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ilprincipenudo. Arte e migranti, due bandi del Mibact. Ma servono sinergie con la Rai

Angelo Zaccone Teodosi

Scade tra dieci giorni ovvero domenica 31 gennaio 2016 il termine per la presentazione di iniziative che si candidano ad acquisire il sostegno ministeriale nell’economia dell’innovativo progetto “MigrArti”, promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Mibact, in collaborazione con l’Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, annunciato il 15 dicembre 2015 (vedi Fus: nuove iniziative e progetti speciali, ma il decreto Nastasi può migliorare, su Key4biz del 16 dicembre 2015).

Sarà interessante scoprire quante sono le realtà che sottoporranno al Mibact una proposta in ambito teatrale, musicale, cinematografico, incentrata sulla cultura come strumento di integrazione sociale, per superare paure, diffidenze e pregiudizi rispetto ai “migranti”.

Il progetto “MigrArti” si pone infatti anche nella prospettiva di un inedito censimento delle iniziative culturali dei/per i migranti, una realtà molto ricca anche in Italia, ma che finora non è mai stata oggetto di una ricognizione accurata. MigrArti intende promuovere rassegne di cinema, letture teatrali, arti visive, danza, musica: tutto ciò che, attraverso la cultura, può far conoscere meglio l’altro, le sue tradizioni, le sue origini, i suoi percorsi, i suoi viaggi…

Il progetto è stato lanciato dal Ministro Dario Franceschini a distanza di pochi giorni dal grandioso annuncio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha deciso di allocare ben 2 miliardi di euro per iniziative in ambito culturale, come provocatoria risposta simbolica (e fattuale) agli attentati terroristici jihadisti di Parigi del 13 novembre 2015. Ne abbiamo positivamente scritto con attenzione su queste colonne (vedi “Card Cultura, ma non per tutti: le contraddizioni di un provvedimento stimolante”, su “Key4biz” del 22 dicembre 2015), segnalando però anche una contraddizione interna del provvedimento, ovvero l’impossibilità per i cittadini extra-comunitari di beneficiare di quei 500 euro di regalo per spese culturali che lo Stato italiano donerà a tutti coloro che compiranno 18 anni nel corso del 2016.

E, a quanto ci risulta, non è ancora stata messa in atto una opportuna corrigenda a questo errore paradossale.

Il Presidente della Commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia (Pd) aveva prospettato una soluzione in itinere, ma purtroppo ancora non s’è vista.

Se nel caso del provvedimento voluto da Renzi si tratta di un intervento sul fronte della “domanda” (per stimolare i consumi), l’idea di Franceschini interviene sul lato dell’“offerta” (per estendere il “menù”), ovvero specificamente della “produzione”: le dimensioni dell’intervento non sono ovviamente confrontabili (300 milioni di euro per la “card cultura”, meno di 1 milione di euro per il progetto “MigrArti” almeno nel suo primo step), ma va segnalato che l’iniziativa Mibact si pone come iniziale fase sperimentale di un percorso che potrà essere dotato di budget adeguati in itinere.

Con il progetto “MigrArti”, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo intende promuovere le condizioni e le opportunità per far conoscere le culture di provenienza dei nuovi italiani, con attenzione particolare alle seconde generazioni (le cosiddette “G2”), “ponte” tra i loro genitori ed il futuro che in questo Paese li attende.

Come ha ben spiegato Paolo Masini, consigliere del Ministro Franceschini, e coordinatore del progetto, “noi crediamo che la paura dipenda dalla poca conoscenza dell’altro”, e quindi “MigrArti” si pone come iniziativa giustappunto di conoscenza, che stimoli una visione plurale della vita, utilizzando gli strumenti culturali delle arti dello spettacolo.

Ricordiamo che Paolo Masini, esponente del Pd, è stato tra l’altro Assessore a Scuola, Sport, Politiche Giovanili e Partecipazione di Roma Capitale durante la Giunta Marino, con delega alla Memoria ed al Dialogo Interreligioso (in una prima fase, ha avuto la delega per Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana), ed è Vice Presidente nazionale di Avviso Pubblico, apprezzabile progetto di sensibilizzazione culturale di enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie.

