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Il Regno Unito blocca le chiamate truffa (spoofing) con numero britannico dall’estero. E in Italia?

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Un freno ai truffatori internazionali

In questi giorni nel Regno Unito entrano in vigore nuove regole che rendono più difficile per i truffatori stranieri falsificare numeri di telefono britannici (usando numero britannico in modo fraudolento) per chiamate fasulle e ingannatrici che arrivano dall’estero. L’obiettivo è di mettere un freno allo “spoofing”, la tecnica fraudolenta con cui i criminali modificano l’identificativo del chiamante per farlo apparire un numero affidabile, come ad esempio quello di un’azienda, di un ente governativo o di una persona conosciuta. Questo stratagemma aumenta le probabilità che la vittima risponda alla chiamata e cada nella trappola dello scammer.

Intanto, in Italia procede l’iter per la proposta di legge in materia dell’onorevole Eliana Longi (FdI).

Le nuove regole di Ofcom

L’ente regolatore britannico Ofcom ha imposto agli operatori telefonici di identificare e bloccare tutte le chiamate provenienti dall’estero, che falsificano un numero di rete fissa del Regno Unito come “presentation number” (numero identificativo). Questo numero serve a mostrare chi sta effettuando la chiamata e, in casi legittimi, può essere utilizzato per rappresentare correttamente un’azienda o un servizio clienti.

Questa misura si aggiunge a una precedente normativa che già imponeva il blocco delle chiamate dall’estero che falsificano un numero di rete.

I primi risultati: milioni di chiamate bloccate

BT, uno dei principali operatori britannici, ha riferito di aver bloccato fino a un milione di chiamate al giorno già nel primo mese di applicazione volontaria di queste misure. Questo suggerisce che l’impatto sulle attività fraudolente potrebbe essere significativo. Decine di milioni di chiamate sono già state bloccate in un mese soltanto da parte di un solo operatore. Al momento, il provvedimento riguarda soltanto le numerazioni fisse, con numero britannico.

Il passo successivo: numeri mobili

Attualmente, Ofcom sta lavorando a soluzioni tecniche per contrastare le chiamate spoofed che utilizzano numeri di cellulare britannici. Ulteriori misure verranno annunciate nel corso dell’anno per rafforzare la protezione dei consumatori. L’obiettivo è arrivare ad una soluzione per lo spoofing mobile entro fine anno.

E l’Italia?

In Italia, il fenomeno dello spoofing è diffuso e riconosciuto come una delle principali minacce alla sicurezza telefonica. L’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha già adottato alcune misure, ma la normativa non è ancora altrettanto stringente come quella britannica. Attualmente, il blocco delle chiamate spoofed avviene su base volontaria da parte degli operatori, senza un obbligo regolamentare forte come nel Regno Unito.

Nel 2023, l’AGCOM ha introdotto delle linee guida per il contrasto alle chiamate moleste e fraudolente, spingendo gli operatori a rafforzare i controlli e a impedire l’utilizzo di numeri falsificati. Tuttavia, molte chiamate spoofed continuano a raggiungere gli utenti italiani, soprattutto perché i criminali sfruttano falle nei sistemi di autenticazione delle chiamate.

Tabella riassuntiva

PaeseMisure adottateRisultati ottenuti
Regno UnitoBlocco obbligatorio per chiamate spoofed su numeri fissiFino a 1 milione di chiamate bloccate al giorno
ItaliaLinee guida AGCOM per contrasto alle chiamate spoofedBlocco non uniforme tra gli operatori, fenomeno ancora diffuso

L’Italia potrebbe presto adottare misure più rigide, seguendo l’esempio britannico, per proteggere meglio i consumatori dalle truffe telefoniche internazionali.

Una proposta di legge in arrivo

Di recente, l’onorevole Eliana Longi (FdI) ha presentato una proposta di legge per contrastare lo spoofing in Italia. La proposta mira a rendere obbligatorio il blocco delle chiamate con numeri falsificati, introducendo sanzioni per gli operatori che non rispettano le nuove regole. Se approvata, potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella lotta contro le truffe telefoniche.

In una seduta dell’8 gennaio 2025, le Commissioni IX (Trasporti) e X (Attività produttive) della Camera dei Deputati hanno discusso il provvedimento, evidenziando la necessità di contrastare la pratica fraudolenta del “CLI spoofing”. Durante la seduta, è stata abbinata una proposta di legge simile presentata dalla deputata Pastorella, al fine di unificare gli sforzi legislativi su questo tema.

Attualmente, la proposta è sottoposta a un ciclo di audizioni informali con rappresentanti di associazioni dei consumatori, come ADOC, Adusbef, Assoutenti, Cittadinanzattiva e Codacons, per raccogliere contributi utili alla definizione del testo finale.

L’onorevole Longi ha espresso apprezzamento per la proposta della collega Pastorella e ha sottolineato l’importanza di un tavolo di consultazione con gli operatori del settore per predisporre una normativa efficace e condivisa.

In sintesi, la proposta di legge è in una fase avanzata di esame parlamentare, con l’obiettivo di definire un testo condiviso entro la fine dell’anno, dopo aver raccolto contributi da vari stakeholder.

Per approfondire, puoi guardare l’intervista all’onorevole Eliana Longi.

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