Il modesto cronista che segue per “Key4biz” le tematiche della politica culturale e dell’economia mediale, si trova talvolta ad affrontare questioni che sembrano essere lontane tra loro, ma che, in verità, se lette in modo non superficiale, evidenziano stimolanti convergenze (e talvolta radici e rizomi comuni): mercoledì 26 aprile 2017 il think-tank “italia/decide” (noto anche come “i/d”, e si segnala che la “i” di Italia è volutamente minuscola), presieduto da Luciano Violante (tra l’altro ex Presidente della Camera), ha presentato la ottava edizione del suo rapporto annuale, dedicato a “Università, ricerca, impresa”, e venerdì 28 aprile un gruppo di parlamentari del Movimento 5 stelle ha promosso un incontro sui metodi di misurazione del benessere alternativi rispetto ad indicatori tradizionali come il prodotto interno lordo (alias “pil”), intitolato “Sviluppo economico e benessere sociale”.
Mondi paralleli, sebbene in questo caso accomunati dall’essere stati entrambi ospitati in una sede che più istituzionale non potrebbe essere, qual è la Camera dei Deputati, nella austera “Sala della Regina”. Sala peraltro affollatissima nel primo caso, sala piena soltanto per due terzi nel secondo caso.
Mondi paralleli veramente non comunicanti, sebbene le due iniziative avessero non pochi punti di contatto, e stimolassero entrambe – con approccio tradizionale la prima ed approccio alternativo la seconda – quesiti profondi sui futuri possibili del nostro Paese.
Entrambe le iniziative meriterebbero adeguati approfondimenti, ma qui vogliamo proporre al lettore alcune impressioni di sintesi.
Alle relazioni “governative” presentate nella kermesse di “italia/decide” (due Ministri – Carlo Calenda allo Sviluppo Economico e Valeria Fedeli all’Istruzione, Università e Ricerca – più intervento della Presidente della Camera Laura Boldrini, e alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella), si sono contrapposte le relazioni… “anti-governative” dei grillini.
Nonostante la kermesse di “italia/decide” fosse l’occasione per la presentazione del corposo tomo del “Rapporto annuale” (oltre 600 pagine, 40 contributori, edito da il Mulino) di quella che si definisce “associazione di ricerca a-partisan” ed al contempo “associazione per la qualità delle politiche pubbliche”, dell’utile libro… ben poco si è purtroppo parlato (qui ci limitiamo a segnalare l’interessante contributo di Roberto Masiero dedicato al “digitale”), ed i ministri hanno approfittato dell’occasione – come spesso accade – per riproporre compiaciute narrazioni autoreferenziali del proprio eccellente operato. Con franchezza, Luciano Violante ha sostenuto che “oggi le imprese non sanno cosa producono i centri di ricerca, e i centri di ricerca non sanno cosa serve alle imprese”: come sintetizzare meglio il disastro in cui versa il sistema italiano?!
C’è stata però una bella sorpresa, nell’economia della kermesse: è stata proposta, dopo i rituali interventi istituzional-governativi, una “lectio magistralis”, affidata a Ruggero Gramatica, Founder & Ceo Yewno, ricercatore italiano (matematico-ingegnere) che molto ha lavorato all’estero e soprattutto a Stanford. Gramatica ha proposto un’intrigante descrizione dello stato dell’arte, a livello di ricerca scientifica d’avanguardia, in materia di “web semantico”, “big data”, ricerca informatica basata sullo studio dei processi neuronali… Al posto di Violante e dei dirigenti dell’associazione, avremmo chiesto a Gramatica di aprire lui la mattinata, con la sua dotta ed avveniristica relazione, e così magari provocare i ministri e le alte cariche dello Stato sulle prospettive sconvolgenti che ha tratteggiato (e sull’inquietante ritardo italico, anche in materia di società digitale, annessi e connessi…). Il fondatore di questa start-up incubata nell’università di Stanford, ha proposto alcuni esempi di come software sempre più innovativi stiano già producendo elaborazioni evolute borderline con l’intelligenza artificiale: e, se è noto che esistano già “macchine” in grado di produrre automaticamente articoli giornalistici a partire da alcune informazioni (basti pensare a Wordsmith, che in inglese significa – non a caso! – “paroliere”), è discretamente impressionante verificare come un computer (perché di questo si tratta), possa… comporre poesie, che un raffinato italianista potrebbe attribuire ad Eugenio Montale! Lo studio delle reti neuronali sta consentendo agli scienziati di trasferire ai computer anche una sorta di dimensione emozionale.
