I legislatori dell’UE hanno approvato il GIA (Gigabit Infrastructure Act) durante la sessione plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo dello scorso 23 aprile, con 594 voti a favore e 7 voti contrari.
La nuova legge è il più grande dossier sulle telecomunicazioni per il mandato 2019-2024, dopo che l’idea di una legge sulle telecomunicazioni (Digital Networks Act), coniata dal commissario al mercato interno Thierry Breton è stata di fatto rimandata al prossimi mandato almeno nel 2025 se non più tardi.
“Il GIA è un punto di svolta […] rende l’implementazione di reti Internet ultraveloci molto più economica, facile e veloce”, ha dichiarato a Euractiv il deputato rumeno al Parlamento europeo (MEP) di Renew, Alin Mituța, e relatore del testo.
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Maggiore armonizzazione
Il GIA rivede la direttiva del 2014 sulla riduzione dei costi della banda larga e mira a sostenere il raggiungimento degli obiettivi dell’Ue per la Digital Decade al 2030. Questi obiettivi ambiziosi includono la connessione del 100% dei cittadini dell’UE a reti ad altissima capacità, il che significa Internet in fibra ottica ad alta velocità e 5G entro il 2030.
A tal fine, le norme GIA mirano a spingere le autorità nazionali ad accelerare la concessione di permessi e diritti di passaggio, quando gli operatori di telecomunicazioni desiderano installare nuove infrastrutture.
Parte della novità e del potere del GIA risiede nel cambiamento del tipo di legislazione: da una direttiva a un regolamento, armonizzando le procedure amministrative e autorizzative nazionali.
Tuttavia, il testo unifica al minimo queste procedure in tutto il blocco, in modo simile al testo di compromesso.
Armonizzazione minima
La maggioranza dei paesi dell’UE, all’interno del Consiglio dell’UE, ha fatto pressione sul Parlamento europeo per questa regola di “armonizzazione minima”, sostenendo che alcune procedure erano contrarie alle loro leggi nazionali sulla proprietà privata.
Di conseguenza, è stato istituito un meccanismo complesso per l’armonizzazione del rilascio delle autorizzazioni e dei diritti di passaggio, dando agli Stati membri la possibilità di adattare le nuove norme a livello dell’UE al loro contesto nazionale.
Che cosa prevede il Gigabit infrastructure act
Questi gli aspetti della legge che il Parlamento Ue aveva già modificato a febbraio e che sono stati ora ribaditi:
- un meccanismo di conciliazione obbligatorio tra gli enti pubblici e gli operatori di telecomunicazioni è stato introdotto come passo intermedio per facilitare la procedura di concessione dei permessi;
- è stata inclusa un’eccezione per un periodo transitorio per i comuni più piccoli, nonché disposizioni specifiche per promuovere la connettività nelle aree rurali e remote;
- sono stati chiariti i fattori nel calcolo delle condizioni di accesso eque e ragionevoli;
- è stata introdotta una disposizione specifica per affrontare la presenza di intermediari tra proprietari terrieri e operatori infrastrutturali;
- sono state concordate disposizioni specifiche su un’etichetta volontaria “fiber-ready” per gli edifici;
- nel testo sono stati inclusi diversi carve-out per le infrastrutture nazionali critiche.
Riduzione dei prezzi per i consumatori
Il Gigabit act fissa anche una roadmap che porterà alla riduzione dei prezzi per i servizi telecom pagati dai consumatori dell’Ue di qui al 2029.
Per esempio, anche se il regolamento sul roaming ha abolito le commissioni su sms, telefonate e navigazione internet per chi si sposta all’interno dell’Ue, ancora si paga un sovrapprezzo se dal proprio Paese si inviano messaggi (0,06 euro/sms) o si effettuano telefonate (0,19 euro/minuto) verso un altro Paese membro. Il Gigabit act intende abolire queste tariffe extra entro il 2029. Inoltre, gli operatori telecom potranno ridurre i loro prezzi retail entro il 2025.