Questa mattina a Roma sono state organizzate due iniziative che meritano attenzione: la presentazione del libro “Sotto Strozzo”, di Mauro Bazzucchi e Luigi Ciatti (edito da Solferino) promossa da Confcommercio, ed il dibattito in occasione della pubblicazione del 14° rapporto di Save The Children “Atlante dell’Infanzia (a rischio)” curato da Vichi De Marchi (al quale abbiamo dedicato grande attenzione su queste colonne e rimandiamo a “Key4biz” del 15 novembre 2023, “Rapporto Save The Children, dati sconvolgenti sul disagio ‘digitale’ dei giovani”).
Esiste infatti una sorta di “fil rouge”, tra i fenomeni sociologici affrontati dalle due pubblicazioni: si tratta in entrambi i casi di dinamiche di “disagio” psico-sociale che caratterizzano sia il sistema imprenditoriale sia la gioventù italiana.
Si tratta ovviamente di ben differenti forme di disagio, ma comunque accomunate da una contraddizione rispetto all’immagine che si cerca di costruire di un Paese sereno, sano ed in crescita. Vi sono infatti molteplici criticità nel sistema socio-economico italiano, che non beneficiano dell’attenzione che meriterebbero dalle istituzioni, dato che l’agenda dei media è sempre attratta da eventi effimeri e superficiali che distraggono anche i “policy maker” dal malessere diffuso, strisciante e dilagante…
L’elenco è lungo: con quanta intensità e concretezza il Governo ed in generale le istituzioni affronta la piaga della ludopatia? E che dire delle morti sul lavoro? E dei femminicidi? E dei suicidi tra gli adolescenti? E dei suicidi in carcere?!
Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato nuove norme che vanno in una direzione “securitaria” (tra l’altro, aumentate le pene per chi blocca il traffico stradale per manifestazioni di protesta…), senza affrontare alla radice problematiche profonde del sistema sociale nazionale… Per esempio, il Governo ha coscienza che è in aumento la quantità di lavoratori che accedono alla procedura di “cessione di un quinto” dello stipendio?! Si tratta di un fenomeno grave che riguarda ormai parte significativa della popolazione, ed anche proprio tra le forze dell’ordine (rispetto alle quali ieri Giorgia Meloni ha ribadito il proprio convinto apprezzamento)…
Perché tematiche così delicate non vengono affrontate di petto? Ed abbiamo già denunciato su queste colonne la “marcia indietro” adottata qualche settimana fa dal Governo rispetto all’annunciata volontà di reprimere il libero accesso dei minori alla pornografia…
Si potrebbe continuare per pagine e pagine…
Una schizofrenica scissione tra Paese Reale e Paese Politico? Confcommercio denuncia il rischio “strozzo” per gli imprenditori… Ed il Governo non interviene in modo deciso e radicale
Sembra quasi di assistere ad una schizofrenica “scissione” tra Paese Reale e Paese Politico: il secondo definisce la propria agenda non sulla base delle esigenze vere del Paese Reale, bensì sulla base di logiche sondaggistiche e delle mutevolezze dei media e degli umori che emergono dai “social media”…
I due temi affrontati questa mattina sono sintomatici.
Il libro “Sotto Strozzo”, scritto dal giornalista Mauro Bazzucchi e dall’avvocato Luigi Ciatti, racconta in “presa diretta” un caso di usura degli anni Novanta, uno dei primi contrastati efficacemente con i nuovi strumenti legislativi e con l’aiuto dell’Associazione Ambulatorio Antiusura, attiva dal 1996. Mauro Bazzucchi è il figlio di Giuliano, piccolo e onesto imprenditore nella Roma di metà degli anni Novanta, che, per proteggere la propria famiglia, vive un mondo parallelo di terrore e minacce, cadendo vittima di un gruppo di usurai del suo quartiere…
In Italia, l’usura è in aumento, per oltre 1 imprenditore su 4, e cresce il timore di esposizione al fenomeno, e – come prevedibile – la preoccupazione più forte è al Sud e al Centro. Questi i principali risultati di un’indagine di Confcommercio, realizzata in collaborazione con Format Research tra le imprese del terziario, diffusa a Roma in occasione della presentazione del libro “Sotto Strozzo”, di Mauro Bazzucchi e Luigi Ciatti. L’usura si nutre delle imprese più fragili, a causa della riduzione del volume di affari, della mancanza di liquidità e della difficoltà di ottenere un finanziamento. Più in dettaglio, alcuni dei risultati dell’indagine: l’usura continua a crescere per le imprese del terziario di mercato ed il 27,8 % degli imprenditori ritiene che quest’anno sia aumentata; 1 imprenditore su 4 ha avuto notizia del fenomeno nella propria zona di attività; aumenta fortemente la percentuale di imprenditori molto preoccupati per il rischio di esposizione all’usura (25,2 %, + 8,7 punti percentuali su marzo 2023), un timore che è più alto al Sud (29 %) e al Centro (28,5 %); di fronte all’usura, il 61,4 % delle imprese ritiene che si dovrebbe denunciare e il 21,6 % non saprebbe cosa fare; forze dell’ordine (38,4 %) con associazioni di categoria e organizzazioni antiusura (29,6 %) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati…
Il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha sostenuto che “la crescita dell’usura preoccupa fortemente. È un fenomeno codardo e criminale, che si nutre e si sviluppa soprattutto nei momenti di crisi economica, per difficoltà di accesso al credito e mette a rischio la vita di un’impresa”.
La Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Chiara Colosimo: “dove non arriva lo Stato, arriva la criminalità”
“Dove non arriva lo Stato, arriva la criminalità” ha sostenuto la Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo (Fratelli d’Italia), spiegando che, per combattere il fenomeno dell’usura, bisogna cercare di “fare rete e sinergia” e stare “vicino” alle vittime, ovvero intensificare la vicinanza da parte delle istituzioni e anche delle associazioni di categoria. E serve incentivare “la cultura della denuncia”. “C’è solo una possibilità ed è quella di raccontare ai commercianti che cedere non è mai la strada, e, se hai ceduto, non devi avere paura…”, ha concluso Colosimo.
Luigi Imperatore, Comandante del Reparto Anticrimine di Roma dell’Arma dei Carabinieri, ha detto che “l’usura è un reato ‘spia’ per la criminalità e la mafia. La criminalità, attraverso l’usura, punta all’acquisizione dell’attività, per ripulire il denaro da proventi illeciti. C’è un forte condizionamento psicologico delle vittime dell’usura, che si concretizza un assoggettamento e all’omertà. Le vittime spesso non denunciano il proprio carnefice. In alcuni casi, quando le forze dell’ordine scoprono l’usura, la vittima nega di essere vittima di un tasso di usura e a volte avverte l’usuraio di essere stato sentito dai Carabinieri”…
Altri dati che emergono dall’indagine Confcommercio sono preoccupanti: oltre la metà delle imprese (52,8 %) ha registrato una maggiore difficoltà di accesso al credito rispetto allo scorso anno. Il dato è più marcato al Sud (60,4 %) e tra i ristoranti (60,7 %). Nel corso del 2023, il 40,1 % delle imprese ha chiesto un fido/finanziamento, o ha chiesto di rinegoziare un fido/finanziamento esistente: di queste, quasi la metà (47,8 %) si è vista accogliere la domanda con ammontare pari o superiore a quello richiesto, il 36,6 % ha visto accogliere la propria domanda di credito, ma con un ammontare inferiore alla richiesta, e il 3,7 % ha visto rifiutare la propria domanda di credito.
Non ci sembra che questa indispensabile attività di sensibilizzazione sia stata oggetto di adeguate campagne di comunicazioni, e, anche su questo tema, ci sembra che la Rai non assolva la sua funzione di servizio pubblico.
Per quanto riguarda il dibattito intorno all’“Atlante” di Save The Children (l’edizione 2023 è intitolata “Tempi Digitali”), ci limitiamo a qui riportare quanto ha manifestato il Vice Direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn), Nunzia Ciardi: “stare in rete è anche un diritto. Ma bisogna starci in modo sicuro. L’accesso alla rete è un diritto fondamentale, che va garantito a tutti in sicurezza”. I nativi digitali imparano a usare smartphone e pc dalla nascita: “i ragazzi adesso sono degli ottimi piloti, ma non conoscono il motore, la meccanica i suoi ingranaggi e i suoi rischi. Vivono più di altri digitalmente e quindi rischiano più degli altri… sfido chiunque a pensare a un nostro dato personale non digitalizzato. La distinzione tra vita reale-vita virtuale è sempre più sfumata. Siamo sempre onlife… I giovani sono dei grandi fruitori di tecnologie, ma scontiamo un deficit di professionalità che possono lavorare in questo contesto – ha detto a proposito della carenza di laureati “Stem” (l’acronimo che sta per “science, technology, engineering and mathematics”). Ciò costituisce un vulnus per la sicurezza, ma anche opportunità lavorative. Ci sono delle autostrade professionali aperte e i ragazzi non lo sanno…”. Anche in questo caso, contraddizioni tra criticità e potenzialità, in assenza di un buon governo del sistema educativo.
