Dopo una settimana di sperimentazione in Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia, da cui non è trapelato nulla a livello governativo, né il numero di persone con l’app attiva né i risultati del test, Immuni da lunedì 15 giugno sarà operativa in tutta Italia. Ovvero dall’inizio della Fase 3. L’annuncio è stato dato dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte il giorno dopo la firma del nuovo Dcpm, valido fino al 14 luglio, con le nuove misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19. Ma nel decreto non si fa riferimento ad Immuni.
Conte: “Potete scaricare Immuni con sicurezza, serenità e tranquillità, perché tutela la privacy”
“Da lunedì potrà essere scaricata in tutto il territorio nazionale e sarà operativa l’app Immuni. La potete scaricare con sicurezza, serenità e tranquillità, perché tutela la privacy, ha una disciplina molto rigorosa, non invade gli spazi privati”, così il premier in chiusura di conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri. “Siamo orgogliosi”, ha aggiunto, “siamo stati tra i primi in Europa, se non addirittura i primi nel mondo occidentale ad avere raggiunto il risultato” dell’app immuni “che ha superato il vaglio molto severo degli istituti internazionali più rigorosi e accreditati”.
Gli smartphone (e i cittadini) esclusi
Conte ha dimenticato di dire che Immuni è un’app di Stato non scaricabile da parte di tutti i cittadini interessati, perché non è compatibile con tutti gli smartphone. Qui abbiamo elencato i modelli di iPhone e Samsung esclusi ed anche le lamentele di alcuni cittadini
Inoltre, la app Immuni non funziona sia su diversi modelli Huawei già in commercio da anni (ecco un forum di lamentele) sia su recenti smartphone della società cinese. Anche se sul sito Immuni.Italia.it si legge “si sta lavorando per permettere di scaricare l’app anche da AppGallery per consentire agli utenti di alcuni modelli di smartphone Huawei di usare Immuni”.
Come funzionerà sui recenti Huawei?
Se i nuovi Huawei non utilizzano Android, ma HarmonyOS, quali API si utilizzeranno per Immuni? Anche Huawei sta lavorando a un sistema di notifiche delle esposizioni da Covid-19 come quello di Apple e Google?
Il Laboratorio nazionale di Cybersecurity: “Sorge il dubbio autorità italiane non in grado di verificare la corrispondenza tra il codice distribuito pubblicamente e la versione distribuita su Google Play”
Sugli smartphone Android su cui Immuni è compatibile, è interessante cosa è scritto nel white paper “Considerazioni su Privacy e Security delle App di Proximity Tracing” realizzato dal Laboratorio nazionale di Cybersecurity del Cini (Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica)
“Apprezzabile è la disponibilità del codice sorgente sia della app sia dei servizi lato server. In linea di principio la disponibilità del codice consente di ispezionare e verificare se il servizio implementato sia in linea con la documentazione e, in caso contrario, di identificare eventuali deviazioni o vulnerabilità. In pratica, però, come esplicitamente ammesso nella documentazione che accompagna il codice di Immuni, è molto difficile verificare che la versione della app distribuita tramite i canali ufficiali di Apple e Google corrisponda effettivamente al codice distribuito. Encomiabile è l’ammissione del problema da parte degli sviluppatori di Immuni, così come l’invito alla comunità scientifica a contribuire alla sua risoluzione contenuto nella documentazione che accompagna il codice della app.
“Questo problema non è di secondaria importanza. A tal proposito è opportuno osservare che, contrariamente alla prassi, la app di Immuni distribuita su Google Play, non è firmata digitalmente dallo sviluppatore, ma da Google stessa. Sorge quindi il dubbio che neppure le autorità italiane siano in grado di verificare la corrispondenza tra il codice distribuito pubblicamente e la versione distribuita su Google Play e installata sui nostri smartphone”.