Sir David Hockney è probabilmente il più noto pittore inglese attualmente attivo. Nato nello Yorkshire, nel nord dell’Inghilterra nel 1937, è stato tra gli ‘apripista’ della pop art negli anni ’60 del secolo scorso. Nel 2018 il suo dipinto Portrait of an Artist (Pool with Two Figures) fu battuto all’asta da Christie’s per la cifra record di 90,3 milioni di dollari, diventando allora l’opera d’arte più costosa realizzata da un artista vivente. Abita e lavora in Francia da anni.
Malgrado i suoi 86 anni, è ancora in grado di dare scandalo, restando tra le pochissime figure pubbliche – ammesso che ce ne siano altre – a difendere il vizio del fumo. In un recente intervento sul Daily Telegraph di Londra, Hockney ha condannato il progetto del Governo inglese di vietare gradualmente la vendita delle sigarette nei prossimi anni.
“È una follia”, ha spiegato, “io fumo da settant’anni, da quando di anni ne avevo 16, e sto abbastanza bene grazie. Amo il tabacco e continuerò a fumare finché crepo”.
L’artista ha sostenuto la sua posizione discettando sul rapporto tra gli artisti e il fumo: “Picasso era fumatore ed è morto a 91 anni, Matisse fumava e morì a 84 anni. Monet era un fumatore particolarmente accanito, accendeva una sigaretta dietro l’altra. È morto a 86 anni. Fumava e dipingeva insieme. Io non ci riesco. Non fumo mentre dipingo. Accendo una sigaretta ogni 15 minuti quando mi fermo per controllare come procede il quadro”. È un curioso commentario su questa nostra epoca il fatto che Hockney, una volta ‘scandaloso’ per via dei suoi quadri – allora ‘troppo’ all’avanguardia – e per giunta molto pubblicamente gay, ora attiri l’attenzione perché difende un vizio fino a poco fa davvero molto comune, per non dire pedestre…