Conto alla rovescia per la prima visita ufficiale in Cina di Gunther Oettinger, commissario Ue per l’Economia Digitale in programma il 28 settembre. Un appuntamento importante per rilanciare la cooperazione fra Unione Europea e Cina sul terreno delle tecnologie e formalizzare lo sviluppo di un’agenda comune sul digitale e nuovi standard in particolare per quanto riguarda 5G, Internet of Things e frequenze. Ne abbiamo parlato con Luigi Gambardella, Presidente di ChinaEU, la prima piattaforma per la promozione dello sviluppo delle relazioni economiche tra Europa e Cina in Internet, telecomunicazioni e hi tech.
Key4biz. Quali sono le opportunità di una maggior cooperazione fra Cina ed Europa sul terreno del digitale?
Luigi Gambardella. Per l’Europa e la Cina è importante rilanciare la cooperazione in un’area così strategica come il digitale. Il terreno è pronto. Si tratta solo di aspettare di vedere i primi fiori germogliare e di raccogliere i primi frutti. La cooperazione tra Europa e Cina su Internet, telecomunicazioni, alta tecnologia e digitale si sta rafforzando e si rafforzerà ulteriormente.
Key4biz. A che punto siamo?
Luigi Gambardella. Quest’anno abbiamo fatto dei progressi importanti grazie all’intenso lavoro di ChinaEU su questo fronte. Sono sicuro che potrà crescere molto la presenza e gli investimenti di aziende cinesi in Europa così come quella europea in Cina. E’ una situazione win win. Ambo le parti ne avranno da guadagnare. Anche se la situazione di partenza è diversa.
Key4biz. Quali le maggiori differenze fra Cina ed Europa?
Luigi Gambardella. Per usare una terminologia sportiva, che non amo molto ma che rende bene l’idea, la Cina e l’Europa sono due squadre potenzialmente molto forti. Solo che una è unita, ambiziosa, ha visione, sa cosa vuole, ha voglia di vincere ed è più giovane, l’altra è più esperta ma è più sulla difensiva, aspetta che finisca la partita nella speranza di non incassare goal. Sappiamo in questi casi quale risultato finale ci si può aspettare.
Key4biz. L’Europa rischia di perdere la partita del digitale?
Luigi Gambardella. Il mondo è cambiato, il gioco è cambiato, sono cambiate le regole e l’Europa ne deve essere consapevole. E’ necessario che anche l’Europa si adatti se vuole continuare a mantenere un ruolo di primo piano a livello internazionale nel settore digitale. Per fortuna abbiamo un nuovo capitano europeo, il Commissario tedesco Guenther Oettinger, che ha estremamente chiaro il quadro della la situazione e che vuole ripartire da una nuova più ambiziosa agenda per l’Europa che spinga ulteriormente l’integrazione del mercato unico digitale e telecom europeo e che metta al centro della nuova politica digitale Industry 4.0, la trasformazione del manifatturiero nel nuovo mondo digitale. Oettinger ha capito che bisogna partire dall’alto. Bisogna avere prima una visione, una strategia e poi implementarla e non l’inverso. Il viaggio del Commissario Oettinger in Cina alla fine di settembre avra’ un certo rilievo viste anche le aspettative che ci sono da parte dei nostri amici cinesi.
Key4biz. Quali sono i punti principali dell’agenda digitale Europa-Cina?
Luigi Gambardella. In primo luogo, è necessario rilanciare il dialogo ad alto livello politico e di business su Internet, ad esempio su tematiche come eCommerce, servizi cloud, cyber security, Internet delle cose ed IPR. In questo senso sarebbe auspicabile la creazione di un High Level Group guidato dallo stesso Commissario Gunther Oettinger e dal Ministro Lu Wei, Capo Regolatore di Internet in Cina insieme all’industria di settore per rafforzare il dialogo e creare nuove occasioni di business per le aziende europee e cinesi. Ho trovato ad esempio molto interessanti le proposte di Vivendi, espresse al workshop ChinaEU dello scorso 6 Luglio a Bruxelles per favorire l’ingresso di aziende del settore dei media europei in Cina.
Key4biz. Altre priorità in tema di standard tecnologici?
Luigi Gambardella. Firmare l’agreement di cooperazione sul 5G. Europa e Cina devono lavorare insieme per definire una visione comune sul 5G, fare insieme attività di ricerca e sviluppo, lavorare in maniera stretta sul tema dell’uso delle frequenze e sulla standardizzazione a livello internazionale. Il 5G sarà una vera e propria rivoluzione che non cambierà solo il modo di utilizzare il nostro telefonino ma modificherà radicalmente l’intero sistema di produzione, di distribuzione e di logistica. Quello che è avvenuto con applicazioni come Uber è solo l’inizio di un nuovo futuro. Sono convinto che sia soprattutto interesse dell’Europa lavorare con la Cina.
Key4biz. Cosa potrebbe succedere se la Cina decidesse di fare da sola?
Luigi Gambardella. Noi abbiamo ancora 28 mercati frammentati con una popolazione di 500 milioni di persone in diminuzione, la Cina ha un unico grande mercato che conta più di un miliardo e trecento milioni di persone. Questo permette alle aziende cinesi di operare su scale e volumi impensabili per le aziende europee e di sviluppare molto più rapidamente nuovi prodotti o servizi.
Key4biz. Cosa porta in dote l’Europa per rafforzare il suo rapporto ‘digitale’ con la Cina?
Luigi Gambardella. Certamente bisognerà utilizzare l’occasione del piano Juncker di 315 miliardi di euro per rafforzare la cooperazione tra Europa e Cina nel settore digitale. Il governo cinese si è già detto disponibile a creare un fondo ad hoc dotato di svariati miliardi per finanziare progetti in Europa così come le maggiori banche ed Istituzioni finanziarie cinesi si sono dette interessate e disponibili a finanziare progetti in particolare nel settore del digitale. Regioni e città europee potranno usufruirne e i cittadini europei potranno beneficiare di investimenti che altrimenti non si sarebbero fatti. Anche qui il ruolo dell’industria europea e cinese è centrale nel sostenere progetti digitali in infrastrutture e servizi.
Key4biz. Altri terreni di collaborazione?
Luigi Gambardella. E’ auspicabile un piano più ambizioso di cooperazione tra Europa e Cina su smart cities, smart energy. Fino ad adesso nel dialogo Europa-Cina siamo rimasti allo studio, alle attività di benchmark e di confronto di esperienze di città cinesi ed europee. Adesso è arrivato il momento di fare un ulteriore passo avanti ma questa volta più concreto. Per dare un’idea, il governo cinese sta investendo solo nelle smart cities circa 200 miliardi. Dobbiamo iniziare a realizzare questi progetti e farli diventare realtà. Tutti ne potranno beneficiare, Istituzioni, cittadini europei e cinesi così come l’industria privata che potrà offrire nuovi prodotti e servizi su vasta scala.