Colombia, l’ex presidente Uribe lascia il posto al Senato per difendersi nel caso paramilitari
26 lug 11:09 – (Agenzia Nova) – L’ex presidente della Colombia, Alvaro Uribe, ha rinunciato al seggio da senatore conquistato alle elezioni di marzo per dedicarsi alla difesa di una causa aperta a suo carico dalla Corte suprema di giustizia. Dopo l’apertura delle indagini, “mi sento moralmente impossibilitato ad agire come senatore e al tempo stesso occuparmi della mia difesa”, ha detto Uribe sul proprio account di Twitter riferendo della “rinuncia” al seggio nella camera alta. L’ex presidente, figura chiave dell’attuale scena politica colombiana, e’ il leader del partito Centro democratico (Cd) ed il principale sponsor politico del presidente eletto Ivan Duque. Uribe, uscito dalle urne dell’11 marzo con il maggior numero di preferenze, era una figura centrale nell’emiciclo, soprattutto in una legislatura chiamata a rivedere alcuni dettagli dell’accordo di pace siglato con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), in senso piu’ garantista per le vittime. Un impegno divenuto bandiera politica di Uribe e del nuovo presidente. Le ragioni del processo odierno rimontano a cinque anni fa, quando Uribe aveva presentato una denuncia contro il senatore Ivan Cepeda, accusandolo di produrre finte testimonianze con cui dimostrare il coinvolgimento dell’ex presidente nelle attivita’ dei paramilitari impegnati a sconfiggere la guerriglia con mezzi non legali. Il processo portato a termine dalla Corte suprema, ricorda il quotidiano “El Tiempo”, dimostro’ pero’ che le testimonianze dei paramilitari – che Cepeda si era limitato a raccogliere – erano autentiche e non frutto di manipolazioni. L’accusato consegno’ alle autorita’ l’incartamento con cui si e’ iniziato a indagare sulle responsabilita’ di Uribe. Le indagini che hanno portato alle dimissioni sono pero’ legate all’ipotesi che si starebbe cercando di inquinare le testimonianze e di convincere gli stessi paramilitari a rivedere le dichiarazioni che dimostrerebbero il collegamento di Uribe con la “guerra sporca”. Di fatto sui presunti legami di Uribe e di alcuni suoi familiari con i paramilitari, non e’ stato ancora istruito un processo. Il fenomeno del para militarismo in Colombia e’ iniziato alla fine degli anni 80, quando gruppi di civili – soprattutto allevatori, coltivatori e proprietari terrieri – decisero di armarsi per combattere “da destra” le bande armate rivoluzionarie di sinistra.
© Agenzia Nova – Riproduzione riservata
Spagna, saltano le trattative fra Casado e Santamaria sulla composizione della nuova direzione Pp
26 lug 11:09 – (Agenzia Nova) – Saltano le trattative fra Pablo Casado e Soraya Saenz de Santamaria sulla composizione della nuova direzione del Partito popolare spagnolo (Pp). Il neo presidente della formazione di centrodestra ha rifiutato la richiesta di Santamaria di avere il 43 per cento dei rappresentanti in direzione, ovvero la stessa percentuale di voti ottenuta sabato alle primarie. “Non si puo’ passare dalla lista piu’ votata alla proporzionalita’ in due giorni”, ha ribattuto Casado, sottolineando di aver conquistato, con il consenso dei militanti, la legittimita’ per decidere la composizione della nuova cupola del Pp. Fonti dell’equipe di Santamaria hanno fatto sapere che la controfferta fatta da Casado “non e’ degna ne’ accettabile”, per cui non ci sara’ l’integrazione auspicata all’indomani del voto interno al partito. Secondo quanto riporta “El Pais”, il presidente dei popolari avrebbe proposto all’ex numero due di Mariano Rajoy due segreterie di area per Fa’tima Ba’nez e I’nigo de la Serna e incarichi minori per altri sei componenti della sua squadra, nessuno dei quali pero’ farebbe parte della schiera dei fedelissimi. “Non stiamo piu’ parlando di negoziati fra diversi gruppi, c’e’ gia’ stato un congresso che ha decretato chi debba condurre” il processo di costruzione della nuova direzione, ha insistito Casado. “Io voglio i migliori. Sia nel comitato esecutivo che nel gruppo parlamentare”, ha concluso.
