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Imprese culturali e creative, il 3 novembre il varo dei bandi Pnrr da 155 milioni

La Direzione Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura annuncia che si attende solo la registrazione da parte della Corte dei Conti. Nei prossimi giorni, gli Avvisi pubblici. Previsti almeno 1.500 beneficiari.

Per settimane ancora, impazzirà il toto-nomine della squadra di governo… In materia di politiche della cultura, la giornata di giovedì segnala soltanto una sortita – in un’intervista all’Adnkronos – dell’eccentrico Morgan (nome d’arte di Marco Castoldi, compositore, musicista, cantautore, fondatore dei Bluvertigo), che già settimane fa si autoproclamò consigliere e suggeritore dell’amica Giorgia Meloni: ha ribadito il proprio convinto supporto a favore di Vittorio Sgarbi come possibile futuro Ministro della Cultura ed ha dichiarato di aver telefonato alla leader di Fratelli d’Italia per ribadire la sua proposta. Da ricordare che c’è un precedente “relazionale” tra i due: nell’aprile del 2022, suscitò clamore la notizia che Sgarbi avrebbe candidato Morgan alle Comunali di Verona, al primo posto nella sua lista (denominata “Io Apro Rinascimento”). Ne erano seguite polemiche e malumori ed il Sindaco uscente, Federico Sboarina (Fratelli d’Italia), aveva spiegato che si era trattato di un ennesimo “colpo di teatro” di Sgarbi, e che lui, di avere Morgan tra i suoi portabandiera, non ne aveva proprio voglia. L’eterodosso Morgan (che ha tra l’altro dichiarato pubblicamente di aver fatto uso di crack per uscire dalla depressione) ha sostenuto Sgarbi – contrapposto a Pier Ferdinando Casini (Pd) – nella campagna elettorale emiliana, ma il 25 settembre il suo amico non è stato eletto… Va anche precisato che lo stesso Morgan ha dichiarato all’agenzia 9colonne che comunque la Meloni non ha risposto al suo messaggio su WhatsApp: “il mio messaggio a Giorgia Meloni? le ho mandato un messaggio scritto WhatsApp consigliandole Vittorio Sgarbi come ministro, ma non ci voglio certo io per un consiglio del genere. In questo momento, però, è impegnata e non mi sta rispondendo: è normale, sta per diventare premier”… Sgarbi ha dichiarato comunque, ieri l’altro mercoledì, di aver suggerito a Meloni di ripristinare la denominazione di Ministero per i Beni Culturali, ovvero di istituire un nuovo dicastero, il Ministero del Patrimonio Culturale (con competenze specifiche e ben altre rispetto al cinema ed allo spettacolo). Una rispettabile tesi, che senza dubbio contrappone lo storico dell’arte (classe 1952), che è anche Sindaco di Sutri ed Assessore alla Cultura ad Urbino, alla giovane (classe 1976) senatrice Lucia Borgonzoni, che – anche lei papabile al Collegio Romano – ha invece una visione certamente più post-moderna del concetto di “cultura”, includendovi a pieno titolo tutte le imprese culturali e creative, dai videogame alla musica pop alla moda…

Accantoniamo per ora il toto-nomine e concentriamoci su notizie concrete.

Fondi per le imprese culturali e creative: esauriti subito quelli del Mise (40 milioni di euro), ma sono arrivo quelli del Ministero della Cultura (115 milioni)

Che il Governo guidato da Mario Draghi abbia finalmente prestato attenzione all’insieme delle “imprese culturali e creative” è un dato di fatto oggettivo, determinato dall’impegno di due esponenti di spicco della Lega Salvini, ovvero il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e la Sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni. Da segnalare “en passant” che, se la seconda potrebbe essere la prima ministro donna della Cultura in Italia, per il primo alcuni ipotizzano la presidenza della Camera.

Nell’ambito del dicastero retto da Giorgetti è stato attivato un fondo di 40 milioni di euro, che si è andato presto esaurendo, se è vero che giovedì della scorsa settimana è stata pubblicata sul sito del Mise la notizia che segnala che dall’indomani (23 settembre) sarebbe stato chiuso lo “sportello”, causa esaurimento fondi messi a disposizione. Lo sportello era stato aperto a partire dal 6 settembre 2022.

