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Il Partito laborista vuole un nuovo referendum per la Brexit, Tensioni Usa-Cina, Il complotto di Mattarella secondo Bloomberg

Brexit, il Partito laborista pronto ad appoggiare la richiesta di un nuovo referendum

24 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Il leader del Partito laborista britannico, Jeremy Corbyn, si sarebbe ormai convinto della necessita’ di appoggiare la richiesta di un nuovo referendum sulla Brexit, assai popolare nella base del partito: lo scrive il quotidiano amico “The Guardian”, dedicando al tema l’apertura della sua prima pagina di oggi lunedi’ 24 settembre e diversi articoli nelle pagine interne in cui si da’ conto della conferenza annuale del Labour apertasi ieri a Liverpool. Il “Guardian” racconta come, nel corso di una tempestosa riunione di cinque ore, ieri un centinaio di delegati del partito e dei sindacati abbiano preparato una mozione che evoca appunto la possibilita’ di un nuovo referendum popolare sulla Brexit: la mozione sara’ sottoposta al voto della Conferenza laborista domani martedi’ 25; la spinta della base, scrive il giornale, ha vinto la resistenza dei vertici del partito, che alla fine si sono piegati. Per il leader laborista Jeremy Corbyn, tuttavia, la via maestra per far uscire la Gran Bretagna dal vicolo cieco in cui si e’ cacciata con il referedum del giugno 2016 sulla Brexit resta la convocazione di elezioni politiche generali, dalle quali il Labour spera di uscire vincitore ed investito della responsabilita’ di governo del paese; e la mozione che sara’ messa ai voti domani ribadisce questa priorita’. La mozione infatti recita: “Se non possiamo avere le elezioni, il Partito laborista deve appoggiare tutte le altre opzioni sul tavolo inclusa una campagna per un nuovo referendum” sulla Brexit. E aggiunge: “Se il governo e’ davvero convinto di poter negoziare con l’Unione Europa un accordo favorevole ai lavoratori, alla nostra economica ed alla societa’ britannica, non dovrebbe aver paura di sottoporre un tale accordo al voto popolare”. Se approvata, la mozione segnera’ una decisa svolta per il Labour britannico, che nella sua conferenza annuale del 2017 nemmeno affronto’ il tema della Brexit. Tuttavia il testo della mozione non fa uscire il partito dalla sua ambiguita’ sulla Brexit, annota il “Guardian” registrando anche i timori diffusi nei vertici vicini a Corbyn a proposito di un secondo refrendum: la principale paura dei laboristi britannici, infatti, e’ che nel clima di forte contrapposizione e di polarizzazione attualmente prevalente in Gran Bretagna, ad emergere da un nuovo referendum siano i peggiori istinti populisti dell’estrema destra; con il risultato per di piu’ di alienare il voto delle classi basse tradizionalmente pro-Labour e vanificare il principale obbiettivo di vincere le elezioni ed andare al governo, che oggi appare cosi’ a portata di mano.

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Stati Uniti-Cina, segretario di Stato Pompeo: vinceremo qualsiasi guerra commerciale contro Pechino

24 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Gli Stati Uniti vinceranno qualsiasi guerra commerciale con la Cina: lo ha dichiarato il segretario di Stato Usa Mike Pompeo alla vigilia dell’entrata in vigore degli ultimi dazi imposti da Washington alle importazioni cinesi. “Costringeremo la Cina a comportarsi in modo tale che se vorra’ essere una potenza globale (…) non dovra’ sottrarre proprieta’ intellettuale”, ha detto il capo della diplomazia in un intervento a “Fox News”. Secondo Washington, l’imposizione di nuove tasse sulle merci cinesi costringera’ Pechino a negoziare condizioni piu’ eque con gli Stati Uniti. L’amministrazione del presidente Donald Trump ha chiesto alle autorita’ cinesi di tutelare la proprieta’ intellettuale statunitense e di mettere fine ai furti informatici. Obiettivo di Washington e’ che Pechino permetta alle societa’ statunitensi un accesso facilitato ai suoi mercati, per ridurre il surplus commerciale degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno ordinato dazi del 10 per cento su altri 200 miliardi di dollari di merci cinesi, che sono entrati in vigore nella giornata di oggi. Trump ha descritto l’iniziativa come una risposta a Pechino, che qualche giorno fa ha annunciato a sua volta l’imposizione di tariffe del 25 per cento a 60 miliardi di dollari di merci Usa e la chiusura alla ripresa dei colloqui con gli Stati Uniti.

