in atmosfera degli ultimi 17 anni.
L’impatto del clima sulla nostra salute e sulle finanze
Dati fondamentali per comprendere come il clima stia mutando e quali siano gli effetti diretti di queste anomalie sull’ambiente, la nostra quotidianità e sull’economia. I cambiamenti climatici non solamente sono reali e stanno accadendo, ma potrebbero avere conseguenze drastiche sulla nostra vita in tempi molto brevi.
Secondo un recente studio condotto dalla Georgetown University, insieme con gli scienziati della Warwick University, e pubblicato sulla rivista scientifica Nature communications, i danni economici direttamente ed indirettamente collegati al clima che cambia potrebbero essere compresi in una forbice globale tra 10 mila a 50 mila miliardi di dollari entro i prossimi 100 anni.
Mediamente questo si tradurrà in un tasso di mortalità mondiale pari a 73 morti ogni 100 mila persone, secondo stime del National Bureau of Economic Research, che potrebbe raggiungere i 200 morti ogni 100 mila persone in alcune aree del mondo come Bangladesh, Pakistan e Sudan, particolarmente colpite già oggi dalle anomalie climatiche.
Le tecnologie in nostro aiuto
Per questo motivo si sta investendo molto nelle tecnologie dell’osservazione della Terra da remoto (Remote Sensing Technologies) e dallo spazio. I satelliti, come quelli usati dal programma Copernicus, ci danno una miriade di informazioni su quanto accade al nostro pianeta, utili allo studio delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera, nei mari e nel suolo terrestre, dei cambiamenti del clima e per la prevenzione dei fenomeni atmosferici più violenti.
soluzioni utili all’agricoltura, alla sostenibilità ambientale e al monitoraggio delle aree verdi e forestali, al consumo del suolo, al monitoraggio delle infrastrutture strategiche e più sensibili, fino all’osservazione della crescita urbana e alle finalità di Difesa e sicurezza nazionale.
Applicazioni davvero numerose che possono contare sulla convergenza di diverse tecnologie, tra cui quelle satellitari, l’intelligenza artificiale, il machine learning, big data e analytics, interne delle cose, realtà aumentata e virtuale, imaging & Remote-sensing technologies.
Un mercato da 30 miliardi di dollari nel 2028
Un’industry in forte crescita, che secondo un recente studio di Grand View Research dovrebbe raggiungere un valore di mercato pari a 30 miliardi di dollari entro il 2028, ad un tasso di crescita medio annuo (Cagr 2020-2027) pari ad un +12%.
La componente satellitare da sola potrebbe raggiungere un valore approssimativo compreso tra 7 e 10 miliardi di dollari nel 2024, in base alle stime di Research and Markets.
Nello specifico, tale settore potrebbe raggiungere un tasso di crescita medio annuo di oltre il +20% in Paesi come Cina, Taiwan, India e Corea del Sud, proprio a causa dell’emergenza sanitaria e ambientale legata all’elevata concentrazione di inquinanti nell’atmosfera, nelle città, nelle acque interne e marine, nel terreno.