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Iliad, offerta per Vodafone Italia. Ostacoli e ipotetici scenari: Vodafone ‘iliadizzata’?

EDITORIAL USE ONLY Undated handout photo issued by Vodafone as the telecommunications company launch an Eco-SIM card, made from recycled plastic, as part of the companyÕs commitment to reduce its impact on the environment. Issue date: Tuesday October 19, 2021. PA Photo. Starting from October 2021, Vodafone will provide customers with new Eco-SIMs in the half-sized format made from recycled plastic, progressively replacing SIM cards that are currently made from new plastic. Eco-SIM will be rolled out in all 12 of VodafoneÕs European markets, in addition to Egypt, Turkey and South Africa. Photo credit should read: Matt Alexander/PA Wire NOTE TO EDITORS: This handout photo may only be used in for editorial reporting purposes for the contemporaneous illustration of events, things or the people in the image or facts mentioned in the caption. Reuse of the picture may require further permission from the copyright holder.

E’ vero che gli opposti si attraggono. Però è davvero difficile realisticamente credere all’ipotesi di una Vodafone ‘iliadizzata’ sul mercato italiano. Ma dopo i rumors dei giorni scorsi arriva la conferma: Bloomberg riferisce di aver ricevuto una conferma in questo senso dall’amministratore delegato di Iliad, Thomas Reynaud. La low cost francese controllata dal miliardario Xavier Niel, avrebbe presentato un’offerta per il 100% della divisione italiana di Vodafone. Manca il prezzo, questione non certo secondaria. L’agenzia cita fonti a conoscenza dei fatti, secondo le quali la società francese avrebbe recapitato un’offerta al consiglio di amministrazione di Vodafone la settimana scorsa, all’indomani della presentazione dei conti della compagnia britannica da parte del Ceo Nick Read. Gli analisti valutano Vodafone Italia in una forchetta compresa fra 11 e 14 miliardi di euro.

C’è da dire che due settimane fa, il 25 gennaio, era stato l’ad di Iliad Benedetto Levi a smentire le voci di un possibile merger con Vodafone Italia.

Però, non è un mistero che Vodafone sia attualmente alla ricerca di opportunità di fusione o quanto meno di partnership industriale (come nel caso di INWIT?) in particolare nel Regno Unito, in Spagna, in Italia e in Portogallo. Lo ha ribadito mercoledì scorso l’amministratore delegato Nick Read.

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C’è da dire che la stessa Bloomberg aveva precedentemente riportato che l’investitore attivista Cevian Capital ha acquisito una partecipazione in Vodafone, inferiore al 3%, e sta spingendo per un cambiamento di rotta dell’azienda in ottica di un auspicato consolidamento, tra cui la vendita di alcune operazioni o l’implementazione di buyback. Il mercato vuole crederci e a quanto pare xavier Niel vorrebbe assumere il ruolo di king maker delle Tlc italiane.

Iliad pronta a incontrare Antitrust e Agcom in settimana

I responsabili degli affari legali e normativi di Iliad, secondo il sito specializzato Boursier.com, hanno in programma di incontrare l’Antitrust e l’Agcom già questa settimana per spiegare alcuni dettagli dell’offerta e sondarli su eventuali obiezioni. La quota di mercato mobile di Iliad in Italia era vicina all’8% a settembre, mentre quella di Vodafone era quasi quattro volte maggiore, secondo l’Agcom.

Ma quali conseguenza per il mercato italiano delle Tlc da un’eventuale acquisizione/merger?

Intanto, gli operatori mobili nell’arena del mobile diverrebbero tre e non più quattro, contravvenendo in qualche modo ai desiderata della Commissione Ue che da tempo mantiene il dogma del quarto operatore a garanzia della concorrenza. Un dogma che in Italia, dopo la fusione fra Wind e Tre e il conseguente ingresso proprio di Iliad sul mercato come quarto operatore, ha creato non pochi problemi di sostenibilità ai player tradizionali.

Iliad è presente in Italia dal 2018 e conta già 8 milioni di clienti mobili. Dal suo ingresso in Italia, la low cost francese ha messo sotto pressione i concorrenti con una politica di prezzi molto aggressiva, che ha costretto di fatto tutti i competitor a lanciare dei secondo brand per tentare di competere. Di qui la nascita di ho. (Vodafone Italia), Kena Mobile (Telecom Italia) e Very  Mobile (Wind Tre).

La nuova entità

La possibile combinazione operativa di Iliad e Vodafone creerebbe un business di 26 milioni di clienti mobili (18 milioni di Vodafone) e di circa 3 milioni di clienti a banda larga fissa (tutti di Vodafone, visto che Iliad ha appena lanciato il suo servizio a banda larga e quindi è ancora privo di una base clienti). La percentuale di clienti salirebbe al 36% del mercato del mobile. I ricavi annui ammonterebbero a circa 6 miliardi di euro (l’80% proveniente da Vodafone).

Ma un’ipotesi di merger cosa prevederebbe dal punto di vista operativo?