Confusione e deriva Rai: “contratto di servizio” scomparso dai radar… compensazione della riduzione del canone ancora incerta… e Simona Agnes possibile futura Presidente…
Torneremo su questi temi, ed in chiusura di questo articolo-zibaldone di fine settimana dedichiamo un qualche cenno di aggiornamento sulle vicende “mediologiche”.
Per quanto riguarda la Rai, rimandiamo sempre i lettori più attenti alla fonte informativa più accurata disponibile in Italia, qual è il blog specializzato “BloggoRai” (ovvero “la Rai prossima ventura”), e qui ci limitiamo a segnalare – una volta ancora – che il “governo” di Viale Mazzini ci sembra caratterizzato da grande confusione ed erraticità…
Anche la “diarchia” tra l’Amministratore Delegato Roberto Sergio ed il Direttore Generale Giampaolo Rossi sembra indebolita a causa di crescenti contraddizioni interne, e circola voce che l’attuale Consigliera di Amministrazione Simona Agnes (cooptata “in quota” Forza Italia ovvero più esattamente “in quota” Gianni Letta) potrebbe essere la prossima Presidente…
Irrisolta resta la questione della compensazione della riduzione del canone Rai da 90 a 70 euro, che indebolisce le finanze della tv pubblica italica…
Questa mattina, la Presidente Marinella Soldi, interpellata da Adnkronos sulla riduzione del canone previsto dalla legge di bilancio, ha dichiarato che “la situazione è delicata, abbiamo bisogno di certezza, è un tema che ha impatto sui conti aziendali e dunque un arco temporale congruo alla pianificazione di un’azienda che deve trasformarsi digitalmente è decisamente importante”. Ed ha proposto un esempio concreto: “se noi dobbiamo pianificare la ristrutturazione di una casa e non sappiamo se avremo soldi o meno rende tutto molto più complicato. Perciò abbiamo fiducia che questo appello ad un arco di certezza venga ascoltato”. Termini delicati e formule diplomatiche che cercano di evitare di affrontare a muso duro la crisi in atto…
Che fine ha fatto il “contratto di servizio” Rai, a distanza di un mese e mezzo dal parere della Commissione di Vigilanza? A quando la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale?
E nessuno sembra denunciare che, a distanza di un mese e mezzo dall’approvazione del parere della Commissione di Vigilanza Rai del “contratto di servizio” 2023-2028 (avvenuta il 3 ottobre 2023), questo documento non sia stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale (vedi anche “Key4biz” del 17 ottobre 2023, “Matteo Salvini ‘killer’ della Rai? Verso l’abolizione del canone, tutto a carico della fiscalità generale”)…
Questa mattina, la Presidente Soldi, in argomento, si è limitata a dichiarare che “siamo in attesa di avere il confronto col Mimit”. Ancora un “confronto”, dopo mesi e mesi di gestazione contrattuale?!
Ieri si è tenuta una riunione del Cda Rai, che ha approvato la “contabilità separata” per l’esercizio 2022 ed ha poi ascoltato gli aggiornamenti sul “piano industriale” in via di definizione. Il Consiglio ha preso atto che la stesura del “piano industriale” (triennale) è oggettivamente complicata dalla difficoltà di elaborare previsioni triennali sulle fonti di finanziamento, con un taglio del canone che in Finanziaria verrà previsto per un solo anno… Ciò basti.
Prevale incertezza.
E ben poco è ancora dato sapere degli “Stati Generali” che la Presidente della Commissione Vigilanza Barbara Floridia (M5s) ha ribadito – in occasione della presentazione del rapporto Auditel-Censis 2023, presentato a Palazzo Madama martedì scorso 14 novembre – saranno un’occasione di dibattito pubblico sul ruolo del “public media service” italico… anche nella prospettiva dell’Intelligenza Artificiale. Tema, quello dell’I.A., che verrà peraltro affrontato domani dal Movimento 5 Stelle in occasione di “Idia”, l’evento che si terrà domani, a partire dalle 11 al “Talent Garden” di Roma, per scoprire “i rischi, l’impatto e il futuro dell’intelligenza artificiale”, iniziativa che prevede anche l’intervento dell’ex premier e Presidente del M5s Giuseppe Conte.