La start-up, creata nell’ambito della Stanford University (e sostenuta anche dal “padre” di Fastweb Silvio Scaglia), sta lavorando allo sviluppo di un motore di ricerca raffinato, che ha immagazzinato il contenuto di oltre 110 milioni di libri (avete letto bene: centodieci milioni!), e che consente di effettuare ricerche mirate ed intelligenti non più soltanto su parole, ma su concetti complessi: la metafora di “tutto il sapere del mondo”… a portata di un click… non è più un’elucubrazione fantascientifica. Qui siamo a livello di… meta-Google! Le conseguenze di questi processi informativo-cognitivi saranno sconcertanti, e tali da mettere radicalmente in discussione gli assetti economici attuali, le modalità di produzione delle merci materiali e immateriali, il mercato del lavoro, il sistema sociale stesso.
Ha sostenuto Gramatica: “il 65 % dei contenuti online non è rintracciabile ed il 60 % degli utenti non va oltre i primi tre risultati forniti dai motori di ricerca”. E Yewno vuole andare oltre: “crediamo nel viaggio della conoscenza e nel potere delle connessioni sconosciute”…
La filosofia di Yewno è insita nel suo stesso nome: si scrive e si pronuncia come si legge “You Know”, ovvero – paradossalmente – “tu sai” (in verità è l’algoritmo evoluto a stimolare la conoscenza, e, tra qualche anno, una intelligenza artificiale che potrà essere indipendente dall’umano!). Si pone come piattaforma per la ricerca online, ovvero, più precisamente come una “discovery platform”. La ricerca tradizionale ha un funzionamento assai economico: l’obiettivo è dare una risposta, la più circoscritta possibile, nel minor tempo possibile. Yewno fonde invece ricerca semantica, “graph theory” (cioè lo studio delle strutture matematiche per modellare le relazioni tra diversi elementi) e “machine learning” per produrre una nuova rete di conoscenze, e nuove connessioni di saperi. Senza passare dai tradizionali motori di ricerca. La piattaforma “utilizza la mente umana come modello” per sviluppare un sistema di connessioni “che consente di collegare concetti e informazioni”. In sostanza, non più una sola risposta a una singola domanda, ma “un più profondo modo di esplorare” i contenuti online. Yewno si propone di “trasformare l’intero concetto di ricerca online”. Se Yewno riuscirà a mantenere la promessa, Gramatica meriterà un Premio Nobel.
Se le riflessioni maturate nel laboratorio di “italia/decide” erano tutte (al di là della provocazione di Gramatica, purtroppo non colta al meglio, al punto tale che è stato spiacevolmente costretto – per limiti di tempo – a concludere la sua presentazione proprio mentre stava proponendo interessantissime considerazioni futurologiche) comunque “all’interno” di un contesto di sostanziale accettazione nel sistema economico dominante, le riflessioni proposte dai grillini sono parse immediatamente “anti-sistema”.
Il già capo-gruppo Luigi Di Maio (che è anche uno dei Vice Presidenti della Camera), con il suo consueto eloquio pacato e suadente, ha rimarcato quanto il Movimento sia – e voglia continuare a essere – altro ed alternativo, rispetto al pensiero dominante in materia di politica economica e sociale.
Di Maio ha spiegato come questa iniziativa si inserisca all’interno del laboratorio progettuale che i grillini hanno promosso al fine di elaborare il “programma di governo”. Grillo ed i suoi sono sempre più convinti (e qualche sondaggio demoscopico sembra dar loro ragione) che le prossime elezioni assegneranno loro il governo del Paese, e stanno quindi… studiando. La prima tematica affrontata è stata, qualche mese fa, un’analisi sulle modificazioni della “forma-lavoro” nei prossimi decenni, a partire da una ricerca affidata al sociologo e futurologo Domenico De Masi.
L’iniziativa odierna è stata dedicata all’esigenza di superare i tradizionali approcci rispetto al concetto di “benessere” di una nazione (ma anche di una persona) attraverso gli indicatori economici, cercando piuttosto di mettere a punto strumentazioni più evolute, incentrate soprattutto sul benessere dell’individuo e della comunità, andando oltre la semplice misurazione della ricchezza materiale e dei flussi reddituali. Il sottotitolo dell’incontro è stato “nuovi modelli, strategie di implementazione e indicatori di misura per lo sviluppo economico del nostro Paese”.
Tutto molto bello, e certamente condivisibile, almeno da parte di chi è convinto che si debba criticare dalle fondamenta il modello di sviluppo capitalistico, ormai cucinato nella sempre più acida salsa iperneoliberista-digitale. Anche se Di Maio ha tenuto a precisare che i grillini non sono “né di destra né di sinistra” e nemmeno “anti-capitalisti”, ma che semplicemente pongono il benessere globale dell’individuo al centro della loro battaglia politica.
