L’agenzia governativa China Internet Network Information Center (CNNIC) ha reso noto che gli utilizzatori di internet in Cina sono 990 milioni a fine 2020.
Un dato straordinario, quello registrato nel 47 ° “Rapporto statistico sullo stato di sviluppo di Internet in Cina“, molto probabilmente frutto dell’effetto pandemia di Covid-19.
Proprio per il lockdown duro e le regole ferree di distanziamento sociale, molti cinesi sono stati costretti a rimanere in casa per lungo tempo, decidendosi così di sbarcare in rete.
Da marzo a dicembre 2020 sono aumentati di 86 milioni di unità gli utenti di internet in Cina.
La prima nazione di internet al mondo
Attualmente, nessuno è in grado di eguagliare il salto cinese online: l’India ha raggiunto i 639 milioni di utenti, l’Europa tutta assieme fa 398 milioni circa di internet users (solo la Germania ne fa 80 milioni), gli Stati Uniti sono stabili attorno ai 285 milioni di utenti.
Un potenziale digitale enorme, quello cinese, che si articola anche e soprattutto nell’utilizzo crescente e diffuso di tutti gli strumenti e i device di connessione alla rete, dando una spinta vigorosa alla digital economy domestica.
Un’economia digitale che vale oggi 5,5 trilioni di dollari e che, secondo la China Academy of Information and Communications Technology, grazie anche all’efficienza della rete 5G (abilitante tra le altre tecnologie disruptive l’Internet delle cose, l’intelligenza artificiale, il machine learning, l’industria automatizzata 4.0), rappresenterà la metà del PIL nazionale entro il 2027, divenendo il principale driver di crescita.
La Cina va online: lavoro, studio, economia, assistenza sanitaria
Tra marzo e dicembre 2020, più di 72 milioni di cinesi hanno fatto acquisti online per la prima volta, portando l’insieme degli shoppers del web a 782 milioni.
Il 79% degli utenti internet ha fatto acquisti in rete nel 2020.
Una tecnologia a basso costo che ha permesso a molte persone di iniziare a lavorare in rete e a studiare da remoto, sia prima, soprattutto durante e dopo l’arrivo della pandemia.
Un’economia digitale che si sta sviluppando rapidamente, tanto che la fascia di popolazione di lavoratori da remoto con uno stipendio mensile di almeno 5.000 yuan (più o meno 775 dollari) è passata dal 27% al 29,3%.
Oggi in Cina lavorano da casa 346 milioni di persone, circa un terzo degli utenti internet complessivi.
Cresce anche la telemedicina o assistenza sanitaria online, soprattutto nelle aree più interne e rurali di almeno il +25% tra marzo e dicembre 2020.
La più grande Big Data Nation della storia
Per tutto questo la Cina potrebbe essere considerata la prima Big Data Nation della storia, grazie all’immenso flusso di dati originato da centinaia di milioni di device elettronici connessi in rete tutti i giorni.
I grandi dati registrano eventi e fenomeni online e offline, registrano comportamenti e atteggiamenti, ampliano le opportunità di analisi e le informazioni disponibili e si possono ottenere ad un costo bassissimo.
Essere capaci di analizzare questa grande mole di dati permette di generare nuova conoscenza utile per prendere decisioni più consapevoli, in ambito governativo, amministrativo, di intelligence, di (cyber) sicurezza nazionale, di business e non solo.