Sotto il mare

Il (quasi) dominio sottomarino: il quadro in Italia fra minacce ai cavi subacquei e ruolo dell’AI. Scarica il report in PDF

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Il quadro delle minacce e delle prospettive di sviluppo del dominio sottomarino nel rapporto appena pubblicato dal CESI, con particolare attenzione alla situazione italiana.

Cresce in Italia la consapevolezza del ruolo strategico del dominio sottomarino, che custodisce negli abissi una serie di infrastrutture critiche fondamentali per la nostra economia e sicurezza nazionale. Una consapevolezza sollecitata dall’attuale quadro geopolitico, alquanto complesso, in cui l’Italia si pone come crocevia delle rotte del Mediterraneo. Rotte non soltanto di superficie, ma anche di attività sempre più preziose e delicate che si svolgono negli abissi.

Traffico dati ‘pesante’ sotto il mare

Basti pensare al traffico ‘pesante’ di dati che ogni giorno passano nei cavi sottomarini dei grandi hyperscalers globali per approdare e transitare negli hub del nostro paese. Un quadro aggiornato della situazione della dimensione subacquea italiana e internazionale è contenuto in un report appena pubblicato dal Centro Studi Internazionali (CESI) ‘Il (quasi) dominio sottomarino: dipendenze, minacce e prospettive per proteggere, operare e primeggiare negli abissi’. Un quasi dominio che va regolato, con un nuovo quadro regolatorio che metta insieme le diverse dimensioni che convivono negli abissi: dalla ricerca scientifica alla minaccia militare, passando per il trasporto energetico e ai super cavi di Internet.

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Il 98% del traffico globale passa negli abissi

Un’analisi nella quale il ruolo strategico dei cavi sottomarini di comunicazione è ben presente: “…è significativo osservare come oltre il 98% del traffico internet mondiale viaggi, almeno in parte, attraverso i cavi sottomarini, mentre al 2022 si stimavano oltre 10 trilioni di dollari in transazioni finanziarie veicolate mediante gli stessi…”, si legge nel report.

Scarica il report del CESI in PDF ‘Il (quasi) dominio sottomarino: dipendenza, minacce e prospettive per proteggere, operare e primeggiare negli abissi

“Il ritorno di un conflitto convenzionale ad alta intensità con effetti, e lessons learned, anche nel dominio marittimo, nonché i sabotaggi ai gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico o ai cavi di comunicazione digitali nel Mare di Barents, hanno palesato la rilevanza di questo (quasi) dominio anche per i Paesi rivieraschi dell’area europea. Questo implica un’opportuna riflessione sulle vulnerabilità degli assetti strategici situati sui fondali marini, sulle minacce (di spionaggio, ibride o cinetiche) a cui tali infrastrutture sono esposte ed ai nuovi requisiti necessari per operare, sorvegliare e proiettare capacità sotto la superficie”.

Cavi sottomarini di comunicazione asset strategico

I cavi sottomarini di trasporto dati sono un asset strategico che va difeso e manutenuto, così come i cavi elettrici subacquei, si legge nel documento. “…Rispetto ai cavi di telecomunicazione, la velocità di flusso dei dati, l’adattabilità ai protocolli di trasmissione, la geolocalizzazione continuativa delle reti e la manutenzione ordinaria ed emergenziale costituiscono le priorità a cui la catena del valore attualmente orienta la sua azione. Similari esigenze si registrano per quanto attiene ai cavi per il traporto di elettricità, mentre un futuro diverso si delinea per gasdotti ed oleodotti offshore…”.

