Sassi (Earth Day Italia): “Puntare sul rinascimento verde”
Si è svolta oggi la prima giornata di “Impatta Disrupt è il Festival italiano dell’Innovability!”, espressione del Think Tank Impatta, ideato e gestito da Earth Day Italia, di cui Key4biz è media partner.
Il Festival, che si svolge in questi giorni a Roma alla Casa del Cinema, è anche l’occasione per rilanciare la Giornata Mondiale della Creatività e dell’Innovazione del 21 aprile prossimo, istituita dalle Nazioni Unite per un più rapido raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Come ha spiegato in apertura del Festival Pierluigi Sassi, Presidente Earth Day Italia, L’Agenda 2030, sottoscritta nel 2015 da 193 Paesi delle Nazioni Unite, tra cui l’Italia, “si basa su cinque concetti chiave della sostenibilità, rappresentati da cinque ‘P’: Persone, Prosperità, Pace, Partnership, Pianeta”.
“Un festival che non vuole essere solo una rassegna sull’innovazione, ma un luogo di riflessione e confronto, dove provare ad individuare quali sono le possibilità e i modi migliori per sbloccare il potenziale italiano, le nostre capacità di innovare. Un momento in cui chiedere ai politivi, agli uomini di economia e finanza, quali possono essere le possibilità veramente disrupt di cambiare il nostro presente e quindi di costruire il nostro futuro.
Parliamo di riuscire a creare il rinascimento verde che il mondo si aspetta da noi italiani. Il nostro Paese ha sempre messo al centro l’innovazione e per questo si è celebrata la Giornata mondiale dell’innovazione pochi giorni dopo la nascita di Leonardo da Vinci.
L’obiettivo è seminare il cambiamento e far nascere qualche piantina da lasciare alle nuove generazioni”, ha spiegato Sassi.
Giovannini (ASviS): “Pensare in modo nuovo è il cuore del cambiamento”
La Copertina del Festival è stata affidata a Enrico Giovannini, Direttore Scientifico ASviS Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, che ha iniziato il suo intervento ricordando il significato etimologico del termine innovazione: “L’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione, ma anche ogni novità, mutamento, trasformazione che modifichi radicalmente o provochi comunque un efficace svecchiamento in un ordinamento politico o sociale”.
“Oggi è un momento difficile per il mondo, un momento di conflitti e distruzione.
recentemente, gli Stati Uniti hanno spiegato alle Nazioni Unite perché hanno votato contro la Giornata mondiale della speranza, spiegando che l’amministrazione Trump ha deciso di ritirarsi dall’Agenda 2030, sottolineando che i valori che l’hanno ispirata, dalla transizione ecologica alla giustizia, fino al superamento delle disuguaglianze, non sono riconosciuti da Washington.
Qualche giorno fa, in Asia il vice Primo ministro cinese ha invece citato nel suo discorso l’importanza dell’Agenda 2030 e il Patto sul futuro.
Due punti di vista così estremi e esposti in consessi internazionali, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, non capita spesso di ascoltarli e rappresentano bene il momento storio che stiamo vivendo”, ha sottolineato Giovannini.
“Se noi non innoviamo profondamente il nostro tempo, non riusciremo a raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti, cioè ad esempio realizzare la nostra Costituzione, il trattato dell’Unione europea e allo stesso tempo realizzare l’Agenda 2030, probabilmente l’accordo più alto della storia per lavorare tutti assieme al futuro dell’Umanità. Rifiutarla vuol dire rinunciare a questo futuro, l’unico per cui vale la pena tentare di combattere, nel senso più pacifico per realizzarlo.
Ci viene chiesto da tutto il mondo di accelerare sulla transizione sostenibile. Secondo un sondaggio interno ai Paesi del G20, due terzi della popolazione mondiale ci chiede di contrastare il cambiamento climatico e i suoi effetti più devastanti, di migliorare le condizioni economiche, di garantire il diritto alla salute, una condizione di uguaglianza e un percorso democratico di crescita e progresso.
Esattamente quello che è stato scritto nei 17 obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile”, ha proseguito Giovannini.
“Solo un terzo degli intervistati però crede che i leader politici prenderanno le giuste decisioni per raggiungere questi obiettivi. Manca la fiducia in chi ci guida, in chi dovrebbe lavorare per una giustizia intergenerazionale per l’accesso alle risorse.
Nostro compito è impegnarci a superare la contraddizione che si è creata tra desideri e realtà, sanando una frattura storica e sociale.
In momenti come questi dobbiamo riuscire a capire cosa abbandonare e cosa invece fare per creare qualcosa di nuovo, magari che già esiste, ma che va aiutato a venir fuori, a manifestarsi.
L’open innovation, l’harmonic innovation, sono concetti che richiedono impegno e cooperazione, oltre la competizione.
C’è l’economia civile, che nasce nella scuola napoletana, con pensatori come Genovesi e altri, che ci aiuta a capire che non ci sono solo i beni individuali, ma anche quelli comuni. Questi economisti hanno lavorato ad una nuova concezione del mondo, basata sulle esigenze della collettività, in contrapposizione alla scuola degli economisti inglese.
Una posizione concettuale importante – ha precisato il Direttore Scientifico dell’ASviS – in un momento in cui dei Grandi Paesi stanno favorendo loro stessi e una parte del mondo a scapito del restante”.
“Noi dobbiamo capire da che parte vogliamo stare, con il più forte, la parte dominante, o dalla parte del cambiamento? Non sarà facile, soprattutto in un momento in cui i media spingono verso una direzione, colpendo chiunque non si allinei alla narrazione dominante e con il leader più forte.
Pensare in modo nuovo è il cuore del cambiamento e dell’innovazione.
E questo si fa sposando un modo nuovo di vedere le cose, aprendosi al confronto, non accettando di essere schiacciati e oscurati dai messaggi mainstream che ci arrivano addosso da ogni parte, ogni giorno.
Le soluzioni ci sono, ma per metterle in pratica bisogna uscire dalla comfort zone in cui siamo caduti, magari spegnendo ogni tanto tutti i nostri schermi, per tornare a guardare il mondo per quello che è”, ha affermato Giovannini.
Dal 7 al 23 maggio in tutta Italia il Festival italiano dello Sviluppo sostenibile
Dal 7 al 23 maggio ci sarà l’edizione 2025 del Festival italiano dello sviluppo sostenibile, lo scorso anno animato da oltre 1200 eventi.
Nel termine “Innovability”, c’è un senso di coerenza che unisce innovazione e sostenibilità. Il nostro scopo è portare il mondo, l’Europa e il nostro Paese sulla strada dello sviluppo sostenibile, soprattutto per affrontare e superare tutto quello che ci sta accadendo in questi anni.
A tal proposito, Giovannini ha appuntamento a tutti al Festival italiano dello sviluppo sostenibile, promossa dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile Ets (ASviS), che si svolgerà dal 7 al 23 maggio 2025, in presenza, online e su tutto il territorio italiano.
In conclusione, il Direttore Generale dell’Asivis ha poi ricordato l’intervenendo all’assemblea generale delle Nazioni Unite, del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che ha dichiarato: “L’agenda 2030 non è uno strumento burocratico per sognatori, ma l’unico piano che abbiamo per realizzare un mondo migliore e per farlo abbiamo bisogno di tutti”.