DeepSeek non è solo un’importante innovazione nel campo dell’AI, ma anche un esempio di design rivoluzionario nell’interfaccia utente. La startup cinese ha ottenuto grande successo non solo grazie alle capacità avanzate del suo modello R1, ma anche perché ha reso visibile agli utenti il cosiddetto ‘chain of thought’, ovvero il processo di ragionamento alla base delle sue risposte.
Questo approccio ha sorpreso il settore e ha messo in discussione il modo in cui vengono progettate le interfacce degli assistenti AI. Tradizionalmente, chatbot come Siri, Alexa e ChatGPT offrono risposte senza mostrare il processo logico che le genera, costringendo gli utenti a sperimentare diversi prompt per ottenere risultati ottimali.
DeepSeek ha invece scelto di esporre in modo trasparente il suo ragionamento, permettendo agli utenti di comprendere come interpreta le richieste e pianifica le risposte. Questa novità ha reso l’interazione più intuitiva e ha sollevato interrogativi su come migliorare l’usabilità degli strumenti basati su AI.
L’articolo confronta DeepSeek con il fallimento di Inflection, un’altra azienda di AI che, nonostante investimenti significativi, non è riuscita a emergere a causa di un design inefficace e di un’interfaccia poco chiara. Il successo di DeepSeek dimostra che la qualità del modello non è sufficiente: anche il modo in cui viene presentata l’AI agli utenti è cruciale per la sua adozione su larga scala.
Questa nuova strategia potrebbe influenzare il futuro della progettazione delle interfacce AI, spingendo altre aziende a ripensare il modo in cui comunicano il funzionamento interno dei loro sistemi.
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Gli Stati Uniti indagano se DeepSeek ha ottenuto chip Nvidia da aziende di Singapore
Le autorità statunitensi stanno indagando su DeepSeek, una startup cinese specializzata in AI, per verificare se abbia acquistato semiconduttori avanzati di Nvidia attraverso intermediari a Singapore, aggirando le restrizioni imposte dagli Stati Uniti.
Il sospetto è alimentato dalla recente uscita di R1, un chatbot sviluppato da DeepSeek, che ha dimostrato prestazioni comparabili a quelle delle controparti statunitensi, sollevando dubbi su un possibile utilizzo di tecnologia occidentale per il suo sviluppo.
La Casa Bianca e l’FBI stanno cercando di accertare se DeepSeek abbia sfruttato fornitori terzi per ottenere chip Nvidia vietati alla Cina. Nel frattempo, Nvidia ha dichiarato di rispettare le normative statunitensi e di agire in caso di violazioni. La questione ha attirato l’attenzione del Senato USA, dove Howard Lutnick, nominato da Donald Trump per guidare il Dipartimento del Commercio, ha affermato che l’azienda cinese ha aggirato i controlli sulle esportazioni, dichiarando la necessità di fermare l’uso di tecnologia americana da parte della concorrenza cinese.
Le restrizioni statunitensi mirano a limitare l’accesso della Cina a semiconduttori avanzati, fondamentali per lo sviluppo dell’AI e di applicazioni con potenziale uso militare. Nvidia ha già dovuto ridisegnare i suoi chip per il mercato cinese, come l’H800 e il più recente H20, ma le autorità stanno valutando ulteriori limitazioni.
Singapore, pur essendo un importante snodo commerciale per Nvidia, non è attualmente inclusa nelle restrizioni più severe, il che ha alimentato il sospetto che possa essere stata utilizzata come punto di transito per l’acquisto dei chip da parte di DeepSeek.
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Il Super Bowl di quest’anno sarà pieno di spot pubblicitari sull’AI
Il Super Bowl LIX sarà dominato da pubblicità legate all’AI, con aziende disposte a pagare cifre record per uno spazio pubblicitario durante l’evento sportivo più seguito negli Stati Uniti.
Secondo Mark Evans, vicepresidente esecutivo delle vendite pubblicitarie di Fox Sports, l’AI è la protagonista di quest’anno, con investimenti che superano gli 8 milioni di dollari per uno spot di 30 secondi. Questo fenomeno riflette l’enorme attenzione che l’intelligenza artificiale sta ricevendo nel mondo tecnologico e commerciale, ma anche il calo degli annunci provenienti da Hollywood e dalle piattaforme di streaming.
Le cause di questo cambiamento nel panorama pubblicitario sono legate agli scioperi di sceneggiatori e attori del 2023, che hanno sollevato preoccupazioni sul ruolo dell’AI nell’industria dell’intrattenimento e sull’utilizzo non autorizzato delle opere creative per addestrare i modelli di intelligenza artificiale.
Inoltre, la riduzione degli spot dei grandi studios potrebbe essere un effetto persistente della crisi pandemica. Più di dieci aziende hanno accettato di pagare cifre da record per assicurarsi uno spazio pubblicitario, mentre alcune società, come State Farm, hanno ritirato le loro prenotazioni per motivi legati a eventi imprevisti.
Tuttavia, l’esplosione degli spot AI non garantisce che questa tendenza continui nel tempo: il Super Bowl del 2022, caratterizzato da numerose pubblicità di criptovalute, non ha visto alcuno spot sul settore l’anno successivo. La massiccia presenza dell’AI negli annunci del Super Bowl riflette l’attuale momento di entusiasmo, ma solleva anche interrogativi sulla sua sostenibilità nel lungo periodo.
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