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La Spagna presentera’ un reclamo all’Organizzazione degli Stati Americani per insulti a Zapatero

24 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Il governo spagnolo presentera’ un reclamo all’Organizzazione degli Stati Americani (Oas) per gli insulti che il segretario generale, Luis Almagro, ha rivolto contro l’ex premier Jose Luis Rodriguez Zapatero, in relazione al suo ruolo di mediatore nella crisi del Venezuela. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri Josep Borrell, in una dichiarazione rilasciata alla stampa e ripresa dal “Pais”. “Presenteremo una protesta attraverso i canali diplomatici e un comunicato ufficiale del ministero. Non possiamo accettare che Zapatero sia chiamato imbecille, non e’ un linguaggio accettabile. Si puo’ legittimamente non essere d’accordo con le sue vedute politiche, ma non si puo’ arrivare a certi livelli di attacchi personali”, ha detto Borrell in un incontro con i giornalisti a New York, prima dell’Assemblea delle Nazioni Unite, che si terra’ questa settimana. Almagro aveva attaccato Zapatero due giorni fa per le critiche che l’ex presidente del governo spagnolo aveva mosso contro un ipotetico intervento militare per rovesciare il regime di Nicolas Maduro. “E’ insolito che qualcuno che gestisce un’organizzazione internazionale ignori le regole di base della Carta delle Nazioni Unite e la legislazione che regola l’uso della forza, che puo’ essere autorizzata solo dal Consiglio di sicurezza dell’Onu in casi eccezionali”, aveva detto Zapatero facendo infuriare Almagro. Il segretario Osa aveva quindi risposto: “Zapatero e’ al momento al piu’ alto grado di imbecillita’. Ha bisogno di sette spiegazioni per capire. E vedremo se alla fine capira’ cosa sto dicendo”, aveva ribattuto accusandolo di “difendere la dittatura venezuelana”. “Tutto cio’ che vediamo del signor Zapatero sono i favori” al regime di Maduro, aveva aggiunto, in un’intervista alla rete televisiva NTN24.

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Spagna, Manuel Valls scuote la politica catalana

24 set 11:03 – (Agenzia Nova) – La candidatura a sindaco di Barcellona di Manel Valls, l’ex primo ministro francese originario della capitale catalana, non e’ ancora ufficiale ma sta gia’ creando forti scossoni alla politica locale. Lo scrive il quotidiano spagnolo “El Pais” che, in un articolo di commento, afferma che la possibile scesa in campo di Valls ha gia’ fatto fuori un aspirante primo cittadino, il vincitore delle primarie di Esquerra, Alfred Bosch. Nessuno ancora sa quale progetto Valls proporra’ ai cittadini della metropoli, ne’ se potra’ essere un buon sindaco: l’unica certezza e’ che il preriscaldamento sta rivoluzionando “l’uragano catalano”, come recita il titolo di uno dei piu’ suggestivi libri pubblicati sulla questione quest’anno a firma di Sandrine Morel. Il forfait di Bosch e’ il primo effetto Valls e obbliga ora tutti i partiti in campo a cercare candidati di spicco per vedute e genealogia. Il secondo effetto Valls, invece, e’ la fine della provincialita’ della politica catalana. Il contributo di Valls alla corsa a sindaco di Barcellona potra’ essere positivo o negativo ma di certo suscita passione e arricchira’ di idee, spunti e critiche una campagna elettorale che rischiava di essere piuttosto piatta.

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Francia, il centrista Bayrou conferma la sua fedelta’ al presidente Macron

24 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Durante un intervento tenuto ieri in Bretagna, il leader del partito centrista del MoDem, François Bayrou, ha riaffermato la sua fedelta’ al presidente francese, Emmanuel Macron. Davanti ai suoi militanti e al delegato generale della Re’publique en marche, Christophe Castaner, Bayrou ha elogiato il “giovane presidente audace”. Parole che cancellano le critiche recentemente inviate al governo, colpevole di tralasciare gli aspetti sociali nelle riforme. Nelle scorse settimane i deputati del MoDem avevano lamentato la scarsa considerazione mostrata dai colleghi della Re’publique en marche. Dal canto suo, Castaner ha promesso un “miglioramento” del lavoro comune tra i due partiti, che dovranno collaborare nella “battaglia” delle prossime elezioni europee. Il rappresentante di En Marche ha poi riconosciuto “l’arroganza” del suo gruppo. Il leader centrista ha poi consigliato a Macron di uscire dall’Eliseo, un luogo “troppo chiuso” dove tutti i presidenti si sono sentiti “assediati”. “Questa impressione di sentirsi assediati e’ una cattiva consigliera” ha dichiarato Bayrou, secondo il quale e’ necessario rivolgersi “il piu’ regolarmente e il piu’ direttamente possibile ai francesi”.

