Nautica automatizzata
Grazie alla rete mobile, il rimorchiatore Nellie Bly ha effettuato la prima circumnavigazione delle coste della Danimarca in completa navigazione autonoma, senza intervento dell’uomo.
In attesa del 5G, il nuovo standard di rete mobile, in fase di lancio in diversi Pesi europei, è bastato il 4G per dimostrare l’efficacia dell’automazione tecnologica dell’imbarcazione, che nell’ottobre scorso ha completato una navigazione di 1000 miglia nautiche attorno alla regione scandinava, circa 1,800 km.
Nello specifico, il 96,9% del viaggio di 1.027 miglia è stato compiuto grazie alla guida automatizzata, eseguendo con successo 31 manovre di prevenzione di collisioni e di gestione del traffico.
Un test di lunga durata, che di fatto ha rappresentato una vera e propria demo, mettendo alla prova il progetto della Sea Machines, società di Boston che sviluppa soluzioni di automazione nautica e che ha pilotato da remoto il rimorchiatore per tutto il viaggio attorno alla Danimarca, fino all’arrivo nel Nord della Germania, nel canale di Kiel.
A bordo dell’imbarcazione, in via precauzionale, ci sono sempre state due persone per mantenere al massimo livello la sicurezza del viaggio, ma non sono mai intervenute, mentre ogni piccola variazione di navigazione è stata effettata da remoto.
L’azienda ha raccolto 3,8 TB di dati operativi essenziali, che mostrano come le navi possono connettersi facilmente come sistemi dell’internet delle cose (Internet of Things o IoT) all’economia cloud.
Connettività e tecnologia impiegata a bordo
La navigazione automatizzata è resa possibile dalla rete mobile, in questo caso il 4G (ma presto saremo in pieno 5G), da una serie di telecamere ad alta definizione e di sensori di varia natura per evitare collisioni di qualsiasi tipo, nonché da due modem LTE, che consentono anche la massima ridondanza anche in caso di perdita di connettività di rete.
Il rimorchiatore è sempre rimasto a non più di 11 km dalla riva, la giusta distanza per non perdere il segnale di rete mobile, fondamentale per mantenere attivo il collegamento con la sala operativa di Boston, ad una velocità dati media che variava da 6 Mbps a 20 di massima, sufficiente per mantenere sempre attivi i flussi video.
I computer di bordo erano programmati per evitare le collisioni, non solo con altre imbarcazioni ma anche con cetacei, ad esempio, o scogli e fondali bassi, gente in mare o boe di segnalazione. In generale, per ogni evenienza, il timone del mezzo è sempre stato sottoposto a controllo wireless (Wireless Helm Control system).
Altri sensori servivano per raccogliere dati generali sul meteo, soprattutto stato del mare e vento, poi la posizione satellitare per la lettura della bussola (Global Navigation Satellite Systems o GNSS), necessaria per stabilire posizione e direzione.
Tale mezzo è dotato infine di sistemi di identificazione automatica (Automatic Identification Systems) che consentono di scambiare informazioni e dati con altre imbarcazioni lungo il tragitto o in una determinata area.
In attesa del 5G, avanti con il 4G
La rete 5G è già realtà in decine di Paesi in tutto il mondo, tra cui l’Italia, con 660 milioni di abbonamenti attesi entro la fine dell’anno in corso.
Entro il 2027, il 5G dovrebbe rappresentare circa il 50% di tutti gli abbonamenti mobili in tutto il mondo, coprendo il 75% della popolazione mondiale e trasportando il 62% del traffico globale generato dagli smartphone.
Dal 2011, la diffusione delle reti 4G LTE è stata fondamentale per connettere 5,5 miliardi di smartphone in tutto il mondo, contribuendo alla disponibilità sul mercato di oltre 20.000 diversi modelli di dispositivi 4G.
Per questo i due standard saranno entrambi attivi nei prossimi anni, non escludendosi.