i 6 punti chiave

Il patto per la Pa digitale: “Snellire i processi, formazione obbligatoria e giovani con skill digitali”

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A Palazzo Chigi la firma del "Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale" con il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta e i Segretari generali Maurizio Landini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl), e Pierpaolo Bombardieri (Uil).

Snellire i processi, diritto/dovere di ogni dipendente alla formazione continua, in particolare sulle competenze digitali e specifiche competenze avanzate di carattere professionale, smart working orientato ai risultati con diritto alla disconnessione ed assunzioni di giovani con skill digitali, perché l’età media oggi dei dipendenti pubblici è di quasi 51 anni. 

Sono i capisaldi del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”: un accordo in sei articoli per la Pa digitale, firmato a Palazzo Chigi, tra il presidente del consiglio, Mario Draghi, il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e i segretari generali di Cisl, Cgil e Uil, Luigi Sbarra, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. La parola d’ordine è: se la Pubblica amministrazione non diventa pienamente digitale, semplice, snella ed efficiente su tutto il territorio nazionale, la ripresa dell’Italia non ci sarà. Il Paese non sarà mai digitale.

Draghi: “Il buon funzionamento del settore pubblico è al centro del buon funzionamento della società”

Il buon funzionamento del settore pubblico è al centro del buon funzionamento della società”, ha detto il premier Draghi. “Se il primo funziona, funziona anche la seconda. In caso contrario”, ha concluso, “la società diventa più fragile, più ingiusta. Per questo bisogna considerare il ruolo centrale delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici”.

Brunetta: “Ogni processo di innovazione è un percorso di partecipazione diffusa

Brunetta

“La scelta del Presidente Mario Draghi di valorizzare con la sua firma l’accordo di oggi – ha detto Renato Brunetta – pone questo nuovo inizio sotto i migliori auspici, per il Paese e per la sua capacità di puntare sulla responsabilità di tutte le parti per costruire un Piano nazionale di Recovery e Resilienza che investa sullo Stato e sui suoi servitori. Uno Stato che si rinnova rappresenta la carta migliore per superare la retorica pubblico-privato, le distanze garantiti-non garantiti, chiede impegno e responsabilità condivise per obiettivi comuni”.

Inoltre Brunetta ha detto che “ogni processo di innovazione è, nella cultura di chi vi parla, un percorso di partecipazione diffusa. Puntare sulle persone al servizio dello Stato deve significare guardare avanti, insieme, più forti“. 

I 6 punti chiave del patto per la Pa

Coesione sociale e creazione di buona occupazione saranno i pilastri di ogni riforma e di ogni investimento pubblico previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ecco i 6 punti del patto per la Pa.

  1. Il Governo emanerà all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) gli atti di indirizzo di propria competenza per il riavvio della stagione contrattuale.
  2. Con riferimento al lavoro agile (smart working), nei futuri contratti collettivi nazionali dovrà essere definita una disciplina normativa ed economica che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati, conciliando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni. Saranno quindi disciplinati aspetti di tutela dei diritti sindacali, delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro quali il diritto alla disconnessione, le fasce di reperibilità, il diritto alla formazione specifica, la protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze.
  3. Attraverso i contratti collettivi del triennio 2019-2021, si procederà alla successiva rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, ricorrendo a risorse aggiuntive con la legge di bilancio per il 2022 e adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze. È necessario, inoltre, valorizzare specifiche professionalità non dirigenziali dotate di competenze specialistiche ed estendere i sistemi di riconoscimento delle competenze acquisite negli anni, anche tramite opportune modifiche legislative.
  4. Il Governo si impegna a definire politiche formative di ampio respiro, con particolare riferimento al miglioramento delle competenze digitali e di specifiche competenze avanzate di carattere professionale. Formazione e riqualificazione assumeranno il rango di investimento strategico e non saranno più considerati come mera voce di costo.
  5. Nell’ambito dei nuovi contratti collettivi saranno adeguati i sistemi di partecipazione sindacale, valorizzando gli strumenti di partecipazione organizzativa e il ruolo della contrattazione integrativa.
  6. Le parti concordano sulla necessità di implementare gli istituti di welfare contrattuale, con riferimento al sostegno alla genitorialità e all’estensione al pubblico impiego di agevolazioni fiscali già riconosciute al settore privato, relative alla previdenza complementare e ai sistemi di premialità diretti al miglioramento dei servizi.

Per approfondire:

Il testo integrale del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”

Le linee programmatiche del ministro Brunetta. A come Accesso, B come Buona amministrazione, C come Capitale umano, D come Digitalizzazione.

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