Il provvedimento

ilprincipenudo. Siae, marcia indietro sul bando ‘Sillumina’: via i paletti per partecipare

di Angelo Zaccone Teodosi (Presidente Istituto italiano per l’Industria Culturale - IsICult) |

Il bando da 6,2 milioni per la creatività giovanile, in scadenza al 15 novembre 2016, aperto anche alle associazioni culturali 'non riconosciute'. Ma la partita Iva è indispensabile.

ilprincipenudo ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale, a cura di Angelo Zaccone Teodosi, Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Il 15 novembre 2016 scade il termine per la presentazione dei progetti di promozione culturale del bando “Sillumina”, per la creatività giovanile, promosso dalla Società Italiana Autori Editori (Siae), ed annunciato il 1° ottobre scorso.

Si tratta di sovvenzioni per complessivi 6,2 milioni di euro, attinti da un fondo “ad hoc” costituito dal 10% dei proventi della cosiddetta “copia privata”, gestiti dalla stessa Siae: un’iniziativa fortemente voluta dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, introdotta nel dicembre dello scorso anno in sede di approvazione della Legge di Stabilità 2016.

Si ricorda che la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi, ovvero la cosiddetta “copia privata”, è il compenso che si applica a dispositivi idonei alla registrazione, in cambio della possibilità di effettuare libere riproduzioni di opere protette dal diritto d’autore.  Attraverso il progetto “Sillumina” una parte di questi compensi saranno devoluti al fine di promuovere progetti che abbiano fini artistico-culturali.

Il fondo è destinato soprattutto alla promozione delle attività creative dei giovani artisti, con particolare attenzione a filoni come le periferie e l’internazionalizzazione.

Ne abbiamo scritto con dovizia di dettagli, su queste stesse colonne, e quindi rimandiamo all’articolo pubblicato il 3 ottobre 2016 (“Siae e Mibact: qualche dubbio sui bandi del progetto ‘Sillumina’”), per tutti gli approfondimenti del caso.

Nell’apprezzare naturalmente la lodevole iniziativa, manifestavamo per primi, su “Key4biz”, alcune perplessità rispetto a un vincolo imposto nell’avviso: criterio sine qua per partecipare era il possesso della “personalità giuridica” da parte dei soggetti proponenti.

Come illustravamo con cura nell’articolo, si trattava di un “paletto” piuttosto assurdo, dato che la gran parte dei giovani artisti italiani opera o individualmente (ed invece le “persone fisiche” non possono proprio partecipare al bando) o attraverso associazioni culturali “non riconosciute”.

Non si registrava alcuna reazione ufficiale da parte della Siae.

La criticità segnalata per primi da “Key4biz” veniva però rilanciata, a distanza di tre giorni, dal portale web del qualificato mensile “Vita”, la più diffusa testata del “terzo settore” italiano, diretta da Riccardo Bonacina. Vita.it si autodefinisce “il portale della Sostenibilità sociale, economica, ambientale”.

In un articolo del 6 ottobre 2016, dai toni sarcastici, firmato “Redazione”, si irrideva sui deficit di conoscenza dei tecnici della Siae, evidenziando la contraddizione tra la dichiarazione di “apertura” dell’iniziativa e la formale chiusura della stessa: basti citare il titolo: “Da Siae un bando che promuove la creatività giovanile escludendo il 95% delle associazioni”.

Allocare risorse per i giovani artisti imponendo loro uno status giuridico assai raro in quell’habitat si poneva effettivamente come surreale contraddizione in termini.

Il mensile “Vita” rendeva quindi noti estratti della lettera aperta che il Presidente del Forum del Terzo Settore, Pietro Barbieri, ha indirizzato al Presidente della Siae Filippo Sugar ed a Dario Franceschini nella sua veste di titolare del dicastero “vigilante” (il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Mibact). Dichiarava Barbieri: “Dopo la grave mancanza del recente bando “Cultura Crea” promosso dal Mibact per startup, per la promozione della filiera creativa culturale e del turismo, che include tra i soggetti beneficiari solo le onlus, non tenendo conto del fatto che le associazioni culturali in stragrande maggioranza non lo sono, assistiamo increduli a quest’altro deficitario bando della Siae (ente peraltro vigilato dallo stesso Mibact)”.

Continuava severo il Presidente del Forum del Terzo Settore: “ci sembrano due evidenti dimostrazioni della scarsa conoscenza della realtà associativa e di terzo settore e delle norme che attualmente la regolano da parte di soggetti che invece sono chiamati a promuoverne e svilupparne l’impegno. Ci appelliamo quindi al Ministro Franceschini perché vi sia una maggiore attenzione e controllo, auspicando un attivo coinvolgimento del nostro mondo nella predisposizione di attività e iniziative che ci riguardano onde evitare il reiterarsi di situazioni imbarazzanti, fortemente discriminatorie e controproducenti rispetto agli obiettivi”.

