Anche Iliad è stata al centro della lunga audizione sulle Tlc che Luigi Di Maio ha tenuto oggi, alle 13:30, davanti alla Commissione Trasporti della Camera. Il ministro dello sviluppo economico, in particolare, ha affrontato il delicato tema della sicurezza delle Simbox, i distributori pubblici, presenti nei negozi della compagnia e nei corner di molti centri commerciali in Italia, attraverso cui è possibile attivare subito una Sim: occorre una carta di pagamento, un indirizzo email e un documento di identità.
“Tra le prime cose fatte appena mi sono insediato come ministro, è stato inviare una prescrizione a Iliad, perché deve adeguarsi alla norma antiterrorismo. Inoltre ho chiamato in causa pure il ministro Salvini, perché è una questione che riguarda la legge Pisanu, e potrebbe creare anche problemi di concorrenza sleale” rispetto agli altri operatori, che accusano la compagnia di violare la legge per la modalità con cui attiva da remoto le schede Sim attraverso le Simbox. In particolare, “la registrazione del cliente avviene in modo autonomo tramite videomessaggio asincrono senza quindi un riconoscimento contestuale da parte di un incaricato dell’operatore”, denunciano i competitor.
Secondo la legge Pisanu, recepita dall’articolo 55 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, l’identificazione degli acquirenti delle schede Sim deve avvenire prima dell’attivazione del servizio. La norma richiede che l’identificazione avvenga sempre dopo un controllo contestuale effettuato da un soggetto incaricato dall’operatore che controlli la corrispondenza tra l’acquirente e l’intestatario del documento.
Contattata oggi da Key4biz la società Iliad ci ha detto: “Abbiamo già chiarito (anche in sede parlamentare) come funzionando le Simbox specificando innanzitutto che nessuna Sim viene attivata finché non è convalidato il processo di identificazione degli acquirenti“.
Il procedimento di attivazione della Sim Iliad con le Simbox è stato spiegato in Commissione anche dal ministro Di Maio: “Attraverso le Simbox la Sim viene attivata, prima della registrazione al terminale del documento di riconoscimento scannerizzato. La compagnia sostiene che la dinamica sia un’altra: a quanto ho capito, il documento di riconoscimento viene trasmesso in tempo reale alla registrazione e per questo la Sim è attivata subito”.
La procedura, però, non convince del tutto il ministro del MiSe: “Noi abbiamo avviato tutte le prescrizioni del caso, perché il solo rischio di avere una sola Sim non registrata regolarmente e utilizzata da organizzazioni terroristiche o criminali ci mette in serio pericolo. Per questo ho interessato subito il ministero dell’Interno e stiamo procedendo su questa vicenda”.
SimBox a rischio sicurezza?
La polemica sul rischio sicurezza delle Simbox è nata il mese scorso. L’operatore low cost, contattato da Key4biz per un commento all’articolo pubblicato sul Sole 24 Ore Le SimBox di Iliad finiscono sul tavolo di Salvini, ci ha inviato la sua replica all’articolo, nel quale si mette in dubbio la sicurezza dell’operazione di acquisto delle sim: “Praticamente chiunque, anche con un’identità falsa, può comprare una sim e a quel punto fare qualsiasi operazione”, si legge nell’articolo.
Iliad ci ha scritto: Le Simbox iliad contemplano un processo di verifica tale da garantire il controllo efficace e completo dell’identità di ogni acquirente a cui viene rilasciata una SIM – si legge nella nota inviata a Key4biz – La fase di sottoscrizione dell’offerta e di richiesta della SIM iliad, prevede la raccolta di dati personali, documenti validi e la registrazione di un video dinamico per ogni singolo utente, che risultano pedissequamente verificati dagli operatori del Servizio Utenti iliad tramite un applicativo interno.
Nei casi in cui i dati risultino errati, parziali o invalidi, nei casi in cui il documento di identità non risulti valido, sia danneggiato o di dubbia validità, quando inoltre, il video registrato pone dubbi sul riconoscimento di una persona, si procede al rigetto della richiesta”.
“L’attivazione della SIM viene effettuala da iliad solo in caso di conferma da parte dell’operatore del Servizio Utenti e successivamente a tale conferma – prosegue la nota di Iliad –. Questo processo è stato ideato e implementato per garantire la conformità con la normativa applicabile e la tutela della sicurezza delle comunicazioni elettroniche, e assicura un livello di controllo sulle identità degli utenti particolarmente elevato anche in considerazione della digitalizzazione della procedura”.
Le Simbox al centro dell’interrogazione parlamentare al Senato
Occorre attendere le risposte nell’Aula del Senato di Di Maio e di Salvini per capire se Iliad rispetta o meno la legge Pisanu. Infatti la metodologia con cui a partire da fine maggio il quarto gestore telefonico infrastrutturale, Iliad, ha iniziato a vendere le proprie sim in Italia, è finita al centro di un’interrogazione parlamentare firmata dai senatori del Pd Annamaria Parente, Salvatore Margiotta, Francesco Giacobbe, Alessandro Alfieri, Giuseppe Cucca, Laura Garavini e Bruno Astorre.
L’interrogazione è rivolta al Ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luigi Di Maio, e al Ministro dell’interno, Matteo Salvini. I sette senatori firmatari dell’interrogazione hanno pertanto chiesto ai due ministri se siano a conoscenza del piano di investimenti che Iliad Italia “intenda mettere in campo per assicurare sia un proficuo sviluppo occupazionale sia un sistema formativo che accompagni le lavoratrici e i lavoratori” e “quali iniziative, per quanto di competenza, intendano intraprendere per garantire il rispetto della legge italiana nei propri processi di identificazione e acquisizione del cliente, anche al fine di assicurare regole certe e uniformi per tutti gli operatori delle telecomunicazioni, in un ambito concorrenziale corretto e leale”