Questo il triste annuncio: “a seguito dell’esaurimento delle risorse disponibili, con avviso del 22 settembre 2022 è disposta a partire dal 23 settembre 2022 la chiusura dello sportello per la presentazione delle domande relative anche alle agevolazioni di cui al Capo III del Decreto interministeriale 19 novembre 2021, volte a promuovere la collaborazione tra le imprese creative e i soggetti operanti in altri settori, mediante erogazione di un voucher per l’acquisizione di servizi specialistici”. Il 5 luglio era stato chiuso lo “sportello” relativo al Capo II del Decreto ministeriale… Va anche osservato che si è registrato un rapido esaurimento fondi di questi bandi “a sportello” (chi prima arriva, meglio alloggia…), nonostante essi non abbiano beneficiato di una promozione comunicazionale minimamente significativa.

Abbiamo espresso non poche perplessità tecnico-amministrative su questi bandi Mise, anche perché essi sono stati emanati in contraddizione con quelle che sono le caratteristiche strutturali e tipiche di molte imprese culturali, che non rientrano certo negli schemi rigidi dei terribili “codici Ateco” (vedi il nostro intervento su “Key4biz” del 3 giugno 2022, “Pubblicato il bando Mise da 40 milioni per il Fondo per le Imprese Culturali e Creative ed imminente quello del Mic da 115 milioni” e soprattutto il successivo commento critico pubblicato il 22 giugno 2022, “Fondo Imprese Creative. Bando di 40 milioni ad Invitalia, paradossale approccio restrittivo e repressivo?”)…

Sarà interessante acquisire una valutazione di impatto dell’esito di questi bandi Mise, e confidiamo che Invitalia (guidata da fine giugno da Bernardo Mattarella, dopo la fuoriuscita di Domenico Arcuri) sappia attrezzarsi tecnicamente affinché si possa garantire la massima trasparenza sulle procedure e soprattutto avere notizia dei progetti approvati.

155 milioni di euro che vengono dal Pnrr: le domande potranno essere presentate dal 3 novembre 2022 al 1° febbraio 2023

Crescono nel sistema culturale italiano le aspettative per un altro… fondo, di tutt’altra consistenza (quasi quattro volte quello del Mise), che è stato annunciato mesi fa dalla Sottosegretaria Borgonzoni, gestito dalla Direzione Creatività Contemporanea (Dgcc) del Ministero della Cultura, guidata da Onofrio (detto Ninni) Cutaia.

L’annuncio è stato manifestato ormai quasi 5 mesi fa, e la tempistica si è mostrata assai più lenta del previsto (si era previsto prima “fine maggio” poi “fine” giugno e luglio e agosto…): il 6 maggio, la Sottosegretaria ed il Direttore Generale annunciavano che sarebbe stata questione di poche settimane la pubblicazione degli avvisi per i 155 milioni di euro che verranno destinati alle micro e piccole imprese culturali e creative italiane, attingendo ai fondi del “Recovery Plan”.

Abbiamo dedicato alla commendevole iniziativa adeguata attenzione anche sulle colonne di questa testata (vedi “Key4biz” del 6 maggio 2022, “Pnrr, 155 milioni di euro per sostenere le ‘micro’ e ‘piccole imprese’ culturali e creative italiane”).

Il Governo si è dimesso, ma queste dinamiche rientrano senza dubbio nella “ordinaria amministrazione” e sono peraltro affidate a quelli che in gergo si definiscono “gli uffici”.

I bandi sono imminenti, ed è stato reso noto che le proposte potranno essere presentate dal 3 novembre 2022.

La Dg di Cutaia ha infatti pubblicato martedì 27 settembre una “nota informativa” sull’avviso.