Il progetto “MigrArti” ha una dotazione iniziale di 800.000 euro, di cui una metà allocati per lo “spettacolo dal vivo” e l’altra metà per iniziative afferenti al “cinema”, gestiti dalle due rispettive direzioni generali del Mibact, dirette la prima da Onofrio Cutaia e la seconda da Nicola Borrelli.

Tra i criteri di selezione per aggiudicarsi i fondi, la partecipazione diretta (attiva) dei migranti al progetto e le qualità dei partenariati, ma anche “l’utilità delle iniziative per il territorio e le città in cui verranno realizzate”, ha spiegato Masini, che ha ricordato anche l’attenzione particolare alle seconde generazioni. “Sappiamo che di rassegne dedicate alla diversità culturale ce ne sono già molte in Italia, ma vogliamo dare organicità a ciò che già esiste, per fare in modo che queste iniziative non siano più un fatto episodico”. Masini ha anche annunciato “una grande rassegna nazionale di MigrArti” per i mesi di maggio e giugno 2016.

Il bando legato al cinema prevede rassegne, convegni, manifestazioni e anche cortometraggi, oltre a uno spot di 30 secondi per promuovere “MigrArti” (con un unico vincitore a cui andranno 8mila euro).

Il bando legato allo spettacolo dal vivo prevede letture, “mise en espace” o spettacoli, ovvero realizzazione di “progetti artistici a carattere laboratoriale, mono o pluridisciplinari, con esiti di dimostrazione al pubblico, che prevedano la partecipazione e il coinvolgimento diretto degli immigrati”.

Ogni progetto non dovrà avere budget superiore a 25mila euro, ed il Ministero interverrà con una sovvenzione che può arrivare al massimo dell’80% ovvero 20mila euro. Verranno quindi sostenuti almeno 40 progetti complessivamente (se dovessero essere concessi contributi a fondo perduto tutti al massimo livello di 20mila euro ognuno; ma le attività sostenute potrebbero essere molte di più, se la sovvenzione di ogni singolo progetto sarà di entità inferiore, per esempio 80 progetti a 10mila euro ognuno…), tra cinema e spettacolo dal vivo.

Per quanto riguarda invece la realizzazione del logo, essa è affidata ad un concorso per i licei artistici e tecnici, indetto in collaborazione con il Miur: il vincitore verrà premiato con 4.000 euro. Il bando per il logo scade il 15 febbraio 2016, e l’icona che verrà scelta andrà a caratterizzare l’insieme delle iniziative del maggio e giugno prossimi, divenendo il simbolo di tutto il progetto “MigrArti”.

Se l’iniziativa del Presidente Renzi sulla “Card Cultura” è suscettibile di critica per l’esclusione dei cittadini extra-comunitari dal beneficio (con buona pace della auspicata inclusione), l’iniziativa del Ministro Franceschini è senza dubbio encomiabile,

dato che, per la prima volta, o quasi, lo Stato italiano decide di stimolare l’integrazione sociale dei migranti attraverso lo strumento plurale della cultura, delle culture (la cultura, infatti, è in sé inclusiva e pluralista).

Prendiamo spunto dalla commendevole “MigrArti”, per segnalare però che in verità un qualche precedente va registrato, ma – ancora una volta – piccolo ed effimero (la solita parcellizzazione delle iniziative italiana, sempre a rischio di dispersione anche di risorse pubbliche): nel maggio del 2014, è infatti stata presentata una nuova area, denominata “Cultura”, del Portale Integrazione Migranti, curato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (cofinanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione, e gestito con il supporto della società “in-house” Italia Lavoro), e sottotitolato “Vivere e lavorare in Italia”.

