Dopo mesi di rumours, Iliad sbarca nel fisso con prezzi iper competitivi, in un momento di profonda trasformazione della industry delle Tlc. La nuova offerta, annunciata oggi dall’amministratore delegato Benedetto Levi, è certamente “rivoluzionaria” in termini di prezzo: 15,99 euro al mese per i clienti mobili della compagnia e 23,99 euro al mese per chi non è ancora cliente, con costi di attivazione di 39,99 euro. Il costo medio della concorrenza per un contratto analogo è compreso fra 25 e 30 euro, secondo Iliad.
Sulle voci di un possibile avvicinamento di Iliad e Vodafone, smentita dell’ad di Iliad: “Oggi andiamo assolutamente avanti da soli sulla nostra strada, come siamo andati avanti negli ultimi 3 anni e mezzo”.
D’altro canto, oggi come oggi tutti parlano con tutti e i pour parler informali sono all’ordine del giorno.
Per quanto riguarda l’offerta presentata oggi, può confondere i consumatori la velocità di 5 GBIT/S, perché sono complessivi (non per singolo utente) ed ottenuti sommando la velocità di tutte le porte del router, quando l’utenza è raggiunta dalla tecnologia FTTH EPON. Cosa accade nel caso di FTTH GPON? La velocità massima è fino a 1 GBIT/S.
L’offerta disponibile da oggi
L’offerta è disponibile da oggi per 7,4 milioni di unità immobiliari in Italia, sul sito iliad.it e su 1.500 Simbox presenti in tutta Italia.
Prezzi super convenienti, resta però da capire qual è il prezzo all’ingrosso della fibra che l’azienda francese dovrà pagare, e quali saranno quindi i margini che potrà ottenere da questo ingresso nel fisso.
C’è da dire che in passato Iliad è entrata nel fisso sul mercato francese, con il suo Freebox, di fatto replicato in Italia con l’Iliad Box.
L’azienda francese, che in tre anni dal suo ingresso in Italia nell’arena del mobile ha raggiunto 8,5 milioni di clienti innescando una guerra dei prezzi molto pesante, replica così nel fisso la sua strategia di conquista. Lo fa anche attraverso l’Iliad Box, il router autoprodotto che promette i 5 Giga in download e 700 Mega in upload.
Sarà davvero così?
Vedremo.
Tuttavia, c’è chi sui social avanza qualche dubbio, come Dario Denni, fondatore di Europio Consulting.
E ancora, in Epon danno 5 Gbit/s complessivi. In Gpon 1 Gbit/s ma è scritto piccolo e per questo andrebbe chiarito questo passaggio.
In effetti, gli small print lo specificano.
Un concetto chiarito ulteriormente dal giornalista del Corriere della Sera Paolo Ottolina.
Accordi con Open Fiber e Fibercop
Benedetto Levi ha aggiunto che da quando è sbarcata in Italia Iliad ha sviluppato un backbone di 30mila chilometri in fibra, per essere pronta a portare la fibra nelle case degli italiani. Un’operazione che l’azienda francese farà appoggiandosi in un primo momento alla rete di Open Fiber, in particolare nelle aree nere, cioè le principali città italiane che sono anche “quelle più servite”, e in seguito a quella di Fibercop, con cui ha siglato un accordo di coinvestimento.
Bonannini (Open Fiber): ‘Orgogliosi Iliad abbia scelto la nostra rete per il fisso’
L’ingresso nel mercato del fisso in Italia sulla rete Open Fiber piace al direttore Marketing e Commerciale di Open Fiber Simone Bonannini: “Siamo orgogliosi che un operatore internazionale di rilievo come Iliad abbia scelto la nostra rete per l’ingresso nel mercato della connettività fissa in Italia. Si tratta della conferma della validità del modello wholesale only che Open Fiber ha scelto fin dalla sua fondazione. Un modello che favorisce la concorrenza garantendo, da un lato, agli utenti finali possibilità di scelta in base alle loro esigenze e, dall’altro, mettendo a disposizione degli operatori, a parità di condizioni, un’infrastruttura all’avanguardia su cui sviluppare i propri servizi”.