© Agenzia Nova – Riproduzione riservata
Usa-Russia, nuovo incontro tra Trump e Putin non prima del prossimo anno, dopo fine indagine su ingerenza russa
26 lug 11:09 – (Agenzia Nova) – Il prossimo incontro tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il suo omologo russo, Vladimir Putin, non avra’ luogo prima dell’anno prossimo, ha fatto sapere la Casa Bianca. Come riferisce la stampa statunitense, Trump crede che il prossimo confronto con Putin dovrebbe avvenire solo dopo la fine dell’indagine sulle ingerenze russe alle elezioni del 2016, decisione probabilmente scaturita dall’intensificarsi delle critiche alle dichiarazioni contrastanti di Trump sulla reale influenza di Mosca nelle elezioni presidenziali. A confermare la notizia anche il consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton. “Il presidente ritiene che il prossimo incontro bilaterale con il presidente Putin dovrebbe aver luogo dopo la fine della ‘caccia alle streghe russa’, quindi abbiamo convenuto che lo sara’ dopo il primo dell’anno”, ha detto Bolton in una nota. La scorsa settimana il presidente Trump aveva invitato Putin a visitare Washington il prossimo autunno, dando istruzione a Bolton di avviare le discussioni. L’incontro di Helsinki tra il presidente Trump e Putin e’ valso all’inquilino della Casa Bianca una bordata di critiche bipartisan da parte degli schieramenti politici statunitensi e di gran parte dei media Usa.
© Agenzia Nova – Riproduzione riservata
Usa-Ue, incontro tra Trump e Juncker, concordato sviluppo per accordo a “tariffa zero”
26 lug 11:09 – (Agenzia Nova) – L’incontro tra la delegazione dell’Unione europea, guidata dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, e il presidente Usa Donald Trump, si e’ conclusa con l’impegno a lavorare a un accordo commerciale a “tariffa zero” per superare le tensioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico. Juncker e il commissario europeo per il Commercio, Cecilia Malmstrom, hanno concordato con l’amministrazione Trump di collaborare per abbassare le tariffe industriali da entrambe le parti, aumentare le importazioni dagli Usa di gas naturale liquefatto (Gnl) e prodotti agricoli, come semi di soia, e allineare gli standard normativi per consentire agli apparecchi medici di avere un migliore accesso al mercato europeo. Le automobili, pero’, saranno escluse dall’accordo zero tariffe, zero barriere non tariffarie e zero sussidi. Trump ha parlato di un “grande giorno” per un “commercio libero ed equo”. “Abbiamo deciso di istituire immediatamente un gruppo di lavoro esecutivo composto da persone molto intelligenti di entrambe le parti, che realizzeranno questa agenda congiunta”, ha dichiarato Trump. “Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno concordato di risolvere le questioni relative ai dazi statunitensi su acciaio e alluminio”, ha detto il presidente Usa, mentre Juncker ha dichiarato che l’Ue ha accettato di aumentare le importazioni di gas naturale liquefatto negli Stati Uniti e di costruire nuovi terminal per scaricarlo. Inoltre gli Stati Uniti e l’Unione europea lavoreranno insieme per riformare l’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) e affrontare la questione delle pratiche commerciali sleali.