La Siae, a questo punto, ingranava la retromarcia (i più informati sostengono che ciò sia avvenuto anche a seguito di un diktat del Ministro stesso), e faceva una apprezzata inversione “ad U”: non entreremo qui nello specifico di competenza dei cultori del diritto amministrativo, anche perché Siae continua a mantenere una forma giuridica atipica, e non ritiene di dover essere assoggettata alla disciplina che caratterizza gli enti pubblici, in materia di bandi ed appalti (formalmente è un “ente pubblico economico a base associativa”, quindi – come dire?! – “borderline” tra “pubblico” e “privato”).

Formalmente, non è stata pubblicata una corrigenda al bando, ma nella lettera indirizzata da Siae al Forum del Terzo Settore, resa nota dal portale “Vita” l’indomani 7 ottobre, in un articolo a firma di Lorenzo Maria Alvaro, viene fornita una sorta di “interpretazione autentica” (per la verità assai soggettiva, e contraddittoria in termini giuridici…) in base alla quale la Siae ritiene possano partecipare al bando tutti i soggetti previsti dal Titolo II, Capo I, Capo II, Capo III del Libro I del Codice Civile. Questi articoli del Codice Civile, fondamentali per la libertà associativa nel nostro Paese, comprendono sia le associazioni “riconosciute” sia quelle non “non riconosciute” (e finanche le fondazioni ed i comitati).

Sostanzialmente, la Siae nel bando richiede (rigidamente) “alfa”, ma nell’interpretazione dello stesso richiede (elasticamente) “il contrario di alfa”, cioè accoglie senza problemi soggetti che pure per alcuni aspetti risulterebbero formalmente esclusi.

Key4biz”, prima di ed insieme a “Vita” (ed insieme a molte migliaia di operatori del settore) non può che essere lieto di questa dinamica autocritica messa in atto da Siae: si tratta di una piccola vittoria moral-civile.

Anche soltanto da cittadini, è sempre bello osservare in istituzioni talvolta autoreferenziali come la Siae (nelle quali prevalgono dinamiche di tipo “top-down”) la capacità di mettere in atto processi di autocritica, recependo logiche democratiche di tipo “bottom up”, ovvero i segnali e feedback degli stakeholder e soprattutto delle comunità di riferimento.

Questo recita la nota autocritica della Siae: “La legge di stabilità per il 2016 ha previsto la distribuzione del 10% dei compensi per la copia privata, gestiti da Siae, in attività che favoriscano la creatività e la promozione culturale nazionale ed internazionale dei giovani. Per questo sono disponibili cinque bandi rivolti ad aziende, enti e associazioni che presentino un progetto a sostegno di autori, esecutori ed interpreti under 35. A tale proposito, essendosi procurato un equivoco sul contenuto dei bandi, Siae ha chiarito che le proposte progettuali potranno essere presentate da tutti i soggetti pubblici e privati di cui al Libro I, Titolo II, Capo I, Capo II e Capo III del Codice Civile, ivi incluse quindi le associazioni non riconosciute. L’intendimento di Siae, invero, che peraltro recepisce la già richiamata disposizione di legge, è nel senso della massima partecipazione ai bandi in parola e non vi è mai stata l’intenzione di escludere le associazioni culturali”.

E precisa ulteriormente: “Nell’esprimere rammarico per l’equivoco che si è generato, però immediatamente chiarito a favore di tutti i potenziali interessati, Siae ritiene semmai utile precisare come la scelta di non riferirsi a persone fisiche (invece espressamente escluse) ma a “persone giuridiche” o “enti”, in qualunque forma costituiti, è esattamente diretta nel senso di affermare la centralità di organizzazioni stabili (come è il caso delle associazioni, piccole o grandi che siano) che operino come pivot essenziale per uno sviluppo strutturale e non estemporaneo della creatività e della promozione culturale”.

Come dire?! Tutto bene, quel che finisce bene.

Ma il portale di “Vita” non demorde, e lo stesso giorno in cui pubblica la lettera di precisazione della Siae (che si dichiara addirittura “rammaricata” per un presunto “equivoco”, da essa stessa peraltro provocato), pubblica un ironico articolo, a firma dell’esperto Carlo Mazzini, il quale segnala un ulteriore “vulnus” del bando. Il titolo, anche in questo caso, è ben esplicito: “Bando Siae, a cosa serve la partita Iva?”.