Difesa infrastrutture subacquee: 62 paesi al mondo hanno almeno un sottomarino, il mercato dei droni sottomarini vale 3 miliardi di dollari

Per capire il peso crescente che viene attribuito a livello internazionale alla difesa delle infrastrutture subacquee basti pensare che, si legge nel report del CESI,“…Ben 43 Paesi, su 162 bagnati dal mare, hanno almeno un sottomarino, con la Cina che, con circa 80 unità, guida questo trend in crescita, seguita a breve distanza da Russia e Stati Uniti. Altro indicatore è dato dagli investimenti nello sviluppo di droni sottomarini, mezzi autonomi di varie dimensioni, che, senza equipaggio a bordo, possono operare anche a quote molto profonde e risultare difficilmente rilevabili in un ambiente complesso come quello sottomarino. Attualmente il volume globale in termini economici del mercato dei sistemi unmanned sia autonomi che a pilotaggio remoto si aggira intorno ai 3 miliardi di dollari…”.

Il ruolo dell’AI nel controllo remoto delle reti sottomarine

Infine, non va trascurata l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale al controllo e alla manutenzione delle reti subacquee: “…L’applicazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) su assetti subacquei senza personale a bordo (UUV – Underwater Unmanned Vehicles) offre inoltre una possibile soluzione ai problemi legati al loro controllo da remoto, eliminando sostanzialmente la necessità di un collegamento fisico tra questi e la piattaforma di origine e superando il bisogno di ricorrere ad altri complessi sistemi di trasmissione…”, si legge ancora.

Effetto dirompente dell’AI anche nel dominio underwater

Tanto più che il pericolo dell’AI applicato al dominio degli abissi è ben presente anche a livello NATO e Ue: “…La futura proliferazione di assetti unmanned ed il conseguente incremento delle esplorazioni del seabed per la ricerca di risorse energetiche, applicazioni militari, unitamente all’effetto dirompente apportato dall’intelligenza artificiale, potrebbero far nascere sia nuovi tipi di infrastrutture critiche subacquee sia nuove correlate minacce. Infatti, NATO ed UE hanno previsto che la rete di infrastrutture energetiche sottomarine nell’area euro-atlantica crescerà con l’aumento delle piattaforme energetiche offshore…”.

Governance, necessario creare un Autorità Nazionale per il Controllo delle Attività Subacquee (ANCAS)

Sul fronte delicato della governance, è “necessario creare un’Autorità Nazionale per il Controllo delle Attività Subacquee (ANCAS) con il compito di centralizzare tutte le richieste di accesso agli spazi sottomarini, rilasciare autorizzazioni e risolvere problemi di interferenza tra attività contigue. Grazie a questa organizzazione di riferimento unica, le operazioni sottomarine saranno più sicure e sarà anche possibile stabilire una picture riconosciuta, al fine di poter rilevare eventuali anomalie ed agire rapidamente, specialmente nei pressi delle infrastrutture critiche”.  Ed è anche di questo che si occuperà il Disegno di legge sulla dimensione subacquea, come annunciato Nello Musumeci, il ministro delle politiche del mare, atteso entro luglio in Cdm.

Serve una Strategia Sottomarina Nazionale

In sintesi, si legge nell’introduzione del rapporto, mediante la strutturata e comprensiva analisi multilivello dei temi e dei fattori centrali afferenti al (quasi) dominio sottomarino, ambisce a rispondere precisamente alle seguenti domande:

  • Quanto dipende l’Italia dalle sue infrastrutture critiche sottomarine?
  • Quali minacce si delineano per la loro sicurezza ed affidabilità?
  • Quali sfide pongono i peer e near-peer competitors nella dimensione subacquea?
  • Quali requisiti capacitivi il (quasi) dominio sottomarino detta per la componente underwater
    delle Forze Armate italiane?
    L’individuazione delle relative risposte è il fondamento per l’elaborazione di una Strategia Sottomarina Nazionale, i cui lineamenti generali, ispirati ai principi di tutela della sicurezza e dell’interesse nazionale ed orientati all’intento di abilitare il Sistema Paese a proteggere, operare e primeggiare negli abissi, sono tracciati nella conclusione al presente rapporto.

Scarica il report del CESI in PDF ‘Il (quasi) dominio sottomarino: dipendenza, minacce e prospettive per proteggere, operare e primeggiare negli abissi

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