© Agenzia Nova – Riproduzione riservata
Francia, ancora ritardi nell’avvio della centrale Epr di Flamanville
26 lug 11:09 – (Agenzia Nova) – Edf ha annunciato ierinuovi ritardi nell’apertura della centrale Epr di Flamanville. Lo riferisce la stampa francese, spiegando che il cantiere dovrebbe terminare il prossimo anno. Il gruppo ha fatto sapere che il sito entrera’ in servizio nel quarto trimestre del 2019 e la connessione alla rete avverra’ nel 2020. Questo rinvio provochera’ un sovraccosto di 400 milioni di euro. Inizialmente l’avvio della centrale nucleare, la piu’ potente mai costruita in Francia, era previsto per il 2012. In un comunicato Edf ha parlato di “azioni correttive” su alcune saldature difettose scoperte alla fine del 2017. Come conseguenza diretta dei ritardi, verra’ rinviata la chiusura della centrale di Fessenheim, la piu’ vecchia in Francia. Per gli ambientalisti si tratta di una pessima notizia, visto che la chiusura della centrale ha un importante significato politico. L’ong Sortir du nuclear si pone degli interrogativi sulle capacita’ del governo nell’attuare altre chiusure di centri nucleari in Francia. Su Twitter il segretario di Stato all’Ambiente, Sebastian Lecornu, ha promesso di recarsi sul posto il prossimo autunno per incontrare “gli attori del territorio”.
© Agenzia Nova – Riproduzione riservata
Brexit, la premier Theresa May invita alla calma perche’ il suo governo sta accumulando scorte di cibo e medicinali
26 lug 11:09 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro britannico Theresa May ha lanciato un appello televisivo senza precedenti ai suoi concittadini, invitandoli a “stare tranquilli” perche’ il suo governo sta accumulando scorte di cibo, sangue e medicinali nel malaugurato caso di una “no-deal Brexit”, cioe’ che la Gran Bretagna il 29 marzo 2019 divorzi dall’Unione Europea senza esser riuscita a raggiungere alcun accordo sui futuri rapporti economici e commerciali: lo scrive il quotidiano conservatore “The Telegraph”, riferendo con grande rilievo il contenuto della dichiarazione fatta dalla premier ieri mercoledi’ 25 luglio dagli schermi della rete tv privata “Channel 5”; dopo aver detto che il suo esecutivo sta preparando piani di emergenza in caso che si verifichi lo scenario peggiore, la premier May ha comunque assicurato che sta lavorando per ottenere dall’Ue il miglior accordo possibile per tutti coloro che vivono in Gran Bretagna. Il “Telegraph” tuttavia riporta diverse voci critiche: sia nei confronti del piano di compromesso immaginato dalla premier May per evitare appunto quel salto nel buio che sarebbe una “no-deal Brexit”; sia da parte di coloro che accusano il governo britannico di giocare d’azzardo. In particolare il giornale conservatore riferisce il commento del vice primo ministro irlandese, Simon Coveney, il quale ha definito “una bravata” l’ipotesi di una Brexit senza accordo ed ha affermato che la Gran Bretagna semplicemente “non puo’ permettersi” di saltar giu’ dall’Ue senza sapere prima come saranno i futuri rapporti con il resto dell’Europa. Intanto l’Unione Europea e’ sempre piu’ preoccupata per la piega che il dibattito sulla Brexit sta prendendo in Gran Bretagna ed intende offrire alla premier Theresa May l’opportunita’ di “vendere” il suo piano di compromesso direttamente i leader dei paesi europei: lo scrive il quotidiano tradizionalista “The Times”, secondo bui i vertici di Bruxelles stanno dando vita ad un ultimo sforzo per far partire le complicate trattative sul divorzio della Gran Bretagna e stanno pensando di organizzare un vertice “ad hoc” che si terrebbe nel prossimo mese di settembre a Salisburgo, in Austria. La proposta, secondo il giornale londinese, nascerebbe da un’idea della cancelliera tedesca Angela Merkel, preoccupata appunto che l’apparente stallo dei negoziati rischi di sfociare in una “no-deal Brexit”: una fonte del governo di Londra ieri sera mercoledi’ 25 luglio ha detto al “Times” che questa offerta europea costituisce una “ultima chance per la Gran Bretagna” per convincere i leader europei della bonta’ della soluzione di compromesso immaginata dalla premier May ed evitare appunto quel salto nel buio.