In effetti, in Italia una buona parte della competenza in materia migratoria è nella giurisdizione di quel dicastero, ma nella stessa materia interviene anche il Ministero dell’Interno, così come – per quanto di rispettiva competenza – il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, e naturalmente il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

L’Area Cultura del Portale Integrazione Migranti è realizzata giustappunto in collaborazione tra Ministero del Lavoro e Mibact, e propone una prima “mappatura”, semplice ma certamente utile, delle iniziative culturali che riguardano la realtà migratoria in Italia, nelle varie aree: letteratura (case editrici e collane, premi letterari…), cinema (festival…), musica (orchestre e produzioni, festival e premi…), teatro (compagnie e produzioni, festival e premi…), arti visive e patrimonio culturale. La sezione “Notizie” dell’Area Cultura del Portale Integrazione Migranti rappresenta attualmente un prezioso strumento di informazione, in relazione alle tante iniziative sviluppate sull’intero territorio nazionale.

Tra le tante iniziative che cercano di far emergere le eccellenze, merita essere ricordata una kermesse incentrata proprio sulla multiculturalità/interculturalità, qual è il “Festival delle Culture”, giunto nel giugno del 2015 alla sua nona edizione, in quel di Ferrara, per iniziativa del Comune di Ravenna, realizzato grazie anche al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, kermesse che ha registrato la partecipazione di oltre 9mila persone (da segnalare anche che la prossima edizione, che si terrà nel giugno 2016, è in fase di messa a punto attraverso un interessante processo di “progettazione partecipata”, nel quale può intervenire anche la cittadinanza).

Quel che emerge è però la necessità di non limitarsi ad un censimento ovvero ad una sorta di anagrafe delle iniziative culturali dei migranti, come pure ha inteso avviare il “Portale Integrazione Migranti” (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) e come intende promuovere il “Progetto MigrArti” (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo): premesso che questo censimento/anagrafe ad oggi è comunque ancora inesistente (se si pensa ad un database minimamente coerente, organico, aggiornato), esso non può che rappresentare la base per la realizzazione di una prima ricerca, di approccio sociologico, su come i migranti si rapportano in Italia con la cultura/le culture, quelle originarie e quelle che si incontrano (e talvolta scontrano) con la realtà sociale del nostro Paese.

Va lamentato peraltro come tutta la tematica “cultura” dei migranti continui ad essere sostanzialmente ignorata dalla Rai, così come dalla gran parte dei media italiani: basti ricordare come uno dei tanti avvicendamenti dell’alta dirigenza di viale Mazzini

abbia determinato, qualche anno fa, il killeraggio di una trasmissione televisiva, antesignana e preziosa, qual è stata “Nonsolonero”, coraggiosa rubrica del Tg2 dedicata all’immigrazione (ai problemi, alle culture, alle voci degli immigrati), condotta dall’appassionata Maria de Lourdes Jesus (e curata da Massimo Ghirelli), andata in onda dal 1988 fino al 1994, e poi incredibilmente “rimossa” dai palinsesti della tv di Stato.

Maria de Lourdes Jesus è stata poi dirottata su Radio Rai 1, con il programma “Permesso di soggiorno” (andato in onda dal 1995, poi affidata ad un’altra giornalista, Elena Paba, ed alla fin fine anch’esso nel 2011 incomprensibilmente interrotto). Delusa dalla deriva della sua esperienza in Italia, Maria de Lourdes Jesus ha deciso qualche anno fa di tornare a Capoverde: si tratta di uno di quei cervelli “emigrati” che… ci piacerebbe il neo Amministratore Delegato della Rai Antonio Campo Dall’Orto chiamasse subito per farla tornare in Rai, mettendo a frutto la feconda esperienza maturata in tanti anni di lavoro appassionato.

La attuale quantità e qualità delle trasmissioni televisive e radiofoniche della Rai dedicata alle tematiche sociali è indegna di una televisione pubblica seria: serve urgentemente un radicale cambio di rotta.