Nell’apprezzare che si sia superata la contraddizione relativa alla “personalità giuridica”, si segnala come anche un altro “paletto” posto dalla Siae non abbia senso: in effetti, la Siae chiede come condizione sine qua non la titolarità di partita Iva, allorquando la normativa vigente non prevede quest’obbligo per le associazioni culturali che non svolgono attività commerciale. Siae, infatti, nella sua risposta a “Vita”, precisava anche che: “resta allo stesso tempo ferma la necessità di potere operare un inevitabile controllo sulle attività finanziate e sulla contabilità che ne dovrà derivare. Anche sotto tale profilo l’esistenza di una “organizzazione” è evidentemente elemento fondamentale. Così come, a fini di tracciabilità e correttezza fiscale, appare requisito imprescindibile la titolarità di una partita Iva da parte dei soggetti che riceveranno i contributi”. Seconda cantonata, ahinoi.

Riparte così una bordata sarcastica rispetto alla tecnicalità di cui dispone l’ufficio legale della Siae.

Scrive Mazzini: “Di questo affaire “Sillumina”, ciò che è illuminante è la non conoscenza da parte della Siae della normativa fiscale in generale e quella degli enti non commerciali in particolare. La partita Iva deve essere detenuta da chi – anche in forma non prevalente, come alcuni enti non commerciali – realizza attività commerciali. Chi non realizza questo tipo di attività, ha il codice fiscale. E ciò gli basta”. E conclude: “Si invita la Siae a correggere questa anomalia – chiamiamola così – del bando. Si invita l’ente anche a ripassare la legislazione Iva, atteso che, sulla base di una convenzione tra l’Agenzia delle Entrate e la Siae, quest’ultima deve cooperare con l’amministrazione finanziaria per il reperimento e l’acquisizione degli elementi utili all’accertamento dell’imposta sul valore aggiunto (cfr art 1, c. a della Convenzione 2010 – 2019)”. Parole dure e pesanti.

Se è per alcuni aspetti comprensibile il senso della richiesta Siae (il disporre di una partita Iva sta a significare, in qualche modo, una proiezione delle proprie attività verso il mercato), come condizione minima di una vocazione imprenditoriale, la tesi elaborata da “Vita” ha un senso, perché un giovane artista può tranquillamente operare, in modo serio e strutturato ed organizzato, con un’associazione culturale non soltanto non riconosciuta ma nemmeno titolare di partita Iva: e quindi ci si domanda perché mai gli/le dovrebbe essere preclusa la partecipazione al bando Siae…

Sul sito di “Vita” (né sul sito della Siae) non risulta, ad oggi 25 ottobre 2016, alcuna replica della Siae, rispetto all’articolo di Mazzini, pubblicato il 7 ottobre…

Conferma ufficiale della elastica “interpretazione” Siae e quindi dell’apertura del rigido bando anche alle associazioni culturali “non riconosciute”, si ha invece nella sezione delle “FAQS” (“frequently asked questions”, ovvero domande frequenti che potevano essere inviate entro e non oltre il 14 ottobre) del sito stesso del progetto “Sillumina”.

Nella sezione delle “faq”, si legge infatti, a proposito dell’Iva: “è stato chiesto se sia necessario in ogni caso il possesso del requisito della partita Iva per i soggetti partecipanti ai bandi. Ai fini della tracciabilità del finanziamento erogato e della correttezza fiscale, si ritiene requisito imprescindibile la titolarità di partita Iva da parte dei soggetti che richiedono i contributi. Il conferimento della partita Iva, peraltro, è gratuito, così come la sua eventuale successiva cancellazione”. Altre due domande e risposte, sulla controversa questione della partita Iva: “è stato chiesto se sia possibile aprire la partita Iva solo dopo essere stati ammessi al contributo. In sede di presentazione delle domande, i soggetti proponenti devono essere già titolari di Partita Iva (…) è stato chiesto se sia possibile aprire la partita Iva appena prima di partecipare ai bandi. I bandi non prevedono indicazioni o requisiti specifici circa la data di apertura della Partita Iva dei soggetti proponenti, che dev’essere posseduta al momento della presentazione della domanda”.

Chi redige queste noterelle può vantare discreta esperienza di partecipazione a bandi pubblici, ed osserva che raramente un bando stimola una quantità di domande come quella che ha provocato il bando Siae “Sillumina”. Una ragione deve esserci.

Una qual certa poca chiarezza del testo?

Grande interesse dei potenziali partecipanti?! E peraltro la Siae non è una normale “stazione appaltante”, almeno secondo la logica del Testo Unico sugli Appalti, dato il suo status atipico di “ente pubblico” ma “economico” ed “a base associativa”.

Querelle giuridico-legale a parte, sarà comunque interessante scoprire quanti parteciperanno al bando in scadenza il 15 novembre 2016.

Crediamo che uno studio analitico dei progetti presentati, indipendentemente dalla selezione che Siae andrà ad effettuare, possa rappresentare un utile spaccato degli orientamenti e delle aspirazioni dei giovani artisti ed organizzatori culturali del nostro Paese.

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