Una iliadizzazione di Vodafone oppure, per converso, una vodafonizzazione di Iliad? La domanda non è banale perché in base alla risposta si potrebbe anche aiutare ad ipotizzare l’identikit della nuova entità. A quanto pare, sarebbe Iliad a muovere su Vodafone. Si tratterebbe quindi di una low cost, con molti più clienti, in grado di mettere ulteriormente sotto pressione Tim? Tim che a sua volta si trova in una fase di trasformazione davvero molto complessa, alla ricerca di una nuova strategia non più procrastinabile dopo il flop (tre profit warning) del piano industriale “Beyond connectivity”.

Fine alla guerra dei prezzi?

Di certo, una nuova entità Iliad-Vodafone potrebbe mettere finalmente la parola fine alla perdurante e deleteria guerra dei prezzi che tanto pesa sul mercato Tlc. Ma le policy di prezzo della nuova entità sarebbero completamente low cost, oppure di manterrebbe una sorta di segmentazione della clientela? Fascia alta a Vodafone, fascia medio bassa a Iliad? 

Ad oggi, Tim conta 30 milioni di clienti mobili, a fronte dei circa 19 milioni di WindTre, il secondo operatore sul mercato italiano controllato da CK Hutchison.

Un’ipotesi di fusione fra Iliad e Vodafone Italia dovrebbe certamente fare i conti con le autorità di regolazione italiane ed europee: come gestire il nodo delle frequenze? Verrebbero cumulate nella nuova entità oppure l’ipotetica IliadVoda dovrebbe disfarsi di una parte dello spettro di cui dispone? E a favore di chi?

Quale sarebbe il nuovo volto dell’azienda, una low cost soltanto molto più grande?

Sarebbero necessari altri remedies, come l’ingresso di un altro operatore nell’arena del mobile per mantenere la regola dei quattro operatori? E in questo caso si tratterebbe di Fastweb, cui verrebbero cedute le frequenze extra del 5G?

Resterebbe inoltre da capire che fine farebbe la low cost ho.: resterebbe indipendente dalla nuova entità?

E ancora, quanto sarebbe disposta ad offrire Iliad per rilevare Vodafone? Sarebbe una acquisizione totalitaria, oppure una nuova joint venture 50%-50%?

Xavier Neil sarebbe disposto ad entrare con una quota di minoranza? Difficile da immaginare per un big del suo calibro.

Il Sole 24 Ore di oggi parla di un valore complessivo di 14 miliardi di euro per Vodafone, che tra l’altro dispone della miglior rete 4G d’Italia e che tre anni fa ha fatto il pieno di nuove frequenze 5G, sborsando 2,7 miliardi di euro.

Quale sarebbe, infine, il perimetro della nuova società?

Vodafone cederebbe soltanto la rete oppure metterebbe sul piatto anche i servizi commerciali e i clienti?

Il parere degli analisti

Gli analisti fanno i conti su quello che potrebbe significare, un’operazione tra gli 11 e i 14 miliardi di euro ed esprimono qualche dubbio sull’onere finanziario da sostenere e sullo scoglio antitrust anche se tutti concordano che un consolidamento alleggerirebbe la pressione competitiva.

“Pur con risultati in calo per effetto della pressione competitiva, ci aspetteremmo un multiplo di 7-8x EV/EBITDA ossia 11-13 miliardi” secondo gli analisti di Equita.

Tim secondo i ragionamenti degli analisti potrebbe beneficiare di un consolidamento.

“L’operazione per Iliad sarebbe finanziariamente molto impegnativa e non scontata dal punto di vista autorizzativo – commentano gli analisti – anche se il regolatore europeo è apparso più disponibile a valutare il consolidamento da 4 a 3 operatori, a fronte probabilmente di rimedi (per esempio sulle frequenze)”.

Il consolidamento del settore è la chiave per far fronte alla continua necessità di sostenere infra investimenti – fa notare Mediobanca Securities e potrebbe eventualmente tradursi in dinamiche di mercato meno competitive”. L’attuazione del consolidamento del settore è la chiave per far fronte alla continua necessità di sostenere infra investimenti, segnaliamo inoltre che il consolidamento potrebbe eventualmente tradursi in dinamiche di mercato meno competitive.

Per Tim “il consolidamento sarebbe uno scenario positivo rispetto allo status quo perché ridurrebbe la pressione competitiva (Iliad avrebbe meno interesse a perseguire politiche commerciali molto aggressive per costruirsi una quota di mercato significativa nella rete fissa) anche se sarebbe probabilmente preferibile lo scenario in cui fosse Vodafone (player più disciplinato) a comprare gli asset di Iliad Italia e svanirebbe per Tim la possibilità di avere un compratore industriale già presente in Italia per il business retail (ServiceCo)”.

Vodafone ha generato in Italia nello scorso anno fiscale 5,5 miliardi di ricavi, 2,1 miliardi di ebitda con 700 milioni di capex. Il primo semestre ha visto ricavi per 2,5 miliardi, un ebitda di 800 milioni con una quota di mercato, in termini di linee, del 17% nel broadband fisso (42% quella di Tim, 15% per Fastweb e 14% per WindTre) e del 23% nel mobile (26% per Tim, 27% per WindTre e 11% per Iliad).

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