L’arrivo di Iliad ha già scombussolato i piani della concorrenza e una nuova guerra dei prezzi non è affatto esclusa nell’arena del mobile del nostro paese. In fibrillazione sono in primo luogo gli operatori virtuali, che secondo gli analisti di Morgan Stanley rischiano di essere le prime vere “vittime” dello sbarco italiano della low cost francese.
Non sembra un caso che Poste Mobile, il primo Mvno del nostro paese, abbia messo in cantiere una super offerta simile, per non dire uguale, a quella appena annunciata ieri dall’ad di Iliad Benedetto Levi, che sarà lanciata nei prossimi giorni e ricalca quella appena annunciata dall’operatore francese. Si chiama Creami Next 6 (30 giga, 1000 minuti e 1000 Sms al prezzo di 6 euro) ma dovrebbe prevedere un abbonamento semestrale e non mensile con pagamento anticipato.
A prima vista, scorrendo i commenti degli utenti su Twitter #Iliad, uno dei temi caldi riguarda la copertura della rete.
C’è spazio per quattro operatori?
Resta poi da capire se ci sarà spazio per quattro operatori sul mercato del mobile o se l’arrivo della low cost francese non provocherà un’ondata di consolidamento, tanto più che lo sbarco avviene in un momento alquanto delicato per il mercato alle prese con il piano esuberi annunciato da Tim, il progetto di separazione della rete, l’imminente asta 5G e dopo mesi di scontri fra operatori e Autorità su mancata trasparenza e costi nascosti ampiamente cavalcati da Iliad.
Scommessa italiana, calo in Francia
Sei anni dopo aver stravolto il mercato francese, Iliad sbarca in Italia con un’offerta a 5,99 euro al mese che prevede appunto un pacchetto di 30 giga, 2 giga all’estero Sms illimitati e servizi 4G+ per il primo milione di clienti.
L’azienda non ha fatto sapere se e come cambieranno i prezzi una volta acquisito il primo milione di clienti. C’è da dire che in Francia, al momento del lancio nel 2012, l’offerta di Free Mobile a 20 euro era riservata ai primi 3 milioni di clienti, ma non è mai stata ritirata né modificata una volta raggiunto l’obiettivo, ricorda la Reuters. Evidentemente non ce n’è stato bisogno.
Legge Pisanu?
Una bella sforbiciata rispetto al prezzo medio della concorrenza, che nel nostro paese varia fra 9 e 18 euro al mese. Le Sim di Iliad sono acquistabili da speciali distributori (Simbox) presenti in alcuni centri commerciali, oppure online. Superate, ha precisato l’ad Benedetto Levi, le riserve sulla Legge Pisanu (anti terrorismo) in relazione alla vendita delle Sim tramite distributori automatici.
Secondo la legge Pisanu, recepita dall’articolo 55 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, l’identificazione degli acquirenti delle schede Sim deve avvenire prima dell’attivazione del servizio. La norma richiede che l’identificazione avvenga sempre dopo un controllo contestuale effettuato da un soggetto incaricato dall’operatore che controlli la corrispondenza tra l’acquirente e l’intestatario del documento.
A questo proposito, risulta che Iliad abbia più volte tentato di modificare le garanzie previste dalla legge Pisanu. A novembre 2017 la low cost ha presentato tre diversi emendamenti al Decreto Fiscale, con l’obiettivo di modificare il Codice delle comunicazioni elettroniche per superare le prescrizioni della legge Pisanu in materia di identificazione degli utenti. Ma i tre emendamenti non sono passati per l’opposizione del Ministero dell’Interno e degli apparati di sicurezza.
La modalità con cui Iliad attiva da remoto le schede Sim sembra violare quanto prescritto dalla Legge Pisanu. In particolare, la registrazione del cliente avviene in modo autonomo tramite videomessaggio asincrono senza quindi un riconoscimento contestuale da parte di un incaricato dell’operatore.
Le previsioni degli analisti di Raymond James
Il dado è tratto, e la campagna italiana punta a raggiungere una quota del 10% del segmento mobile per poi allargarsi in futuro al mercato del fisso. L’Italia è quindi una grossa scommessa per Iliad, che guarda al nostro paese anche per bilanciare il rallentamento registrato in Francia sul fisso.
Secondo gli analisti di Raymond James, la quota di un milione di clienti in Italia sarà raggiunta “entro la fine del 2018 e una quota di circa il 9% dell’arena del mobile entro il 2025”. Gli analisti prevedono inoltre un’erosione dei margini dei concorrenti (Tim, Vodafone Italia e Wind Tre) e una diminuzione del segmento delle prepagate, che in Italia rappresenta l’80% del mercato. I servizi di telefonia hanno subito un calo del 40% dei prezzi fra il 2001 e il 2016 nel nostro paese e l’Arpu medio per cliente a 13 euro è fra i più bassi d’Europa. Ma secondo Iliad ci sono i margini per crescere puntando sulla trasparenza e sulla cancellazione dei costi nascosti ma anche sull’aumento della navigazione dei clienti, che in Italia si ferma a 2,78 GB al mese a fronte di una media Ue intorno ai 6 MB.
Qualità della rete centrale
Il successo di Iliad nel nostro paese dipenderà in larga misura dall’affidabilità e qualità e dalla copertura della sua rete, su cui è previsto un investimento complessivo di 1 miliardo di euro nei prossimi 5 anni. Iliad può già contare su un contratto di roaming con Wind-Tre. “Ogni disputa legata a questo contratto potrebbe compromettere la reputazione commerciale di Iliad e la sua capacità di sviluppo in Italia”, aggiungono gli analisti di Raymond Jamescitati dall’agenzia Agefi.
C’è da dire che molti clienti saranno propensi a migrare verso l’operatore, ma il tema della copertura sarà dirimente.
Un miliardo da investire per la rete. Compresa l’asta 5G?
Alcuni concorrenti, per ragioni tecniche, sono scettici sull’annuncio di servizi 4G+ da parte di Iliad, che per il momento sta realizzando ancora la sua rete propria perché non vuole operare da Mvno. Ma cosa si intende esattamente per 4G+? Si tratta di reti 4.5G, che prevedono investimenti ulteriori per migliorare la performance dei network e dei servizi?
Resta poi ancora da verificare se Iliad chiuderà o meno l’accordo, ventilato nei mesi scorsi, con Inwit, la società delle torri mobili di Tim.
Ma ci sarà tutto il tempo per verificare sia la copertura sia il tipo di servizi che saranno offerti dall’operatore, mentre per quanto riguarda gli investimenti Iliad dovrà far quadrare i conti in Italia, con un budget fissato a 1 miliardo di euro in 5 anni, dai quali presumibilmente (ma non è chiaro) saranno pescati anche i fondi per partecipare all’asta 5G, se Iliad deciderà di partecipare. A questo proposito, sembra plausibile che l’operatore opti per la banda 700 Mhz, dove sono previste riserve per i nuovi entranti, frequenze che com’è noto saranno disponibili dal 2022. Se sarà così, Iliad mostrerà il suo interesse a lungo termine per il nostro paese.