© Agenzia Nova – Riproduzione riservata
Gran Bretagna, il leader laborista Jeremy Corbyn e’ “una minaccia esistenziale” per la comunita’ ebraica
26 lug 11:09 – (Agenzia Nova) – La questione dell’anti-semitismo strisciante nella sinistra britannica continua a costituire una spina nel fianco per il Partito laborista e per il suo leader Jeremy Corbyn: oggi giovedi’ 26 luglio torna a parlarne il quotidiano fiancheggiatore “The Guardian”, dando grande evidenza all’editoriale congiunto pubblicato dai tre principali giornali della comunita’ ebraica del paese. L’intera prima pagina dei tre quotidiani ebraici “The Jewish Chronicle”, “Jewish News” e “The Jewish Telegraph” in edicola oggi e’ occupata appunto da un unico editoriale congiunto, intitolato “United we stand” (“Uniti ci leviamo in piedi”, ndr), in cui si sostiene che un eventuale governo laborista guidato da Corbyn costituirebbe “una minaccia esistenziale per la comunita’ ebraica che vive in Gran Bretagna”. La ragione di questo violentissimo attacco al leader della principale formazione della sinistra britannica, come spiega ampiamente il “Guardian”, e’ la recente decisione del Partito laborista di adottare un codice interno di condotta che, pur essendo finalizzato a contrastare le forme piu’ smaccate di anti-semitismo presenti tra i suoi ranghi, non ha accolto integralmente la definizione che del fenomeno anti-semitismo e’ stata riconosciuta a livelo internazionale; i fogli ebraici inoltre puntano il dito sulle numerose dichiarazioni anti-ebraiche ed anti-Israele fatte da Corbyn. Dopo aver ricordato che fino a tempi recentissimi il Partito laborista e’ stato la “casa naturale” della comunita’ ebraica britannica, i tre giornali accusano che “i suoi valori e la sua integrita’ sono stati erosi dal disprezzo di Corbyn per Israele e per gli ebrei”, che ora lo considerano come “istituzionalmente razzista”: “La macchia e la vergogna dell’antisemitismo inficia l’opposizione da quando Corbyn ne ha assunto la guida nel 2015”. L’editoriale dei tre giornali ebraici conclude affermando che “mentre l’attuale governo conservatore del paese e’ nel caos a causa della Brexit, corriamo il chiaro ed imminente pericolo che a diventare il prossimo primo ministro sia un uomo che chiude sempre gli occhi davanti alle paure della comunita’ ebraica, un uomo che non riesce a capire come la sua retorica dell’odio verso Israele possa troppo facilmente trasformarsi in antisemitismo”. Il clamoroso editoriale e’ stato accolto, riferisce il “Guardian”, da una salva di commenti favorevoli da parte di diversi deputati laboristi; mentre un portavoce dei vertici del partito ha cercato di minimizzare, pur riconoscendo che “c’e’ molto lavoro da fare” per ricostruire la fiducia tra il Labour e la comunita’ ebraica britannica.
© Agenzia Nova – Riproduzione riservata
Francia, il presidente Macron torna a parlare del caso Benalla
26 lug 11:09 – (Agenzia Nova) – Durante una visita nei Pirenei, ieri il presidente francese, Emmanuel Macron, ha nuovamente commentato il “caso Benalla”, lo scandalo scoppiato dopo che la sua guardia del corpo personale, Alexandre Benalla, ha aggredito un manifestante durante un’operazione di polizia. Macron si e’ detto “fiero di averlo assunto”, riconoscendo tuttavia “l’errore” fatto da Benalla. Ancora una volta il capo dello Stato francese si e’ preso la responsabilita’ di quanto accaduto, ostentando serenita’ e calma. Intanto, l’esecutivo cerca di ridurre la tensione di questi ultimi giorni serrando i ranghi della maggioranza. Il portavoce, Benjamin Griveaux, ha rinviato a dopo l’estate la riorganizzazione dell’Eliseo. Il governo punta sulla pausa estiva per far passare in secondo piano lo scandalo. “Le Monde” ha incontrato Benalla a una settimana dalla pubblicazione dell’articolo che ha fatto scoppiare il caso. “Non ho la sensazione di aver tradito il presidente della Repubblica, ho la sensazione di aver fatto una grossa sciocchezza” ha detto l’ormai ex responsabile della sicurezza durante l’intervista. “Non sarei mai dovuto andare a quella manifestazione come osservatore” ha aggiunto Benalla, dicendo che sarebbe stato meglio rimanere nelle retrovie. L’ex collaboratore dell’Eliseo ha definito “amichevole” il suo rapporto con il presidente Macron, che definisce una persona “carismatica”.