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Francia, i tagli alle tasse previsti dal governo per migliorare la percezione della legge di bilancio

24 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Con la legge di bilancio del 2019 il governo francese punta a un taglio alle tasse di 6 miliardi di euro. Lo scrive “Les Echos”, sottolineando che in questo modo il presidente Emmanuel Macron cerchera’ di cambiare la percezione del suo progetto di legge. Una fonte interna ricorda che in Francia non si vede una riduzione simile “da almeno dieci anni”. “Si abbassano massicciamente delle riforme macroeconomiche” ha dichiarato Macron venerdi’ durante una riunione all’Eliseo. Per raggiungere l’obiettivo, l’esecutivo prevede una serie di misure come la soppressione della tassa di abitazione, l’abbassamento dei contributi sociali o agevolazioni per i pensionati. Il quotidiano economico sottolinea che si tratta di una “diminuzione notevole”, anche se non riguardera’ tutte le categorie della popolazione. Lo sforzo sara’ ancora piu’ importante per le imprese, che dovrebbero registrare un calo di 13,3 miliardi di euro. Con questa legge il governo spera di contenere il rapporto deficit Pil, che nel 2019 sara’ del 2,8 per cento. La crescita, invece, sara’ del’1,7 per cento. L’Alto Consiglio delle finanze pubbliche ha giudicato queste stime “plausibili”.

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Corte dei conti tedesca, la Difesa ha concesso illegalmente contratti multimilionari a consulenti

24 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Secondo informazioni di “Der Spiegel”, la Corte dei Conti tedesca avrebbe rilevato pagamenti irregolari per otto milioni di euro per consulenze esterne effettuate per conto del comando informatico delle Forze armate tedesche. Le informazioni si basano su un rapporto confidenziale dei revisori del 7 agosto in cui si afferma che il ministro della Difesa, la cristiano democratica Ursula von der Leyen (Cdu), avrebbe autorizzato in modo illegittimo un servizio di consulenza chiamato “Cit Square”. Con i cosiddetti contratti quadro i servizi di consulenza per i singoli ministeri possono essere richiesti piu’ facilmente ed e’ possibile interpellare consulenti esterni per progetti specifici senza dover sprecare tempo a richiederli. Tuttavia quello per il “Cit Square” non rientrava in quanto previsto dal contratto quadro 20237, e sono state pagate tariffe che andavano dai 900 ai 1.700 euro al giorno. Da quando si e’ insediata la von der Leyen, ed ha assunto come segretario di Stato Katrin Suder della compagnia McKinsey, alla Difesa i consulenti esterni, con enormi tariffe giornaliere, fanno piu’ o meno parte del personale permanente nel ministero. Hanno accesso a documenti riservati e spesso hanno indirizzi di posta del ministero. Il bilancio per i consulenti della von der Leyen e’ enorme: Solo nel 2016 i contratti di consulenza ammontavano a circa 208 milioni di euro, piu’ piccoli budget per altri progetti. Nel ministero, il rapporto di 17 pagine e’ considerato politicamente esplosivo, soprattutto perche’ la revisione ha ampiamente confermato le accuse. Gli addetti ai lavori riferiscono che nel caso in questione i clienti del ministero e gli appaltatori delle societa’ di consulenza si conoscevano personalmente. Pertanto si sta esaminando se sia stato creato un “sistema di amici” in cui funzionari e consulenti si procuravano reciprocamente gli ordini.

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Germania-Turchia, Erdogan vuole riavviare le relazioni con Berlino

24 set 11:03 – (Agenzia Nova) – La Germania e la Turchia si riavvicinano. Soprattutto dopo il tentativo di colpo di Stato in Turchia nel 2016, le relazioni tra i due partner della Nato sono peggiorate significativamente. L’arresto di personalita’ dell’opposizione e di giornalisti tedeschi ha portato a polemiche accese. Tuttavia, pochi giorni prima della sua visita ufficiale in Germania, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan caldeggia un rilancio delle relazioni politiche. “L’obiettivo piu’ importante della mia visita in Germania e’ di lasciare completamente alle spalle la parentesi negativa degli ultimi anni nelle nostre relazioni”, ha affermato Erdogan domenica. Si trattera’ anche di negoziare ulteriori accordi economici per un vantaggio reciproco. Prima di giungere in Germania alla fine della settimana, Erdogan si rechera’ negli Stati Uniti per incontrare gli investitori statunitensi dopo l’attacco alla Lira turca. Finora non sono previsti aiuti da parte della Germania. Manifestazioni contro la visita del presidente turco si sono gia’ svolte in diverse citta’ tedesche, da Berlino a Dusseldorf, da Bielefeld a Francoforte e ad Amburgo. Previste anche assenze di politici durante la visita che ci sara’ presso il palazzo del presidente tedesco Steinmeier a Berlino.