Ed è di questa mattina la denuncia del Sindacato Lavoratori della Comunicazione Slc-Cgil, nella persona del Segretario nazionale Riccardo Saccone, che si domanda retoricamente (polemicamente)“cosa deve ancora accadere, perché si capisca quale deriva sta prendendo la più grande azienda culturale del Paese?”, di fronte di fronte alle preoccupazioni dei lavoratori di Rai Cultura alla notizia di un possibile taglio del 40 per cento al prossimo budget. Si tratterebbe di “una misura gravissima, che rende urgente il confronto coi sindacati sul piano industriale”: il dirigente sindacale rigetta la concezione di Rai Cultura come di un “capriccio” al quale si demandano le produzioni di nicchia: “è invece un canale che deve poter continuare a coniugare intrattenimento di massa e valorizzazione del mondo delle arti, capisaldi del servizio pubblico, dando spazio alla sperimentazione creativa che affiora prepotente dalla nostra società”. Secondo Saccone, chi oggi predica di voler cambiare la narrazione per imporre una nuova egemonia culturale “sta trasformando la Rai in un bollettino da cinegiornale, con vaghi inserti di intrattenimento ‘di qualità’ dozzinali, peraltro dagli scarsi ascolti…”. Col “brutale ridimensionamento” che sembra profilarsi “rischiamo che tornino in auge i tempi in cui qualcuno – conclude Saccone – chiamava “culturame” un mondo che in realtà faticava a capire”…
Confusione e deriva.
Cinema: si attende l’esito della gestazione delle nuove regole in materia di “tax credit”, mentre la Sottosegretaria delegata Lucia Borgonzoni ha assunto un basso profilo comunicazionale
Dal fronte “cinema”, si osservano curiose dinamiche: sono in complessa ed oscura gestazione nuove regole per il tanto decantato “tax credit”, di cui tardivamente anche la Sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni ha scoperto le molteplici criticità, e nel mentre l’Amministrazione congela di fatto – ovvero ritarda – le procedure burocratiche.
È di ieri giovedì 16 novembre 2023 un avviso, pubblicato sul sito web della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo (retta da Nicola Borrelli), nel quale si legge che “nelle more della pubblicazione del Decreto del Ministro della Cultura, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze” (recante “Ulteriori modifiche al decreto ministeriale 4 febbraio 2021 recante Disposizioni applicative in materia di credito di imposta per le imprese di produzione cinematografica e audiovisiva di cui all’articolo 15 della legge 14 novembre 2016, n. 220”), sarà possibile presentare le richieste di credito d’imposta per l’anno 2023… “dalle ore 10.00 del 20 novembre 2023 e fino alla data di chiusura della sessione, che avverrà dopo 30 giorni dalla pubblicazione del suddetto decreto”… Ciò, viene precisato, “al fine di avere contezza delle possibili richieste rispetto alle risorse stanziate e per approntare le misure organizzative necessarie per l’espletamento delle attività istruttorie”.
Alcuni osservatori notano che, nelle ultime settimane, la Sottosegretaria appare comunicazionalmente “low profile” rispetto al settore cinema e audiovisivo, ed interpretano questa curiosa dinamica come il risultato della volontà del Ministro Gennaro Sangiuliano (Fratelli d’Italia) di avere la parola finale nei processi decisionali che riguardano il settore (nonostante la delega assegnata alla senatrice leghista)…
E, in chiusura, la notizia, questa mattina, della nomina del Consiglio di Amministrazione del Teatro di Roma. Già immaginiamo che qualcuno – a destra – ironizzerà su chi – a sinistra – critica nomine che sono talvolta il risultato anche dell’eredità di un cognome importante (si pensi ai recenti casi di un De Mita jr nel Cda del Centro Sperimentale di Cinematografia o di un La Russa jr al Piccolo di Milano, ed in argomento si rimanda al nostro intervento su “Key4biz” di venerdì scorso 10 novembre 2023, “Sostegno pubblico alla cultura tra ‘parentifici’ e nomine bislacche”): la carica di presidente del Teatro di Roma è stata affidata a Francesco Siciliano, attore, regista, produttore e manager culturale, che – si legge nel comunicato diramato dall’Ufficio Stampa di Roma Capitale – “da anni lavora nell’ambito del teatro e del cinema unendo passione artistica e competenza tecnica e organizzativa”. Francesco Siciliano è anche il figlio di una figura importante della cultura di sinistra italica, il famoso scrittore, saggista e narratore, Enzo Siciliano (1934-2006).
Alla figura del Presidente, si affianca la designazione dei quattro membri che, con lui, compongono il consiglio: l’avvocato Danilo Del Gaizo, già Vice Avvocato Generale dello Stato e attuale direttore Corporate Affairs di Terna SpA, l’organizzatrice teatrale Natalia Di Iorio, l’attore e regista Marco Prosperini, la Presidente di ConfLIrica Daniela Traldi…
Non ci risulta che queste nomine siano il risultato di procedure pubbliche di comparazione dei curricula ovvero di una pubblica “call” a candidarsi…
Ancora una volta, prevale l’“intuitu personae” del… Principe di turno.
A sinistra come a destra (o al centro che sia).
[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.