Finta fibra, Benedetto Levi critica i competitor
L’ad di Iliad non ha risparmiato critiche ai concorrenti, puntando il dito su fenomeni più volte censurati dall’Agcom legati alla pubblicità ingannevole sulla “finta fibra” che sono stati più volte sanzionati in passato e che secondo Levi sono ance la causa dei ritardi digitali del paese, che Iliad vuole contrastare. Sulla rete unica in Italia “la nostra priorità è che si continui a sviluppare la fibra il più in fretta possibile, consentendo a tutti gli operatori un accesso equo e trasparente”, ha precisato Levi.
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Come la prenderanno i concorrenti?
Di certo i competitor guarderanno con preoccupazione a questo sbarco di Iliad sul mercato. Il timore è che si possa replicare anche in questo segmento la spirale di una iper competitività dei prezzi, che sconta per di più una storica carenza di domanda nel nostro paese. Ma non è nemmeno escluso che una larga fetta di utenza, in particolare chi è già cliente Iliad nel mobile, venga trascinata ad abbonarsi anche al fisso.
C’è da dire che nel fisso un certo fermento è già stato portato da Sky WiFi, che è disponibile in oltre 2.900 comuni italiani.
Voci di consolidamento: sarà vera gloria?
L’ingresso di Iliad nel fisso arriva in un momento di prolungata crisi della industry delle Tlc, alle prese con un endemico calo dei ricavi a fronte di investimenti sempre più pesanti richiesti per la realizzazione delle nuove reti 5G. Il settore ha perso 1,5 miliardi di ricavi nel 2020, secondo stime di Asstel, e una nuova ondata di consolidamento sembra sempre più all’ordine del giorno anche perché la fine della pandemia non sembra dietro l’angolo.
Un primo assaggio si è avuto a fine 2021, con l’acquisizione di Tiscali da parte di Linkem, mentre da alcuni giorni si inseguono le voci di un possibile interesse di Vodafone ad una fusione con la stessa Iliad, rilanciate nel weekend da Reuters.
Anche Wind Tre potrebbe essere coinvolto da questa ondata, visti i rumours diffusi da Bloomberg che la vedrebbero aperta allo scorporo della rete.
Sarà davvero così?
L’operazione potrebbe avere certamente senso dal punto di vista industriale. Se Vodafone e Iliad si fondessero in Italia, come scrive oggi il Corriere della Sera, nascerebbe un nuovo soggetto con il 36,26% del mercato mobile (7,7% Iliad e 28,5% Vodafone), primo operatore davanti a Tim (28,8%) e Wind Tre (24,8%). Il fatturato aggregato supererebbe i 6 miliardi di euro (5,6 miliardi di Vodafone e 667 milioni di Iliad, che per quest’anno prevede di arrivare ad un miliardo).
C’è da dire che lo stesso Ceo di Vodafone Group, Nick Read, era intervenuto a novembre scorso auspicando un processo di inevitabile consolidamento della industry europea delle Tlc – sofferente soprattutto in Portogallo, Spagna e Italia – troppo frammentata per poter competere con il resto del mondo e in particolare con gli Usa, dove i player in gioco si contano sulle dita di una mano.
Cosa direbbe Bruxelles?
Parlando dell’Italia, non sono pochi gli operatori che lamentano la presenza del quarto operatore imposta dall’Antitrust europeo all’epoca della fusione fra Wind e Tre. L’ingresso di Iliad ha effettivamente contribuito ad abbattere le tariffe, ma fra Covid e richiesta di rateizzare le frequenze 5G il piatto delle telco piange. Lo dimostra anche la situazione di preda potenziale in cui si trova al momento Tim, fortemente indebitata e alle prese con una nuova strategia che sarà svelata fra più di un mese, il 3 marzo. Il tutto, mentre le scadenze delle gare per i fondi del Pnrr si fanno sempre più incalzanti.
In questo contesto, un eventuale merger fra Iliad e Vodafone potrebbe uscire dai pour parler soltanto a fronte di condizioni e remedies tutti da verificare con Bruxelles.
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Che fine farebbero le frequenze 5G di Iliad?
Ad esempio, in caso di fusione, che fine farebbero le frequenze 5G che Iliad si è aggiudicata alla gara del 2018?
Andrebbero ridistribuite ai competitor?
Tornerebbero in mano allo Stato?
Sarebbe ad ogni modo la Commissione Ue a dover decidere.
Vedremo nelle prossime settimane cosa ci riserverà il mercato.
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