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“Bloomberg”, il “complotto segreto” del presidente Mattarella per “legare le mani” all’Esecutivo

24 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, “e’ al lavoro attraverso canali non ufficiali dell’apparato statale per bloccare l’amministrazione che ha insediato meno di quattro mesi fa”. Lo scrive “Bloomberg” in un articolo firmato da John Follain, secondo cui Mattarella “ha stretto una silenziosa alleanza con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro delle Finanze Giovanni Tria”. L’articolo cita “alti funzionari” anonimi, secondo cui l’obiettivo del Colle e’ di “temperare gli impulsi piu’ estremi” dei populisti attualmente al governo del paese. Il “primo obiettivo” di Mattarella, sostiene “Bloomberg”, e’ il varo di una Legge di bilancio che riduca il debito pubblico e plachi il rischio di una crisi finanziaria: un obiettivo che mal si adatta agli impegni elettorali di Movimento cinque stelle e Lega, che vogliono abbassare la pressione fiscale ed ampliare il sostegno al reddito. Secondo le fonti citate dall’articolo, il ministro Tria e’ “il volto pubblico” del fronte che si sta adoperando per il rigore dei conti, ma “Mattarella sta coordinando la resistenza assieme a Conte”. Il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio “si parlano frequentemente e discutono tutti gli aspetti delle sfide politiche affrontate dal paese, avvicinati dalla comune adesione all’Unione europea e alle sue norme in materia di bilancio”, stando a una delle fonti citate dall’articolo. Anche secondo Giovanni Orsina, docente presso la universita’ Luiss di Roma, “Mattarella sta agendo dietro le quinte come in freno a Salvini e Di Maio”. Secondo l’articolo, “in tempi ordinari, il capo dello Stato non prenderebbe posizioni politiche (…) ma la responsabilita’ di approvare alcune decisioni del Parlamento significa che in momenti di crisi si possa scendere nell’agone politico”. “Bloomberg” ricorda a questo proposito le tensioni suscitate dal rifiuto di Mattarella di accettare la nomina dell’euroscettico Paolo Savona alla guida del ministero delle Finanze.

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Italia, i populisti attaccano il “deep State” e premono sul ministro delle Finanze per aumentare la spesa pubblica

24 set 11:03 – (Agenzia Nova) – Come gran parte dei giornali europei, anche i quotidiano britannici oggi lunedi’ 24 settembre riportano le notizie dell’asprissimo scontro in atto all’interno del governo italiano sui contenuti della Legge di bilancio per il 2019: una lotta, scrive il particolare il quotidiano conservatore “The Telegraph”, portato clamorosamente alla luce del sole dalla pubblicazione sui social media dell’ormai famigerata registrazione del messaggio in cui Rocco Casalino, il portavoce del primo ministro italiano Giuseppe Conte, minaccia una “mega vendetta” i tecnici del ministero del Tesoro se non troveranno i 10 miliardi di euro necessari a finanziare le promesse elettorali del Movimento 5 stelle (M5s) ed in particolare il “reddito di cittadinanza”, la misura-bandiera del M5s. Nelle polemiche che ne sono seguite, i maggiori esponenti Cinquestelle si sono schierati a difesa di Casalino, accusando i vertici dell’amministrazione dello Stato di sabotare le riforme volute dagli elettori nelle elezioni del 4 marzo scorso che hanno portato al governo di Roma il M5s in coalizione con la Lega di estrema destra: si tratta di accuse che, secondo i giornali britannici, echeggiano le parole pronunciate nello scorso fine settimana da Steve Bannon, l’ex stratega del presidente Usa Donald Trump; il quale alla conferenza del partito di estrema destra Fratelli d’Italia (che non fa parte della coalizione di governo) ha affermato appunto come Trump a Washington starebbe incontrando la stessa opposizione da parte della “macchina amministrativa” dello Stato che complotta contro di lui. I commentatori britannici sono concordi nel dire che l’attacco di Casalino al “deep state” italiano sia parte della strategia di assedio messa in atto da parte dei partiti populisti della coalizione di governo nei confronti del tecnocrate ministro delle Finanze, Giovanni Tria, per convincerlo ad aumentare il deficit pubblico al fine di dare spazio di manovra finanziaria alla realizzazione di una serie di costose politiche di spesa da loro promesse in campagna elettorale: Tria, infatti, giovedi’ prossimo 27 settembre dovrebbe annunciare ufficialmente gli obbiettivi di bilancio e di crescita. Quegli obbiettivi saranno poi contenuti nella Legge di stabilita’ che l’Italia presentera’ a meta’ ottobre all’esame della Commissione europea; ma i numeri riassuntivi saranno sin da subito messi sotto la lente d’ingrandimento a Bruxelles e nei mercati finanziari nazionali ed internazionali.

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