A sentire Mario Draghi presentare il Rapporto “il Futuro della Competitività per la Ue” sembrava fosse un esperto di tutti i settori oggetto del report. È vero che è un Super Mario, ma ora Key4biz pubblica tutti i nomi di chi ha contribuito al lavoro.
Ci sono economisti, professori universitari, think tank, oltre 30 associazioni e più di 80 aziende, comprese le Big Tech, da Amazon a Meta fino a Google. Si può dire allora che il Rapporto è completamente indipendente? Quando Draghi dice il settore tecnologico in Ue è frenato dalla “regolamentazione incoerente e restrittiva” è una sua considerazione o si fa portavoce degli interessi dei giganti del web?
“Francamente non ho avuto nessuna pressione. La squadra nel mio complesso ha assicurato che è stato un processo di analisi completamente indipendente”, ha risposto Mario Draghi, fidandosi ciecamente del suo team, nella conferenza stampa post presentazione del Rapporto a chi gli chiedeva conto di eventuali pressioni da parte di portatori di interesse.
È stato ascoltato anche il BEUC, che comprende 44 associazioni europee dei consumatori di 31 Paesi, Italia inclusa. Ma nonostante questo, “ci sono molti passaggi davvero negativi per la difesa dei diritti delle persone/utenti nel report”, osserva a Key4biz un esperto di protezione dei dati e di tech law.
Sulla Strategia per le TLC, dietro c’è anche Vittorio Colao
C’è anche Vittorio Colao, ex Ceo di Vodafone ed ex ministro all’Innovazione tecnologica durante il governo Draghi, tra i contributor del Rapporto, per cui quando si legge la “strategia indicata nel report per le TLC” è importante sapere che la visione arriva anche da Colao. Consolidamento Tlc e condivisione investimenti con i giganti del web, tra i punti chiave per rilanciare il settore delle Telecomunicazioni.
Ci sono poi Paolo D’Aprile e Pauline Rouch che hanno coordinato tutto il lavoro e Jonathan Yiangou ne ha redatto ampie parti. “Senza la loro dedizione e il loro duro lavoro questo rapporto non sarebbe stato possibile”, ha scritto Draghi.
E ancora l’analisi e i consigli politici derivano molto, fa sapere l’ex premier italiano, dai contributi di:
Philippe Aghion, Laurence Boone, Francesco Decarolis, Robbert Dijkgraaf, Francesco Giavazzi (già consigliere economico di Draghi a Palazzo Chigi), Luigi Guiso, Claudio Michelacci, Marco Pagano, Raffaella Sadun, Fabiano Schivardi, Fiona M. Scott Morton, Michael Spence, Per Strömberg, Jean Tirole e John Van Reenen.
Infine, l’elenco di tutte le organizzazioni e associazioni consultate con meeting o che hanno inviato contributi scritti. Primi di svelare tutti i nomi, una ultima domanda: perché questo elenco non è stato pubblicato il 9 settembre il giorno della presentazione ufficiale del Rapporto? Di solito i ringraziamenti sono inseriti nei libri o nei paper e non vengono pubblicati separatamente a distanza di 8 giorni quando l’attenzione mediatica è decisamente calata. Non quella di Key4biz.