Nelle prime due ore dell’incontro, nessun riferimento alle elaborazioni, forse timide ma concrete, che l’Istituto Nazionale di Statistica ha avviato qualche anno fa, in materia di misurazione del “benessere equo e solidale” (e si ricordi che il “Rapporto Bes” è giunto nel 2016 alla sua quarta edizione): in effetti, se il Movimento andrà al governo, dovrà prendere atto che esiste già un minimo di strumentazione tecnico-cognitiva che potrebbe consentire, da subito, di impostare scelte politiche diverse rispetto a quelle conservative in essere. E nessuno ha ricordato che, nel bene e nel male (che si tratti della ennesima dichiarazione di intenti piuttosto che di un’applicazione concreta…), con la nuova Legge di Bilancio approvata il 28 luglio 2016, il “Bes” è formalmente entrato per la prima volta nel Bilancio dello Stato italiano, e consente – almeno sulla carta – di rendere misurabile la qualità della vita, e di valutare l’effetto delle politiche pubbliche su alcune dimensioni sociali fondamentali…
Sono stati chiamati come relatori del convegno grillino Olli Kangas, professore e direttore del Kela (agenzia governativa finlandese che si occupa di welfare e benessere, incaricato di implementare progetti-pilota come il reddito di cittadinanza universale), Helena Norberg-Hodge (fondatrice e direttrice di Local Futures, organizzazione internazionale che sviluppa modelli innovativi e strumenti per il rafforzamento delle comunità locali e la riconversione economica), Lorenzo Fioramonti, professore all’Università di Pretoria e Direttore del Govlnn (centro studi sudafricano per le politiche di sviluppo e gli indicatori di benessere), Katherine Trebeck, ricercatrice all’Oxfam (e responsabile della costruzione e implementazione dello “Humankind Index” in Scozia), Claudio Mario Grossi, professore all’Università Cattolica di Milano, Gloria Germani, scrittrice e filosofa impegnata nel dialogo interculturale Occidente-Oriente. Poi abbiamo ascoltato gli interventi dei parlamentari Giorgio Sorial, Barbara Lezzi ed Ignazio Corrao.
Attratti da più divertenti dinamiche di… “entertainment”, ci siamo quindi spostati a via Asiago, la sede centrale di Radio Rai, ove è stata presentata l’edizione 2017 del “concertone” del 1° maggio, affidato a Rai 3 a livello televisivo ed a Radio 2 per la radiofonia. L’organizzazione della kermesse è stata appaltata da Viale Mazzini ad iCompany e Ruvido Produzioni. Iniziativa ormai tradizionale, quest’anno con un accento intenso su musicisti “indie” ed emergenti – basti citare Lo Stato Sociale o Le Luci della Centrale Elettrica – con “star” vecchie e nuove come Edoardo Bennato e Francesco Gabbani. L’edizione 2017 si intitola “Il lavoro: le nostre radici, il nostro futuro”, e sarà condotta da un’eccentrica coppia: Camila Raznovich e Clementino. Entusiasta la Direttrice di Rai 3 Daria Bignardi, rituali gli interventi dei Segretari Confederali di Cgil e Cisl e Uil. Spiace osservare la risposta generica ed evasiva della Bignardi ad una legittima e pacifica domanda di Giannandrea Carreri, collega dell’agenzia stampa Adnkronos, che ha avuto l’ardire di domandare (ha in verità anticipato domande che anche noi avremmo posto) “ma quanto costa la kermesse?” e, ancora, “come misura Rai, di anno in anno, l’efficacia della trasmissione?!” La Direttrice di Rai 3 si è trincerata in un’elusiva (non) risposta: “siamo sui budget storici del programma, ma, sapete, è difficile calcolare bene, tra costi di produzione e costi industriali, insomma…”. Da non crederci, il “mood” di sempre di una certa (vecchia) Rai. Alla faccia del “new deal” (e finanche della “trasparenza”, chioserebbe Renato Brunetta, grande fustigatore dell’economia Rai) che molti si attendevano da Antonio Campo Dall’Orto.
Mondi paralleli…
[ Ha collaborato Martina Paliani. ]
Clicca qui, per la videoregistrazione, sulla web-tv della Camera dei Deputati, della presentazione dell’VII rapporto annuale di italia/decide “Università, ricerca, crescita”, Roma, 26 aprile 2017 (si segnala che l’intervento di Ruggero Gramatica inizia al punto 1h:14’:55’’)
Clicca qui, per la videoregistrazione, sulla web-tv della Camera dei Deputati, del convegno promosso dal Movimento Cinque Stelle, “Sviluppo economico e benessere sociale – Nuovi modelli, strategie di implementazione e indicatori di misura per lo sviluppo economico del nostro Paese”, Roma, 28 aprile 2017