Ricordiamo anche che a fine novembre 2010 è stato lanciato sulla piattaforma Sky il canale televisivo Babel (con lo slogan “Tutti i colori dell’Italia”), destinato ai “nuovi italiani” che vivono e lavorano nel nostro Paese.

Purtroppo l’iniziativa, fondata da Giuseppe Albeggiani di Etnocom, prodotta da TheBlogTv spa (acquistata nel febbraio 2015 dal Gruppo DigiTouch), non ha registrato il successo che meritava ed ha interrotto le programmazioni nel marzo 2014, a causa dei costi (oltre 3 milioni di euro l’anno) non recuperati da una adeguata raccolta pubblicitaria. La annunciata ripresa delle trasmissioni dal febbraio 2015, sul digitale terrestre, non s’è poi concretizzata.

Perché la novella sensibilità mostrata dal Ministro Franceschini non prende spunto dal progetto “MigrArti” per avviare un’interlocuzione opportuna e necessaria con la Rai, ovvero con la nuova Rai in gestazione?!

Una Rai che ci auguriamo possa passare dalla gestione “marketing oriented” voluta da Gubitosi-Tarantola (basti ricordare lo smantellamento del Segretariato Sociale Rai, di cui abbiamo più volte scritto anche su queste colonne) ad una gestione realmente sensibile a quelle che dovrebbero essere le “mission” di servizio pubblico radio-televisivo: anzitutto, il rispetto delle minoranze di ogni tipo e la rappresentazione di una realtà plurale (non omologata sulla visione mercantil-consumista-conformista, che pervade i palinsesti attuali del “public service broadcaster” italiano). Quella dei migranti, peraltro, è ormai una “minoranza” relativa, considerando che costituisce circa un decimo della popolazione residente…

Anche un’iniziativa come Migrarti corre il rischio di rivelarsi effimera, se non si sviluppa un progetto culturale-mediale integrato sui migranti, organico permanente e di lungo respiro, che metta intorno allo stesso tavolo i principali “attori” del sistema, cercando sinergie: le varie anime dello Stato italiano (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dell’Interno, Mibact, Miur, Unar, Presidenza del Consiglio dei Ministri…) e la radiotelevisione giustappunto di “servizio pubblico”, sviluppando partenariati con ogni possibile alleato (in primis, la Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana – Cei, così come le tante realtà del “terzo settore” italiano).

È indispensabile, in questo nostro Paese, semplificare e razionalizzare, ricondurre “ad unità” i tanti interventi policentrici: va dato atto che iniziativa d’avanguardia è stata la creazione di un Ministero dell’Integrazione, ad opera del Governo Enrico Letta, nell’aprile del 2013, affidato a Cécile Kyenge (il mandato s’è concluso nel febbraio 2014).

D’accordo, era un dicastero senza portafoglio, ma la decisione di Letta ha rappresentato un atto forte, anzitutto in termini simbolici, così come era stato innovativo l’Esecutivo Mario Monti nel 2011 nominando un Ministero per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione (incarico retto da Andrea Riccardi dal novembre 2011 all’aprile 2013).

Perché l’eredità migliore di queste esperienze – per quanto problematiche e controverse – non è stata accolta dal Governo Renzi?!

Temiamo che la problematica migratoria sia tornata ad essere “parcellizzata”, con tutte le conseguenze del caso: policentrismo decisionale, deficit di coordinamento, debolezza dell’azione complessiva, dispersione di risorse. Nonostante la tematica migratoria sia ormai divenuta di drammatica importanza, prioritaria anche nell’agenda politica nazionale ed europea.

Un Ministero per l’Integrazione appare indispensabile, e ci auguriamo che il Presidente Renzi, nel primo rimpasto che sarà, possa crearlo, affidandolo ad una personalità del livello di Kyenge e Riccardi.

Che il progetto MigrArti possa quindi rappresentare un primo passo di stimolazione verso un ripensamento radicale delle politiche italiane sui migranti, da rigenerare proprio attraverso una seria riflessione critica incentrata sulla cultura.

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