La notizia della imminente pubblicazione dei bandi era stata comunque anticipata due settimane fa, il 14 settembre, dalla stessa Sottosegretaria Lucia Borgonzoni e confermata l’indomani: “come anticipato ieri, si è finalmente conclusa la procedura di approvazione dell’Avviso pubblico che destina fondi Pnrr alle imprese culturali e creative. Un risultato che arriva con un anno di anticipo rispetto a quanto previsto e che darà un contributo alla trasformazione digitale del settore. In arrivo 115 milioni di euro”.

Le domande, come pubblicato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mic, potranno essere inoltrate dal 3 novembre 2022 al 1° febbraio 2023.

Si ricorda che il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” alias “Pnrr” prevede alcune specifiche aree di intervento: Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura | Componente 3 – Turismo e Cultura 4.0 (M1C3) | Misura 3 – Industria culturale e creativa 4.0 | Investimento 3.3 – Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde | Sub-Investimento 3.3.2 – Sostegno ai settori culturali e creativi per l’innovazione e la transizione digitale (Azione A II)…

La Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura ha infatti completato la procedura di approvazione dell’avviso pubblico per l’erogazione di contributi a fondo perduto agli organismi culturali e creativi per favorire l’innovazione e la transizione digitale.

L’Avviso, finanziato dall’Unione Europea – “NextGenerationEu”, verrà pubblicato sul sito della Direzione Generale Creatività Contemporanea e sugli altri siti istituzionali appena saranno registrati gli atti propedeutici attualmente sottoposti agli organi di controllo.

Si potrà inoltrare domanda su apposita piattaforma digitale dal 3 novembre 2022 al 1° febbraio 2023.

Tutte le istanze pervenute, in regola con i requisiti di ammissibilità previsti dall’Avviso, saranno prese in esame, valutate e ammesse a finanziamento secondo una graduatoria di merito.

Bandi aperti al “profit” ed al “non profit”… Essere “impresa” (culturale e creativa) senza essere iscritti al Registro delle Camere di Commercio…

L’attesa nei confronti di questi bandi è grande, così come l’aspettativa nei confronti di avvisi pubblici che Borgonzoni e Cutaia hanno annunciato saranno caratterizzati da criteri di apertura estrema rispetto ai requisiti, non vincolati da logiche restrittive e repressive come quelle del Mise: in occasione della presentazione del 6 maggio, è stato enfatizzato che l’intervento pubblico verrà indirizzato ad un ampio spettro di soggetti, e potranno partecipare anche “tutte le organizzazioni profit e non profit che operano nel settore culturale e creativo”.

Il Ministero della Cultura sembra finalmente aver compreso che si può “fare cultura” ed essere “impresa culturale” anche senza essere iscritti al Registro delle Imprese, peraltro gestito in modo rigido e burocratico e passatista dalle vetuste Camere di Commercio ed Artigianato e dalla arcaica InfoCamere.

Saranno le piccole e micro imprese le protagoniste di questo nuovo ampio programma di sostegno pubblico, che ha come obiettivo principale favorire la loro transizione digitale e ridurre il loro impatto ecologico: “digitale” e “green” sono, quindi, i due ambiti in cui si muoveranno i bandi.

I 155 milioni di euro saranno ripartiti in 3 aree principali, ovvero “digital” e “green” e “capacity building”:

Destinatari dell’investimento, nello specifico, sono gli operatori che operano nei settori musica, audiovisivo e radio (film/cinema, televisione, videogiochi, software e multimedia), moda, architettura e design, arti visive (inclusa la fotografia), spettacolo dal vivo e festival, patrimonio culturale materiale e immateriale (inclusi biblioteche, archivi e musei), artigianato artistico, editoria, libri e letteratura, e area interdisciplinare (trasversale ai settori culturali e creativi)…

