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Immuni userà anche il Gps e non solo il Bluetooth?

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“I dati salvati sono anonimi, sono identificativi numerici e posizione Gps, non ci sono dati anagrafici”, così Key4biz è venuta a conoscenza da una fonte che si starebbe sviluppando l’app con due protocolli tecnologici Bluetooth e Gps“Sono dati anonimi” quelli relativi alla posizione (Gps) dello smartphone, aggiunge la fonte.  

Fino ad oggi è stato garantito che l’applicazione non avrebbe utilizzato il Gps. 
Nell’articolo 6 del decreto-legge vigente, con cui il Governo introduce l’app di contact tracing, è scritto: “…è esclusa in ogni caso la geolocalizzazione dei singoli utenti”.

In arrivo nuove incongruenze dalla saga Immuni?

Ma siamo pronti ad aspettarci nuove incongruenze dalla saga Immuni, perché continuamente costellata di sorprese. Dal non chiaro processo di selezione (sarà oggetto della relazione che il Copasir invierà al Governo) fino alla virata del modello di gestione dei dati: Immuni è stata scelta anche per “la conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT” che punta a creare un approccio standardizzato per le app di tracciamento basato su Bluetooth, con il modello centralizzato (soft) dei dati. Poi il Governo ha deciso di seguire il protocollo Decentralised Privacy-Preserving Proximity Tracing (DP-3T).

L’idea realizzativa è quella di incrociare le informazioni dei contatti anonimi presenti su più banche dati. La tecnologia della replicazione dei dati (più server distribuiti sul territorio italiano) garantisce un accesso immediato alla ricostruzione dei contatti.

L’app Immuni è idonea al Gps

Secondo la fonte di Key4biz l’app per come si sta sviluppando in queste ore (“i team stanno lavorando giorno e notte” – aggiunge la fonte), oltre al Bluetooth chiederà agli utenti anche il consenso per l’utilizzo del GPS. E ricordiamo che gli sviluppatori di Bending Spoons sin dall’inizio hanno affermato che l’app sarebbe stata idonea sia per il tracciamento di prossimità con il Bluetooth sia per quello con il Gps

È effettivamente così? 

In sede di conversione in Parlamento del decreto-legge in quale altro modo più robusto si potrebbe legiferare per garantire l’effettivo divieto della geolocalizzazione dei singoli utenti?

Il Gps non vietato dai Garanti privacy europei, ma…

L’utilizzo del Gps per il tracciamento dei contatti nel contesto dell’emergenza legata al COVID-19 è consentito dalle linee-guida 4/2020 adottate il 21 aprile dal comitato europeo per la protezione dei dati, ma con una serie di condizioni, praticamente impossibili da attuare, perché lo stesso Comitato scrive “…un ampio corpus di ricerche ha dimostrato che dati relativi all’ubicazione ritenuti anonimi possono di fatto non esserlo. Le tracce di mobilità dei singoli individui sono caratterizzate intrinsecamente da forte correlazione e univocità. Pertanto, in determinate circostanze possono essere vulnerabili ai tentativi di re-identificazione”. 

Infine, osserva il comitato europeo per la protezione dei dati “data la complessità dei processi di anonimizzazione, si raccomanda con forza di garantire la trasparenza per quanto riguarda la metodologia di anonimizzazione utilizzata”.

Solo quando verrà effettuata la valutazione d’impatto (DPIA) e si conoscerà il codice sorgente sapremo con certezza come Immuni funzionerà, con quali policy e quali protocolli.

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