Secondo i dati Eurostat, l’Italia è uno dei paesi dove meno si parla inglese in Europa, fenomeno che frena l’internazionalizzazione ma anche la crescita di molti giovani che, per mancanza di tempo o denaro, non possono imparare la lingua. “Sicuramente il modello pedagogico della scuola italiana deve migliorare: si concentra infatti su grammatica e scrittura, mentre dovrebbe basarsi su strategie che permettano agli alunni di sviluppare abilità nel parlare in inglese, per esempio farli esercitare nella pronuncia“, ha spiegato a Key4biz Maria Perillo, responsabile didattica dell’accademia di inglese online ABA English, un corso che permette di imparare l’inglese attraverso i film grazie a una app e conta oggi oltre 19 milioni di studenti in tutto il mondo. Con lei abbiamo parlato di inglese e nuove tecnologie.
Key4biz. Perché si parla ancora così poco inglese in Italia?
Maria Perillo. Credo che si tratti soprattutto di una questione culturale e di abitudini. In Italia continuiamo a fruire di pochi contenuti in inglese, contrariamente a quanto accade nei paesi nordici. Guardare film in lingua originale con i sottotitoli, ad esempio, aiuterebbe moltissimo. Non si deve dimenticare poi che gli italiani cominciano ad imparare l’inglese molto tardi. Si potrebbe iniziare già da piccolissimi con i cartoni animati, perché una lingua si impara soprattutto ascoltandola.
Key4biz. Non crede che da parte del mondo del lavoro ci sia poca propensione a premiare chi conosce le lingue straniere?
Maria Perillo. Al contrario, c’è sempre più bisogno di persone che sappiano l’inglese, e molto spesso vi è una corrispondenza proporzionale tra retribuzione e padronanza dell’inglese. Secondo le più importanti agenzie di reclutamento in Europa, per offerte di lavoro del tipo “colletti bianchi” si richiede la conoscenza delle lingue nell’80% dei casi, e l’inglese è ovviamente la lingua più richiesta. Per quanto riguarda le offerte per responsabili aziendali o manager, la percentuale sale al 90%. L’inglese offre accesso a un gran numero di carriere specialistiche, ma permette anche di candidarsi presso qualsiasi azienda che offra la possibilità di soddisfare le proprie ambizioni.
Key4biz. Quali sono i punti di forza delle app educative come ABA English rispetto ai metodi di insegnamento tradizionali?
Maria Perillo. I vantaggi sono molti, ma il più importante è senza dubbio la possibilità di adattare lo studio ai propri ritmi quotidiani. Avere uno smartphone sempre a portata di mano permette di approfittare di qualsiasi momento disponibile, per quanto breve, per imparare e fare pratica. Con alcune app come ABA English è possibile anche esercitarsi offline. Questo facilita lo sviluppo di abitudini di studio diverse, che noi chiamiamo ABAMoments, momenti di varia durata da dedicare all’apprendimento dell’inglese. È dimostrato che è più facile assimilare una lingua in dosi piccole e costanti, piuttosto che dedicare molte ore al giorno allo studio ma solo sporadicamente.
Key4biz. Quindi smartphone e tablet possono essere validi strumenti di apprendimento?
Maria Perillo. Certamente. Diversi studi mostrano che i dispositivi mobili aiutano chi studia a migliorare lettura e scrittura e a riconoscere quali sono le abilità che deve sviluppare maggiormente. L’alunno legge, ascolta, scrive e parla in inglese con uno strumento che utilizza nella sua vita di tutti i giorni proprio per svolgere le suddette azioni. Attraverso i cellulari è anche possibile integrare e quindi sviluppare contemporaneamente diverse abilità: si scrive parlando, si ascoltano testi scritti…
Key4biz. Non crede che così ci si rivolga solo a una fascia limitata della popolazione? Non tutti hanno uguale dimestichezza con le nuove tecnologie.
Maria Perillo. In realtà i dispositivi mobili hanno ampliato il target di utenza rispetto al computer. L’utilizzo di smartphone e tablet da parte di adulti e persone della terza età rappresenta una vera e propria rivoluzione perché permette di imparare l’inglese anche a chi ha una certa resistenza o scarsa esperienza con il PC, visto che il livello d’interazione è molto più semplice. Per quanto riguarda i più giovani, si elimina la “formalità” della didattica coinvolgendo anche gli alunni più reticenti, per esempio chi è abituato all’uso dei videogiochi.
C’è anche un vantaggio dal punto di vista economico. Studiare su dispositivo mobile spesso conviene: il corso di ABA, per esempio, ha dei costi che arrivano fino a 5-6 euro mensili in base all’abbonamento scelto.
Key4biz. Molti italiani scelgono di andare all’estero per imparare la lingua. Le app possono rappresentare una valida alternativa, oppure l’esperienza sul campo sarà sempre indispensabile?
Maria Perillo. L’immersione linguistica è sicuramente il miglior metodo, perché si impara in modo più veloce ed efficace. Ma questo vale un po’ per tutte le discipline: si impara soprattutto facendo le cose, non osservandole. Il metodo ABA cerca proprio di ricreare questa immersione con gli ABA Films. Non si parte dalla regola grammaticale, ma da filmati accattivanti che trattano storie nelle quali gli alunni possono facilmente identificarsi.
Lo chiamerei un “viaggio didattico”, proprio come se ci si trovasse all’estero a studiare inglese. Divertendosi, si sviluppano progressivamente tutte e quattro le competenze linguistiche nell’ordine naturale di apprendimento: prima si ascolta e si impara a parlare, poi a leggere e scrivere. La grammatica viene introdotta nella seconda parte di ogni unità, sempre in formato video. Anche da casa propria, la sensazione è quella di vivere un’autentica esperienza di vita reale.
Key4biz. Cosa consiglia a chi ancora non parla inglese, per mancanza di voglia o di tempo?
Maria Perillo. Di non aspettare oltre. Non sapere l’inglese significa oggi non avere aperture verso l’esterno, limitarsi a una dimensione locale, rinunciare a sfruttare le mille opportunità e dimensioni di internet, auto-escludersi dal mondo degli affari ma anche da quello della cultura, della scienza, della musica e dell’arte. Il tempo non è più un limite; in fondo, basta uno smartphone per avere il mondo a portata di mano.