Un budget di 155 milioni è significativo, ma certamente non sufficiente (poca cosa – per capirci – rispetto ai 750 milioni di euro l’anno del Fondo Cinema e Audiovisivo di cui alla “Legge Franceschini” del 2016 e successive integrazioni): è comunque un primo segnale di attenzione concreta. La stessa Sottosegretaria, in un’intervista di metà maggio, alla domanda di Maria Teresa Rossi, “155 milioni sono pochi, abbastanza, sufficienti?”, così risposte: “da Sottosegretario alla Cultura le dico che sono pochi”. Anche se spesi bene? “Sono pochi perché le imprese culturali e creative sono ovunque, l’Italia non ha una legge che le norma, ma questo paradossalmente è forse un bene perché consente a tutto e a tutti di esprimere creatività. Noi abbiamo incontrato tutti gli stakeholders, ascoltato le loro istanze proprio per cercare di dare risposta a tutte le domande e alle esigenze espresse, ma anche per riuscire a rappresentare quanto siano importanti le piccole imprese culturali e creative nel nostro Paese”. Purtroppo non sono stati resi pubbliche le videoregistrazioni di questi incontri con i portatori di interessi (se non per quanto riguarda il primo, tenutosi il 29 settembre dell’anno scorso: vedi “Key4biz” del 1° ottobre 2021, “L’ipotesi di Pubblico Registro Digitale per la Musica divide la industry”), ma ci si augura che ciò possa avvenire presto.

E finalmente anche una indagine (seria) sul settore culturale e creativo italiano?

Ci piace qui riportare quel che scrivevamo il 6 maggio su queste colonne. Al punto 4.1.4 del documento su cui si basa l’intervento, si legge che la Direzione Generale Creatività Contemporanea provvederà a “promuovere un’indagine sul settore culturale e creativo anche attraverso l’ascolto degli stakeholders con forum dedicati e la somministrazione di una scheda informativa on line, utile anche alla mappatura del tessuto imprenditoriale italiano”.

Eccellente iniziativa: era ora! (viene da commentare). “L’obiettivo principale che s’intende perseguire è massimizzare il valore conoscitivo di tutti gli ambiti d’intervento col fine di organizzare e programmare l’offerta complessiva a favore della filiera. La determinazione della domanda e dell’offerta di competenze digitali costituisce un elemento di qualificazione dell’investimento”.

Su questa tesi del Dg Onofrio Cutaia, non possiamo che apprezzare l’intenzione, ma, al tempo stesso, rimarcare anzi denunciare (ri-denunciare, per l’ennesima volta, anche su queste colonne), l’enorme deficit di conoscenza che caratterizza il sistema culturale italiano (e quindi anche il “decision making” ministeriale), e l’enorme ritardo con cui emerge questa autocoscienza… “Nessun ministero ha dati sulle imprese culturali e creative… e non li hanno nemmeno molte Regioni”, ha riconosciuto Cutaia.

Noi lo abbiamo denunciato decine di volte, anche su queste colonne, e questa amara constatazione è alla base della genesi stessa di questa rubrica “ilprincipenudo”, curata da IsICultIstituto italiano per l’Industria Culturale per “Key4biz”: si rimanda all’edizione n° 1 della rubrica, intitolata “L’economia della cultura e l’incertezza dei suoi numeri”. Pubblicata su “Key4biz” del 4 luglio 2014. A distanza di quasi otto anni da allora, la situazione non è granché migliorata. Incredibile, ma vero.

Attendiamo la pubblicazione del bando.

Abbiamo certezza che parteciperanno migliaia e migliaia di piccole e micro-imprese ed associazioni di ogni tipo.

Una iniezione preziosa di risorse pubbliche per l’intero sistema culturale italiano.

Clicca qui, per il documento “Linee di indirizzo per le iniziative di sistema della Missione 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. Componente 3 – Turismo e cultura 4.0. Misura 3 – Industrie culturali e creative” (decreto n. 91 del 5 maggio 2022), presentate dalla Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, dal Direttore Generale Onofrio Cutaia, dal Direttore Generale dell’Unità di Missione Pnrr Angelantonio Orlando, Ministero della Cultura, Collegio Romano, Roma, 6 maggio 2022.

Clicca qui, per la sintesi delle “linee di indirizzo” per l’attuazione del sostegno del “Pnrr” alle imprese culturali e creative (“Investimento 3.3 – Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde”), presentate presso il Ministero della Cultura, Roma, 6 maggio 2022.

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