Fabienne: La prima volta che Francesca venne a casa, è stato per prendere un caffè insieme, ma avendo ovviamente da raccontarci una vita, anzi due, dopo un paio d’ore, se non di più, le proposi di cenare insieme a noi. “Dai, faccio solo un piccolo piatto di pasta!”. Tanto, avevo già messo su un sugo di carne che cuoceva lentamente sul fornello accanto a noi, un po’ di verdura l’avevo cotta la mattina e rimaneva metà di una crostata di mele, quindi, potevamo tranquillamente continuare a chiacchierare!
Francesca: Un ‘piccolo piatto di pasta’? Prima di tutto, dovete sapere che lei fa solo piccole insalatine, piccole lasagne, piccoli arrosti, cioè cucina sempre per un esercito, communque, accettai. Ora, mi sono abituata, ma guardarla cucinare è… come dire ? Come stare a teatro, anche perché non cucina mai e basta, se non fa altre tre cose insieme, non è contenta! Quando l’acqua iniziò a bollire, ci aggiunse una grossa manciata di sale fino – fiiiiiiino, capito?! – e un minuto dopo calò la pasta, dei rigatoni, come potrei dimenticarmene! Poi squillò il telefono e lei andò tranquillamente a rispondere. Dare uno sguardo alla pasta? Non ci pensò minimamente… Comiciai a soffrire ma, meno male, presto riattaccò ! Rassicurata, pensai che, a questo punto, si sarebbe curata di assaggiarla, girarla… che facesse qualcosa, insomma !!! Ma no, cioè sì, tirò fuori la verdura dal frigo e preparò anche una ciotola d’insalata, poi chiese ai figli di apparecchiare. Un passo avanti lo avevamo fatto. Da parte mia, ero già rassegnata al peggio: mangiare pasta scotta.
Fabienne: Scusi, Vostro Onore, la teste esagera! La telefonata durò due minuti e poi conosco gente che cala la pasta nell’acqua fredda o la precuoce nella pentola a pressione… Dove? All’estero, s’intende, certo! Non mi basta per essere assolta? Ancora no? Ok.
Francesca: E non è finita: quando finalmente scolò i rigatoni, invece di agire fremente, li lasciò giacere nello scolapasta (che dolooooooooore!) per girarsi con disinvoltura e riaccendere il fuoco sotto al sugo che, per onor del vero, mandava in giro un profumino molto allettante. Fu solo dopo un tempo che a me apparve infinito che mescolò pasta e sugo, guardandomi con un sorriso raggiante mentre ci aggiungeva una generosa manciata di parmigiano…. “Les jeux sont faits!” concluse, soddisfatta di sé. Passammo a tavola e che volete che vi dica? Da buona italiana, se la cottura della pasta non si vive con il dovuto pathos, io soffro, ma uno dei misteri della vita è che la pasta di Fabienne non era scotta, non lo è mai. Sono passati anni e vi assicuro che è vero!
Fabienne: Francesca è fin troppo generosa con me perché fu per esempio tra i tre malcapitati ai quali, una sera dopo un cinema, servii una pasta ‘aio oio e peperoncino’, senza né abbastanza sale, né abbastanza peperoncino, cioè orrenda, che entrò direttamente nella storia delle dieci cose più immangibili del mio creato culinare. Ancora oggi me ne vergogno e ancora mi prendono in giro!!!!
Per non finire su questa dolente nota, ecco una ‘piccola’ astuzia per dare un tocco ‘wow’ al vostro polpettone: presentarlo ‘in crosta’!
Ricetta per 4 persone
Ingredienti
- 4 etti di carne di vitellone macinata
- la mollica di 4 belle fette di pane o due rosette ammorbidite nel latte
- 2 uova
- una manciata di parmigiano
- un cucchiao d’olio extravergine di oliva
- un po’ di basilico o prezzemolo tritato (se vi va)
- sale
- pepe
- un rotolo di pasta sfloglia
Preparazione
Mettete la carne macinata in una terrina e unite un uovo, il parmigiano, il sale, il pepe, il cucchiao d’olio e il prezzemolo e il basilico finemente tritato. Impastate bene tutti gli ingredienti tra loro, poi formate il polpettone e piazzatelo in mezzo al disco della pasta sfoglia che avete comprato, (c’est plus facile!). Fate tre incisioni laterali sulla pasta prima di avvolgerne il polpettone e spenellatela con il tuorlo del secondo uovo. Infornate a 180°C per circa 45 minuti e servitelo caldo, tiepido o freddo come preferite!
Niente male per una cenetta estiva, accompagnato da varie ‘crudités’, facile da portare in picnic, il ‘polpettone in crosta’, in famiglia o tra amici, on adore!