© Agenzia Nova – Riproduzione riservata
Germania, Associazione giudici e pm: “lo Stato di diritto e’ in pericolo sulla questione rimpatri”
26 lug 11:09 – (Agenzia Nova) – In un’intervista rilasciata alla versione online di “Der Spiegel”, la portavoce dell’associazione tedesca dei giudici e pubblici ministeri “Neue Richtervereinigung” (Nrv), Brigitte Kreuder-Sonnen, ritiene che i recenti casi di rimpatri forzati non regolari di Sami A. e S. Nasibullah siano motivo di preoccupazione per lo Stato di diritto in Germania. Stessa preoccupazione che rileva nel varo di leggi piu’ severe e di espulsioni piu’ rapide dei richiedenti asilo. Tali cambiamenti, secondo Kreuder-Sonnen, sono al limite della costituzionalita’. I provvedimenti messi in atto dal ministro degli Interni tedesco, il cristiano sociale Horst Seehofer, non sarebbero compatibili con i requisiti di legge europei. La Corte di giustizia europea ha stabilito a giugno che i richiedenti asilo devono essere in grado di contestare il rifiuto di una domanda di protezione internazionale. Pertanto uno straniero respinto dall’Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati (Bamf) mantiene il suo status di richiedente, in attesa di una decisione giudiziaria. Egli non puo’ essere messo in carcere. E’ perfettamente legittimo discutere le decisioni giudiziarie. I giudici sono persone che possono commettere errori, ma sarebbe auspicabile che almeno i politici fossero informati invece di accusare la magistratura, come e’ accaduto nel caso di Sami A. presso il Tribunale amministrativo di Gelsenkirchen. Ci deve essere una separazione ben chiara tra i poteri dello Stato, secondo la portavoce. Affermazioni come quelle del cristiano sociale Alexander Dobrindt o del cristiano democratico Nikolas Lobel circa l'”industria anti-rimpatrio”, o nel caso di Sami A. non farebbero altro che favorire l’atteggiamento dei populisti di destra, che lo Stato di diritto vorrebbero abolirlo. Di norma la cooperazione tra autorita’ e tribunali funziona bene. Ma e’ importante essere vigili. Gli attuali casi isolati potrebbero anche essere l’inizio di uno sviluppo che lo mette in discussione. Pertanto il caso di Sami A. deve essere esaminato attentamente.
© Agenzia Nova – Riproduzione riservata
Nord Stream 2 posa i primi tubi del gasdotto nel Mar Baltico
26 lug 11:09 – (Agenzia Nova) – Il consorzio Nord Stream 2 ha iniziato la posa dei primi tubi del controverso gasdotto nel Mar Baltico. La nave “Castoro 10” ha iniziato i lavori nella notte di mercoledi’ presso Lubmin. Il gasdotto, dal costo di 9,5 miliardi di euro e dalla lunghezza di 1.200 chilometri, che colleghera’ la Russia alla Germania, e’ molto osteggiato, soprattutto dagli Stati Uniti e dal loro presidente Donald Trump che ha attaccato in proposito la Germania durante il recente vertice della Nato a Bruxelles. La posa dei tubi in acqua e’ prevista per agosto. Il gasdotto dovrebbe essere pronto per la fine del 2019. Anche il presidente ucraino Petro Poroshenko e’ contrario al gasdotto, oltre al gruppo ambientalista Nabu. La “Castoro 10” era gia’ stata impiegata nella costruzione del primo gasdotto Nord Stream, che dal 2011 trasporta il gas naturale russo in Germania attraverso il Mar Baltico. Il secondo gasdotto e’ quasi parallelo e trasportera’ 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Nord Stream 2 prevede di completare i lavori di posa nel Greifswalder Bodden entro la fine di ottobre. Alla fine dell’anno lo scavo sottomarino dovrebbe essere riempito nuovamente di sabbia, una volta conclusa la posa delle tubazioni.
© Agenzia Nova – Riproduzione riservata